venerdì 24 dicembre 2010

Dove dirigersi?

La volontà degli dei era interpretata dai sacerdoti, che avevano varie specialità: alcuni erano esperti nell'osservare i lampi, altri nel volo degli uccelli, altri ancora nell'osservare le viscere degli animali sacrificati.

Ora la sede della vita era il fegato e solo chi conosceva la sua esatta morfologia poteva distinguerne tutti gli aspetti normali e non e quindi poterne apprezzare i sacri messaggi, che il viscere estratto dall'animale immolato portave in sè.

Messaggi che venivano inviati non per evitare l'accadersi degli eventi, ma solo per poterne essere a conoscenza.

Oggi, moderni e sazi intellettualmente ancor di più abbiamo bisogno di conoscere il fururo, pavidi piccoli essereri sedotti dal benessere fatuo della società dei beni, spaventati per un incerto futuro che ci privi dell'inutile. E così acquistiamo quello che persumiamo essere il futuro, dimentichi che la conoscenza di ciò che è nella mente degl dei può essere ottenuta solamente con profonda fede e sacrificio.

martedì 21 dicembre 2010

Deus Sol Invictus


Sol Invictus ("Sole invitto") o, per esteso, Deus Sol Invictus ("Dio Sole invitto") era un appellativo religioso usato per tre diverse divinità nel tardo Impero romano, Eliogabalo, Mitra,e Sol.
Al contrario del precedente culto agreste di Sol Indiges ("Sole nativo" o "Sole invocato"), il titolo Deus Sol Invictus fu formato per analogia col titolo imperiale Invictus (Invitto).

Il culto del Sol Invictus era molto diffuso in tutto l'impero romano, ad esempio la celebrazioni del rito della nascita del Sole in Siria ed Egitto erano di grande solennità e prevedevano che i celebranti ritiratisi in appositi santuari ne uscissero a mezzanotte, annunciando che la Terra Vergine aveva partorito il Sole, raffigurato come un infante.

Il titolo acquisì importanza per la prima volta con l'imperatore Eliogabalo, che tentò prematuramente di imporre il culto di Elagabalus Sol Invictus, il Dio-Bolide solare della sua città nativa, Emesa, in Siria.
Eliogabalo fece costruire un tempio dedicato alla nuova divinità sul Palatino. Con la morte violenta dell'imperatore nel 222 questo culto cessò di essere coltivato a Roma, anche se gli imperatori continuarono ad essere ritratti sulle monete con l'iconografia della corona radiata solare per quasi un secolo.
In seconda istanza, il titolo di Invictus era attribuito a Mitra nelle iscrizioni private dei dedicanti e dei devoti.
Il termine compare anche associato al dio Marte.

Nel 272 Aureliano riunì l’impero sconfiggendo la principale nemica: la Regina Zenobia del Regno di Palmira. La vittoria avvenne anche grazie all'aiuto provvidenziale della città stato di Emesa(il cui esercito giunse nel momento in cui le milizie romane si stavano sbandando).
L'appoggio dei sacerdoti di Emesa, cultori del dio Sol Invictus, bendispose l'imperatore che, all'inizio della battaglia decisiva, disse di aver avuto la visione benaugurante del dio Sole di Emesa.
In seguito, nel 274, Aureliano trasferì a Roma i sacerdoti del dio Sol Invictus e ufficializzò il culto solare di Emesa, edificando un tempio sulle pendici del Quirinale e creando un nuovo corpo di sacerdoti (pontifex solis invicti). Comunque, al di là dei motivi di gratitudine personale, l'adozione del culto del Sol Invictus fu vista da Aureliano come un forte elemento di coesione dato che, in varie forme, il culto del Sole era presente in tutte le regioni dell'impero.
Sebbene il Sol Invictus di Aureliano non sia ufficialmente identificato con Mitra, richiama molte caratteristiche del mitraismo, compresa l'iconografia del dio rappresentato come un giovane senza barba.
Aureliano consacrò il tempio del Sol Invictus il 25 dicembre 274, in una festa chiamata Dies Natalis Solis Invicti, "Giorno di nascita del Sole Invitto", facendo del dio-sole la principale divinità del suo impero ed indossando egli stesso una corona a raggi. La festa del dies natalis Solis Invicti divenne via via sempre più importante in quanto si innestava, concludendola, sulla festa romana più antica, i Saturnali.

