sabato 19 dicembre 2009

La bugia dietro le Energie Alternative

Innanzitutto quelle che sono definite come energie alternative o fonti rinnovabili , non esistono caso mai sarebbero da definire come una fonte di energia che deriva anch’essa da un diverso utilizzo del petrolio.
Se si ipotizza, ad esempio, l’utilizzo dei pannelli fotovoltaici senza poter disporre di una buona dose di petrolio per costruirli è folle.
Per rendere chiaro il concetto si provi a visualizzare brevemente l’evoluzione storica delle fonti energetiche utilizzate dall’uomo.
Per poter avere energia sufficiente alle necessità del periodo l’uomo ha sempre utilizzato ciò che poteva trovare con facilità ed a basso costo, via via quasto tipo di mentalità a prodotto un progressivo processo di sostituzione di una risorsa con un’altra a causa dell’esaurimento della prima e del lievitare del suo costo di approvvigionamento.
Così è successo quando si passò dal legno al carbone.
Inizialmente il legno era disponibile in quantità impensabili, era abbondante ed a buon mercato: basti pensare che la copertura forestale in Europa agli inizi del 1600 era quasi del 90 %. La necessità di avere terreni da coltivare, la richiesta di legna per il riscaldamento, la costruzione delle grandi flotte militari e commerciali di quel periodo, provocò un lento e progressivo disboscamento in tutta Europa. Quando anche la legna cominciò a diventare molto costosa (a causa della sua diminuita abbondanza), venne individuato il carbone come un sostituto: materiale inizialmente abbondante e poco costoso.
Il carbone era conosciuto sin dai tempi dell’impero romano, ma non veniva utilizzato perché sporcava sia quando bruciava e sia quando veniva trasportato.
All’inizio del diciassettesimo secolo il carbone diventa il vero e proprio componente energetico volano di un primo gradiente evolutivo: la nascita della civiltà industriale, trovando applicazione nel funzionamento delle macchine a vapore. Modificando l’economia da rurale a economia di mercato.
Il successivo passo ci porta allo svuotamento delle campagne.
L’industria tessile per prima si fa portavoce di questo mutamento: non si vive più per lavorare, ma si lavora per vivere. Le grandi città iniziano a trasformarsi dal punto di vista urbano con la costruzione dei primi quartieri dormitorio. Il carbone ha diversi usi: riscaldare le abitazioni, far funzionare fucine e macchine a vapore per tenere in movimento telai, motori e rotative. Le popolazioni hanno abbandonato una vita a contatto con la natura, per scegliere di passare la propria vita dentro uno stabilimento industriale.
Nel frattempo i giacimenti di carbone smettono di essere convenienti in quanto il carbone in superficie si era esaurito ed era necessario iniziare ad estrarlo: nascono le prime miniere di carbone. Accade che il carbone che ha propulso l’Europa nel secolo XIX inizia ad essere di difficile reperimento e soprattutto costoso.
In America ci si accorge che il petrolio un liquido oleoso, che sgorga relativamente in superficie, può dare energia soprattutto se raffinato. In un primo tempo è impiegato per illuminare le strade nelle grandi città metropolitane.
Poi è utilizzato per far fronte al problema della locomozione: infatti ancora nel’ottocento milioni di cavalli che erano utilizzati per trascinare carrozze, diligenze, carri merci e via così, a il cavallo sporca abbondantemente con le sue naturali deiezioni, ed è costoso, mangia e si ammala.
Si intuisce l’importanza di poter spostare uomini e merci velocemente ed a costi ragionevoli: dai derivati del petrolio. E a cavallo dei due secoli esplodono due tipo differenti d’industrie, la chimica per sintetizzare e ricavare più derivati possibili dal petrolio e quella dell’autolocomozione.

Due guerre mondiali stabiliscono il primato del petrolio. Vincono la II guerra mondiale quei paesi che hanno petrolio in abbondanza. Sono inoltre inventati materiali assolutamente rivoluzionari, poco costosi ed indistruttibili, come il nylon.
L’era della petrolchimica apre le porte ad una seconda rivoluzione industriale: quella dei personal computer che consentiranno in meno di vent’anni di sostituire l’uomo in molteplici mansioni di routine.