Costantino fu Pontifex Maximus del culto del Sole Invitto.
Prima del suo battesimo sul letto di morte, l'imperatore Costantino raffigurò il Sol Invicuts sulla sua monetazione ufficiale, con l'iscrizione SOLI INVICTO COMITI, "Al compagno Sole Invitto", definendo quindi il dio come un compagno dell'imperatore.
Con un decreto del 7 marzo 321 Costantino definì il giorno del Sole (die solis) come quello assegnato al riposo:

“Nel venerabile giorno del Sole, si riposino i magistrati e gli abitanti delle città, e si lascino chiusi tutti i negozi. Nelle campagne, però, la gente sia libera legalmente di continuare il proprio lavoro, perché spesso capita che non si possa rimandare la mietitura del grano o la semina delle vigne;sia così, per timore che negando il momento giusto per tali lavori, vada perduto il momento opportuno, stabilito dal cielo. Codice Giustiniano 3.12.2”

Nel 330 l'imperatore decretò per la prima volta il festeggiamento cristiano della natività di Gesù che fu fatta coincidere con la festività pagana della nascita di Sol Invictus. Il "Natale Invitto" divenne il Natale Cristiano. [1]
Nel 337 papa Giulio I ufficializzò la data del Natale da parte della allora Chiesa Cristiana (Cattolica e Copta).

La religione del Sol Invictus continuò ad essere una "spina nel fianco" per i cristiani fino al celebre editto di Tessalonica di Teodosio I del 27 febbraio 380, in cui l'imperatore stabiliva che l'unica religione di stato era il Cristianesimo di Nicea, bandendo di fatto ogni altra.
Gli stessi culti cristiani ben presto si confusero con i culti solari:

“Molti ritengono che il Dio cristiano sia il Sole perché è un fatto noto che noi preghiamo rivolti verso il Sole sorgente e che nel Giorno del Sole ci diamo alla gioia.” Tertulliano, Ad nationes, apologeticum, de testimonio animae.

“Nel giorno detto del Sole si radunano in uno stesso luogo tutti coloro che abitano nelle città o in campagna, si leggono le memorie degli apostoli o le scritture dei profeti, per quanto il tempo lo consenta; poi, quando il lettore ha terminato, il presidente istruisce a parole ed esorta all'imitazione di quei buoni esempi. Poi ci alziamo tutti e preghiamo e, come detto poco prima, quando le preghiere hanno termine, viene portato pane, vino e acqua, e il presidente offre preghiere e ringraziamenti, secondo la sua capacità, e il popolo da il suo assenso, dicendo Amen.
Poi viene la distribuzione e la partecipazione a ciò che è stato dato con azioni di grazie, e a coloro che sono assenti viene portata una parte dai diaconi.
Coloro che possono, e vogliono, danno quanto ritengono possa servire: la colletta è depositata al presidente, che la usa per gli orfani e le vedove e per quelli che, per malattia o altre cause, sono in necessità, e per quelli che sono in catene e per gli stranieri che abitano presso di noi, in breve per tutti quelli che ne hanno bisogno.” Giustino martire, II secolo d.C.

Il Cristianesimo adottò alcuni dei tratti del culto di Sol Invictus, come è evidente nei primi esempi di iconografia Cristiana, raffiguranti Cristo con gli attributi solari come la corona radiata o, in alcuni casi, il carro solare.
Sol Invicuts è stato adottato dalla Chiesa di Roma come una prova dell'identità tra Cristo e Apollo-Helios in un mausoleo scoperto sotto la Basilica di San Pietro e datato circa al 250[2].

Dall'inizio del III secolo, "Sole della Giustizia" era il titolo attribuito a Cristo[3].
Tale titolo in realtà deriva dall'Antico Testamento, capitolo III del libro di Malachia: “Per voi invece, cultori del mio nome, sorgerà il sole di giustizia con raggi benefici e voi uscirete saltellanti come vitelli di stalla”.