Ma il petrolio ha un utilizzo che nessuno riesce a vedere perché nascosto: quello agricolo.
I nuovi concimi sono derivati dal petrolio, appunto, così come i più potenti pesticidi utilizzati per allontanare gli insetti dalle colture stesse. Per fornire un esempio un secolo fa, da un ettaro coltivato a mais si ottenevano circa 20 quintali per ettaro, oggi si arriva ad oltre 120 quintali.
Questo strepitoso aumento di disponibilità alimentare al pari della superficie coltivata è stato possibile solo grazie al greggio ed a tutte le sue invenzioni collegate: i trattori, le mietitrebbiatrici, le pompe di irrigazione, i fertilizzanti sintetici ed i pesticidi, che per quanto possano essere denigrati, hanno consentito di soddisfare il fabbisogno alimentare della civiltà umana, man mano che questa cresceva esponenzialmente. Grazie al petrolio abbiamo potuto avere le coltivazioni intensive che a cascata alimentano gli allevamenti intensivi di bestiame (bovini, suini ed ovini). Pensate a quante volte mangiate carne durante il giorno: fino a 70 anni fa la carne si mangiava una volta ogni 15 giorni, in occasioni di feste e ricorrenze popolari.
Senza greggio questa catena alimentare (artificialmente sovralimentata) non potrebbe continuare a sostenersi, in quanto non potremmo avere raccolti abbondanti per alimentare la crescita, l’ingrasso ed il riciclo degli animali di allevamento. Non dimentichiamo inoltre il prolungamento della vita media provocato dalla capillare diffusione e produzione di farmaci da banco (pensiamo solo alla volgare aspirina o al paracetamolo).
Si comprende, allora come sia assolutamente fuori luogo pensare di poter sostituire una risorsa che ci ha trasformato. Non mi devo chiedere se in futuro ci sarà benzina per mettere in moto il mio suv, quanto piuttosto se il supermercato sotto casa verrà rifornito di ortaggi e alimenti preconfezionati, oppure se alcune aree metropolitane troveranno i mezzi per sostenersi dal punto di vista alimentare.
Le fonti di energia alternativa, anche se sono energie derivative, non risolveranno MAI totalmente e PER TUTTI i problemi e le difficoltà a cui stiamo andando incontro. In futuro l’energia, specialmente quella elettrica, ci sarà ancora, ma non per tutti e soprattutto non ai prezzi che conosciamo ora. Avrà una erogazione a singhiozzo, con periodi molto frequenti di blackout.
Se qualcuno pensa ai pannelli solari, è meglio che se li scordi: non si potrà mai avere pannelli fotovoltaici per tutti. Perché per fabbricarli, assemblarli e trasportarli occorre petrolio, proprio quello che dovrebbero sostituire in toto !Un pannello fotovoltaico è costituito di svariati elementi minerali: silicio, rame, cadmio, indio, gallio. Solo per estrarre una tonnellata di rame servono 8 barili di petrolio! Spero non penserete di spostare un trattore John Deere del peso di 10 tonnellate con i pannelli fotovoltaici sul tetto della cabina di pilotaggio ! E i fertilizzanti ed i pesticidi con che cosa li sostituite ? Gli aerei e le navi traghetto con cosa li spostate ? Con l’idrogeno ?
Una delle più grandi bugie che hanno raccontato sulla circolazione delle automobili è che i carburanti come la benzina ed il gasolio verranno sostituiti dalle cosi dette celle a idrogeno, ma quale fonte d’energia è tento potente da poter far avvenire l’idrolisi dell’aqua per avere idrogeno a sufficienza?
Ancora il futuro è nell’auto elettrica, falso! Chi, anzi cosa produrrà tanta elettricità da caricare le batterie delle auto?
Forse l’atomo se fosse degnamente studiato, se si investisse seriamente per la fusione. La fissione purtroppo lascia le scorie radioattive e il problema non dello stoccaggio, ma del trasporto e costruzione degli adeguati siti; come si può pensare di scavare il cuore di una montagne se non con la dinamite? Ma da dove deriva la dinamite? Dal pertrolio. E come muoveremo i fusti se non con TIR adeguati?
La nostra specie si è straordinariamente trasformata in meno di 100 anni, cambiando abitudini, stili di vita e regime alimentare. Sempre in questo lasso di tempo è esponenzialmente proliferata passando da un miliardo di persone a oltre i sei: tutto questo è stato possibile grazie ad un impareggiabile prodotto, il petrolio, che adesso sta iniziando a diminuire nella sua disponibilità.Le conseguenze del suo esaurimento saranno senza precedenti storici, perché con NULLA è possibile sostituire quello che ha fatto per noi e per il nostro stile di vita questo straordinario prodotto del nostro pianeta. E poi divenendo più raro lieviterà nel prezzo prima per la speculazione, poi per la pura richiesta di mercato.
Miope l’uomo che si è affidato esclusivamente al petrolio senza ricercare per tempo il suo sostituto, stolto l’uomo che quando nato l’atomo “sporco” non ha visto in lui l’inizio del cambiamento ma lo ha additato come una minaccia.

1 commento:

  1. A proposito
    qualcuno ha mai pensato cosa ci permette di far funzionare un impiando di riclo per esempio della carta? L'elettricità, e cosa produce tale elettricita? Il Gasolio

    La COMIECO ha pubblicato uno studio sul consumo di gasolio e sulle emissioni di CO2 per tonnellata di carta riciclata.
    21,5 litri di Gasolio per tonnelata e 62,2 Kk di CO2 per Tonnelata.
    Il dato se poi valutato a quanto si è impattato in meno è solo dello 0.3%.

    0,3% in meno della combustione in inceneritore...

    Vorrei che gli ambientalisti scendessere dalla colonna sulla quale vivono e provassero a fare i conti colla cruda realtà.

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