Costantino designò la domenica, in precedenza dedicato al sole, come il "Giorno del Signore[5] e giorno del riposo, anziché il sabato, il Sabbath ebreo.
Ancora centotrenta anni dopo la decisione di Costantino, nel 460, il papa Leone I sconsolato scriveva:

“È così tanto stimata questa religione del Sole che alcuni cristiani, prima di entrare nella Basilica di San Pietro in Vaticano, dopo aver salito la scalinata, si volgono verso il Sole e piegando la testa si inchinano in onore dell’astro fulgente. Siamo angosciati e ci addoloriamo molto per questo fatto che viene ripetuto per mentalità pagana. I cristiani devono astenersi da ogni apparenza di ossequio a questo culto degli dei.”
Papa Leone I, 7° sermone tenuto nel Natale del 460 – XXVII-4

FONTI
1. Treccani Enciclopedia Italiana di Scienze, Lettere ed Arti, voce
Natale
2. "Constantine the Great" , New Catholic Encyclopedia, 1967.
3. ibid "Christmas".
4. da Christianity and Paganism in the Fourth to Eighth Centuries,
Ramsay MacMullen. Yale, 1997, p. 155
5. Treccani Enciclopedia Italiana di Scienze, Lettere ed Arti, voce
Natale

Luna fecondità e rituali associati


Profittando della simbolica data odierna del Solstizio d'Inverno un richiamo del mondo arcaico che non dovremmo mai dimenticare.


Quando il Sole tramonta, la Luna richiama l'attenzione con il suo candore e le sue macchie.
La Luna riflette verso di noi la luce del Sole, ma la riflette in misura diversa a seconda che la regione colpita sia montagnosa o piatta. Si potrebbe pensare che le zone piatte riflettano più intensamente, quasi fossero degli specchi, ma non è così: le zone piatte appaiono simili a macchie, sono i “mari” di Galileo, e sono costituiti da rocce laviche scure, che assorbono la maggior parte della luce solare, riflettendone soltanto una minima porzione (il 7%). Le regioni montagnose, invece, hanno una composizione petrografica diversa, più chiara, due o tre volte più riflettente.
Nella cultura occidentale ciò che ci porta più indietro nel tempo alla scoperta della Luna è quasi certamente il nome stesso che diamo al nostro satellite. La parola Luna deriva dall'antichissima radice indoeuropea “leuk”, che significa “splendere” ed è passata nel greco “leucos”, lucente, chiaro, bianco (pensiamo ai leucociti, i globuli bianchi), e poi nel latino “lux”, “luceo”, “lumen”. Luna sta quindi per “la luminosa”.
A noi però la parola giunge attraverso la mediazione della mitologia.
A Efeso il satellite, divinizzato come dea della fecondità dotata di cento mammelle, veniva adorata con il nome di Diana o di Lucina. Dalla sincope di Lucina è derivato il nostro Luna. Analoga l'origine del nome greco della Luna: Selene. Deriva da “selas”, che significa splendore, fiamma.
Uno dei fenomeni più evidenti che riguarda la Luna sono le fasi lunari, le quali sono dovute alle varie posizioni che il nostro satellite assume rispetto alla Terra e rispetto al Sole; le fasi lunari si succedono ogni mese via-via che la Luna orbita intorno alla Terra; vediamo così differenti percentuali del suo lato illuminato. Siccome il corpo era evidentemente sempre lo stesso, alcuni popoli spiegarono i vari mutamenti (Luna piena, falce di Luna, Luna oscura) con volti diversi della stessa divinità. Ad esempio nell'antica Grecia in cui Ecate era rappresentata con tre teste, una di leone, una di cavallo ed infine una di cane.
La Dea Madre era la divinità della maternità e dell’amore; d’origine orientale (Mesopotamia) essa era venerata in tutto il bacino mediterraneo, identificata forse con la Luna, considerata simbolo della fertilità e della rigenerazione della vita, questa Dea rappresentava la logica espressione spirituale di un popolo ancorato ad una struttura sociale di tipo matriarcale, la cui sopravvivenza era legata ai cicli dell’anno agricolo.
La Luna è stata al centro di ogni mitologia fin dagli albori del tempo e la sua importanza è legata soprattutto ai mutamenti periodici del suo aspetto.
L'azione della Luna sul mondo animale è dimostrata soprattutto nel caso di alcune specie di animali marini la cui maturità sessuale risulta collegata alle maree e alla luce lunare.
Nel Ceratocephale osawai, un nereide comune nei mari del Giappone, la fecondazione avviene di solito durante il plenilunio ed il novilunio. Le uova di un anellide, l'Amphitrite ornata, maturano durante il plenilunio di giugno, luglio e agosto. La Convoluta roscoffensis si feconda durante le maree del novilunio di primavera.

Associato alla Dea Madre, era, talora, rappresentato anche il suo omologo, il Dio maschio identificato con il toro, raffigurato semplicemente da un menhir la cui sommità appare leggermente appuntita e segnata da una scanalatura, a simboleggiare il fallo. Intorno a queste pietre si crede si riunissero le donne per compiere rituali, che avevano lo scopo di propiziare la fecondità.
Le pietre infitte, recanti segni femminili o maschili si trovano spesso accoppiate si accompagnano a monumenti religiosi o funerari; la coppia divina, infatti, doveva caratterizzare la sacralità del luogo, ergendosi quale simbolo di custodia e protezione.
L’idea era semplice, nell’immaginario popolare la pietra era considerata il priapos primordiale, l’elemento fallico maschile che, infisso nella terra, la rende fertile. In una visione microcosmica il primitivo immagina che, come il dio maschile rende fertile la terra attraverso la roccia, lo stesso poteva accadere per le donne del paese che, strisciando sopra questi sacri massi, si assicuravano la fertilità e la capacità procreativa. Esempi di questo tipo li troviamo a Plodio, in provincia di Savona e Borzoli, nei pressi di Genova ove ancora oggi si parla di antiche pratiche legate alla “Pria Scugiente”, una roccia di serpentino, conosciuta anche con il nome di “pietra lubraca”, ove le donne solevano strisciare per garantirsi un buon parto.

Tra i siti legati ai rituali di fertilità ricordiamo il circolo litico della “Grotta delle Fate” (Finale Ligure) da dove, attraverso una scala scavata nella roccia, si raggiunge questo sacro recinto proprio posto sulla verticale dell’antro. Il circolo litico, purtroppo oramai perso, poteva così essere utilizzato per rituali di fertilità, un enorme “cerchio”, disegnato da pietre infisse nel terreno, e un corridoio che ricorderebbe le vie della fertilità per raggiungere il circolare utero della dea, reso verosimilmente fertile da un elemento fallico centrale, verosimilmente un menhir.
Troviamo così traccia nel folklore locale di quella tradizione italiana delle “pocce lattaie” o “latte di grotta”, il liquido lattescente che, a causa dell’alto contenuto di carbonato di calcio, è estremamente simile al siero mammario femminile. Se dunque l’acqua macrocosmicamente è il sacro liquido della Mater che garantisce la fertilità, diventa di estrema importanza raccoglierla in piccole conche rituali che potremmo definire “Coppelle”. In moltissime aree neolitiche liguri sono state così ritrovate pietre con strane incisioni cuppelliformi o a forma di “U”, una rappresentazione schematica del toro, animale totemico della dea, come sul Promontorio del Caprione, sul monte Beigua o a Monte Matto. Su quest’ultimo moltissimi sono stati i ritrovamenti di massi a forma di losanga, geometria non casuale ma messa proprio in relazione all’organo genitale femminile, con sopra incise proprio delle piccole coppe, che sottolineerebbero l’idea esposta.Se così la pietra rappresenta la figura femminile, l’incisione centrale è simbolo di prosperità, più essa è ricca dell’acqua che in essa si accumula e più è sacra e la coppella posta al centro della roccia indicherebbe così la “gravidanza” della mater. Il Mito ha origine, trasformazione ed adeguamento ai tempi ed alle regole religiose attuali, ma contiene e resta sempre un segno della natura pagana iniziale.
Ricordi di riti per la fertilità con espilicito richiamo all’accoppiamento o agli organi genitali esistono ovunque. Riti che, poi, il cristianesimo non ha abolito, ma modificata e castigata, con l’attribuzione di capacità miracolose a quei ceri simbolici e imponenti, ai quali gli antichi avevano attribuito capacità eccezionali di fertilizzazione e fecondazione della Madre Terra. Appare superfluo evidenziare che queste feste votive maturarono in seno a quei ceti sociali agricoli, che più degli altri hanno “incorporato” e mantenuto le tradizioni arcaiche, nei quali il “fallo” non era visto soltanto come organo di riproduzione, ma soprattutto come simbolo di fecondità e di fertilità della Gran Madre Terra e costituiva il migliore “ex voto” da promettere e donare alla divinità per “grazia ricevuta”. Fu così che l’ostentazione di quell’organo umano, che evidentemente appariva osceno soltanto alla religione cristiana, si trasformò in giglio, in cero, in candeliere, etc, cercando attraverso la diversità, di sfuggire alla persecuzione del cristianesimo.

La Storia di Babbo Natale

San Nicola di Mira fu un vescovo nella seconda metà del IV secolo della città di Myra (antico nome di Demre nella Licia (l'attuale Turchia). È il patrono dei bambini, ragazzi e ragazze, scolari, farmacisti, mercanti, naviganti, pescatori, profumieri, bottai, nonché delle vittime di errori giudiziari e degli avvocati; nel mondo è conosciuto prevalentemente con il nome di Santa Claus o Santa Klaus; in Italia è conosciuto anche come San Nicola di Bari, dal nome della città che ne custodisce le spoglie a partire dall'XI secolo.

San Nicola è uno dei santi più popolari del cristianesimo e protagonista di molte leggende riguardanti miracoli a favore di bisognosi.

Il suo emblema è il bastone pastorale e tre sacchetti di monete (tre palle d'oro). Il culto fu portato a New York dai coloni olandesi (è infatti il protettore della città di Amsterdam). Il santo è oggi patrono, oltre che dei marinai, anche dei commercianti e per questo la sua effige figura nello stemma della Camera di Commercio di Bari. Secondo la tradizione il 5 dicembre portava i doni (la strenna) ai bambini buoni.

In alcuni paesi dell'Europa orientale, la tradizione vuole che porti una verga ai bambini non meritevoli, con cui i genitori possano punirli. A Bari il culto è molto sentito, e la prima domenica di Maggio si festeggia il Santo con una lunga festa che ripercorre la traslazione delle sue ossa nella città.
Viene festeggiato il 6 dicembre.
Tradizionalmente viene rappresentato vestito da vescovo con mitra e pastorale.

L'attuale rappresentazione in abito rosso bordato di bianco origina dal poema "A Visit from St. Nicholas" del 1821
di Clement C. Moore, che lo descrisse come un signore allegro e paffutello, contribuendo alla diffusione della figura laicizzata di Babbo Natale.
Tutte le versioni del Babbo Natale moderno derivano dallo stesso personaggio storico: il vescovo San Nicola di Mira . La leggenda di San Nicola è alla base della grande festa olandese di Sinterklaas (il compleanno del Santo), che a sua volta ha dato origine al mito e al nome di Santa Claus nelle sue diverse varianti.
Babbo Natale è un elemento importante della tradizione natalizia in tutto il mondo occidentale.
In molte tradizioni della Chiesa ortodossa, Babbo Natale è identificato con San Basilio e porta i doni ai bambini il giorno di Capodanno, in cui si celebra la sua festa.

Le rappresentazioni di Babbo Natale sono anche strettamente legate al personaggio russo di Nonno Gelo(Ded Moroz), che porta i regali ai bambini ed è vestito con una giacca rossa, stivali di pelliccia e porta una lunga barba bianca.
Una gran parte della iconografia di Santa Claus sembra derivare dalla figura di Ded Moroz, soprattutto attraverso il suo equivalente tedesco Väterchen Frost.

Il personaggio che attualmente è noto come Santa Claus nel mondo anglosassone riunisce le rappresentazioni premoderne del portatore di doni, di ispirazione religiosa o popolare con un Babbo Natale britannico preesistente. Quest'ultimo risale almeno al XVII secolo, e ne sono rimaste delle illustrazioni d'epoca in cui è rappresentato come un signore barbuto e corpulenti, vestito di un mantello verde lungo fino ai piedi e ornato di pelliccia. Rappresentava lo spirito della bontà del Natale, e si trova nel Canto di Natale di Charles Dickens sotto il nome di Spettro del Natale presente.

Ad esempio, nella Storia di New York di Washington Irving si trova un Sinterklaas americanizzato in Santa Claus ma privo degli attributi vescovili, rappresentato prima come corpulento marinaio olandese avvolto in un mantello verde e con la pipa in bocca. Il libro di Irving era una satira della comunità olandese di New York, e molti caratteri del ritratto sono dovuti alla sua invenzione umoristica.

A quanto pare, l'aspetto moderno di Santa Claus ha assunto la forma definitiva con la pubblicazione della poesia Una visita di San Nicola, ora più nota con il titolo La notte di Natale (The Night Before Christmas), avvenuta sul giornale Sentinel della città di Troy. L'autore del racconto è tradizionalmente ritenuto Clement Clarke Moore, anche se l'attribuzione è controversa.
Santa Claus vi viene descritto come un signore un po' tarchiato con otto renne, che vengono nominate per la prima volta in questa versione.

Le immagini di Santa Claus si sono ulteriormente fissate nell'immaginario collettivo grazie al suo uso nelle pubblicità natalizie della Coca-Cola, realizzate da Haddon Sundblom. La popolarità di tale immagine ha fatto sì che si diffondessero varie leggende urbane che attribuivano alla Coca-Cola l'invenzione stessa di Santa Claus.

domenica 12 dicembre 2010

un pensiero sulla morte di Gentile


Gentile non era fascista, il suo pensiero si era concluso prima che nascesse il fascismo: l’arco della sua teoria è già completato coll'esperienza della prima guerra mondiale.

La sua formazione politica fu d''ispirazione risorgimentale, percorsa da un’idea della politica come religione civile e dello Stato come valore etico super partes, con le pericolose controindicazioni assolutiste, divenute note.

La sua riforma della scuola non fu la più fascista delle riforme, lo disse personalmente Mussolini, ma una grande riforma umanistica di idealismo didattico, percorsa da amor patrio. La sua “Enciclopedia” fu aperta a tutti gli intellettuali anche quelli antifascisti.

La sua adesione al fascismo fu una conseguenza, si porebbe dire; l'archetipo dello Stato nel fascismo ebbe in lui il teorico più forte; come la filosofia della guerra ebbe in Gentile la sua più alta elaborazione.

Il tentativo di congiungere il fascismo al Risorgimento fu opera di Gentile sul piano filosofico e di Volpe sul piano storico.

Da questo preambolo emerge come l’assassinio di Gentile fu un atto ingiusto, vigliacco.

Sì, ribadisco, raforzo; l’assassinio di Gentile fu una carognata, ingiusta e vigliacca,

La morte di Gentile non fu dettaa in quanto fascista intransigente, ma al contrario perché mirava all'accordo, sollecitava fascisti e antifascisti a sentirsi prima di tutto italiani e uniti nella tragedia della guerra.

Tale concezione non gli fu perdonata: non piaceva, dunque ai fascisti fanatici e spiazzava gli antifascisti feroci, in larga parte di estrazione comunista.

In tal proposio un profondo conosctore di tale periodo storico: Renzo De Felice distinse tra fascismo-movimento, radicale e rivoluzionario, e fascismo-regime, conservatore e autoritario.

Penso esista anche un fascismo-partito: ciè una visione militante e partigiana del movimento; ed un fascismo-nazione che pensava al fascismo come al braccio laico dell’Italia, nel senso che nella Nazione esiste il compimento dell’Italia nel Novecento.

A questa idea del fascismo-nazione aderirono numerosi Intellettali fre i quali spiccano Gentile, Rocco, Volpe e altri. Da ciò anche la difficile esperienza della Repubblica sociale fu per loro una necessità storica, non l'esaltazione del movimento. Gentile vi aderì per coerenza col suo passato, Volpe si tenne in disparte, Rocco era già morto.

Tutto il pensiero di Gentile era percorso dall’idea di unità, identità, comunità e non da quello di fazione e guerra civile.

Pe spegae l'efferato delitto bisogna considerare cosa poteva indirizzare il pensiero dei capi delle bande partigiane: la logica del tanto peggio tanto meglio. Quindi le brutalità naziste potevano servire a generare un clima di odio verso i medesimi e i loro alleati fascisti, per cui legittimare la lotta antifascista, la guerra rivoluzionaria e le vendette più atroci.

Anche l'avvenimeno contingente: la fucilazione per rappresaglia di cinque militanti comunisti già detenuti nelle carceri episodio dal quale nsceranno le prime minacce di morte al filosofo, può essere interpretato sostanzanzialmente come una decisione eclatante, ma vigliacca.

Più facile ccidere un uomo inerme in auto che compiere una impresa coragiosa ma pericolosa come lo smiamento dei ponti di Firenze.

Un pensiero agli intellettuali italiani. considerati opportunisti, vigliacchi e servili ma è giusto se ci riferiamo alle seconde file.

I grandi intellettuali italiani del Novecento furono coerenti e pagarono lper le loro idee di persona. Ensiamo a Gentile, Gobetti, Gramsci, Martinetti, Soffici, Bonaiuti, Ducati, Volpe. Alcuni furono uccisi, altri pagarono con l’emarginazione, l’esilio, la perdita delle loro cattedre.

Croce non patì per il suo antifascismo ma fu comunque sorvegliato e minacciato.

Il vero errore degli intellettuali civili italiani fu che credettero alla coincidenza di cultura e politica, e così restarono prigionieri del loro sogno come lo stesso Gentile o nell'altro versante Gramsci.


-Ecco allegato un estratto dell'articolo di Gentile sulla fulazione dei cinque prigionieri nel dicembre 1943, apparso sul Corriere della Sera e initolato Ricostruire

« ....Quindi la funzione essenziale della cultura che è certo, scienza e genio, ma è tradizione; e come coscienza profonda di questa, unità fondamentale comune, bisogno di concordia degli animi, rinvio di tutto quello che può divenire, cessazione delle lotte, tranne quella vitale contro i sobillatori, i traditori, venduti o in buona fede, ma sadicamente ebbri di sterminio. I fascisti hanno preso, come ne avevano il dovere, l'iniziativa della riscossa, e perciò essi per primi devono dare l'esempio di saper gettare nel fuoco ogni spirito di vendetta e di fazione, e mettere al di sopra dello stesso Partito costantemente la Patria. E se il Partito, nella sua organizzazione nazionale, alla dipendenza dei Capi nelle provincie, ha in mano, come organo dello Stato, la responsabilità del potere, egli deve ricordarsi che la sua funzione delicatissima va esercitata più che mai con largo spirito pacificatore e costruttivo....Colpire ovunque il meno possibile; andare incontro alle masse per conquistarne la fiducia e richiamarle alla coscienza del comune dovere. »

venerdì 3 dicembre 2010

"De Wikileaks"


penso che Assange, colle sue operazioni, sia riuscito a far convergere USA e Cina sulla possibilità della libera circolazione delle informazioni che deve essere fermata.Si tratta rispettivamente della nazione che rappresenta il top del mondo occidentale e dall'altra parte uno stato che massima espressione del modo di veivere "orientale" con tutte le sue contraddizioni.

Il massimo delle contraddizioni odierne lo leggiamo nel mandato d'arresto internazionale spiccato contro Assange dall' Interpol sulla base di alcune denunce di violenza sessuale.Certamente per fare intervenire l'Interpol per una denuncia non suffragata da fatti e anche limitata (Svezia) sembra evidente che possa esservi qualcosa nell'ombra.

Due livelli di informazione, uno "chiaro" ed uno "criptico" nell'epoca attuale è difficile da mantenere. Internet sovrappone tutta la mole di notizie, rendendo difficile avere una totale segretezza.

Finchè le nostre costituzioni garantiscono la libera espressione d'opinione e lalibertà di stampa si ha il diritto di diffondere informazione.una società a divenire questa libera circolazione incrementata dall'ausilio informatico è da tebere sempre a mente. Se no adottare un regime di diffusione di notizia stile cinese, dove tutto è filtrato.

E' ovvio che Wikileaks è solo l'apicale manifestarsi di un radicato problema.

Ma si deve riflettere sul problema. Non sulle informazioni in se.

domenica 7 novembre 2010

Biocaminetti una favola

Ultimamente sui quotidiani e in televisioni commerciali c'è una singolare pubblicità: quella dei biocaminetti che, a detta del produttore, sono caminetti senza canna fumaria ma anche senza fumo ed, udite udite, senza polveri sottili.

Funzionano principalmente con bio-etanolo ottenuto da biomasse, in particolare dalla fermentazione del mais.

Ma è davvero sicuro il bioetanolo?

Molti dicono di si , ma non appena andiamo in studi non sponsorizzati come quello del prof. Jacobson dell'università di Stanfordecco che tale convinzione viene messa in dubbio.

Lo studio, pubblicato dalla rivista Environmental Science Technology, cerca di stimare i possibili effetti sulla salute di una completa sostituzione della benzina con l' E85 (85% bioetanolo, 15% benzina) entro il 2020.

Lo studio tiene conto per tutti gli USA e in particolare per l'area di Los Angeles dei seguenti fattori:

  • proiezioni relative all'aumento della popolazione americana

  • proiezioni relative all'aumento del traffico

  • previsioni sulla diminuzione delle emissioni dei singoli veicoli.

Sulla base di queste ipotesi, il modello di Jacobson prevede nel 2020 unaumento del 4% della mortalità negli USA, a causa dei maggiori livelli di ozono determinati dall'uso dell'E85 (il legame tra livello di ozono troposferico e mortalità è abbastanza ben studiato).

L'aumento della mortalitàsale invece al 9% se si considera solo l'area di Los Angeles (dove si concentreranno circa il 30% di tutti i morti USA per ozono).Aumenti simili si osserveranno nei casi diospedalizzazione da ozono e nei casi di asma. Nonci dovrebbero essere invece variazioni significative nei casi di tumore.

Le previsioni di Jacobson sono segnate chiaramente da una certa incertezza (in particolare per quanto riguarda i futuri valori delle emissioni massime delle auto), tuttavia una cosa è certa, il bioetanolo non migliorerà la qualità dell'aria.

C'è una cosa che però non viene detta nello studio di Jacobson: se gli USA dovessero passare dalla benzina all'E85 avrebbero bisogno di una quantità di mais pari a circa 13-14 volte l'attuale produzione.

Dove andranno a prenderlo? Per coltivarlo occorrerebbe circa un terzo di tutta la terra arabile del pianeta...

Senza considerare della quantità di pesticidi impiegati per la coltivazione del mais.

Il biocaminetto riscalda la casa facendo risparmiare soldi.

E' vero?

Qui proprio non ci siamo.

Trasformare il mais in bioetanolo per poi bruciarlo in un caminetto è proprio una fesseria. Iniziamo a pensare ai costi necessari per coltivare il mais, distillarlo in alcool ed infine per trasportarlo.

Insomma il costo energetico del bioetanolo è talmente alto che è proprio insensato bruciarlo nel caminetto.

Che la cosa sia del tutto insensata la vedete anche senza troppo grattarvi la testa sulla resa energetica. Circa 20 litri di bioetanolo vi costano 65 Euro, ovvero 3.25 Euro al litro (!!!!), E' quasi più conveniente utilizzare della grappa (è bioetanolo anche quello), ma ci siamo vicini.

Considerate che un chilo di legna costa circa 10 centesimi. La legna ha un potere calorifico che è circa la metà di quello del bioetanolo ma, a parità di potere calorifico, il bioetanolo costa oltre dieci volte di più.

Poi se uno vuol vedere questo arnese per quello che è, ovvero una cosa puramente decorativa, va anche bene. Sicuramente, crea un’atmosfera romantica e se invitate a cena una bella signora (o signore) può darsi che il caminetto a bioetanolo vi dia una mano per l’impresa di sedurla/o.

Il biocaminetto non è inquinante e non necessita di canne fumarie

Dalle scuole elementari insegnano che il prodotto di qualsiasi combustione è acqua e anidridecarbonica

Installare un bracere (perchè è di questo che parliamo) in ambienti non idonei troviamo, ad esempio finestre sigillate per ridurre gli spifferi e la dispersione di calore. In queste condizioni, uno di questi caminetti privi di canna fumaria potrebbe fare dei danni alla salute.

Tenuto acceso in continuo da qualcuno che si può permettere il bioetanolo a questi prezzi potrebbe portare a un’aumento della concentrazione di CO2 sufficiente per farvi venire una bella emicrania e forse anche qualcosa di peggio.

Insomma il marketing ha superato ogni decenza.

Se fino a qualche decennio fa le aziende studiavano il mercato ed i consumatori e davano dei prodotti di cui avevamo bisogno, adesso ci creano dei bisogni!

Fonti principali

M.Z.Jacobsonm Environ.Sci.Tecnol.,ASAP Article (pubblicato sul web il 18 aprile 2007

http://www.nytimes.com/2006/12/18/nyregion/18wood.html?_r=1

sabato 30 ottobre 2010

il pianeta delle scimmie, tutti

i flims
Il pianeta delle scimmie-L'altra faccia del pianeta delle scimmie
il primo e il secondo possono andare praticamente insieme, se il primo mostra alti punti cinematografici, il secondo è un po' più fiacco, ma visti in continuum sono una grande opera.
Eccelso il finale del primo una vera sorpresa, anche quando visto e rivisto.
Se qualccuno dinoi ha letto i romanzi le differenze sono sottili, ma sensibili: il pprotagonista Taylor (Haeston) è francese, le scimmie sono molto avanzate tecnologicamente, come gli uomini della terra, per spiegarmi; la lingua parlata delle scimmie è indigena (romanzo) e non l'inglese. Gli umani del romanzo sono nudi.

gli altri
Fuga dal pianeta delle scimmie
si pone il sacro ruolo di farci capire come sia potuta avvenire la trasformazione delle scimmie da animali a "umani". un esile tentativo di parlare del diverso e dell'ostilità che quasto pone nella comunità, esile di sceneggiatura, ancor di più perchè serabbero poi solo gli scimpanzè a essere "evoluti."
[color=blue]1999 la conquista della terra[/color]
ancora una domanda non fa dormire la major produttrice: "ma come hanno fatto le scimmie a divenire più potenti degli uomini?"
Ecco cosa si sono chiesti produttori e sceneggiatori. sempre più esile la trama e i messaggi. Inventarsi le scimmie come animali di compagnia, il centro di educazione trovate che se ben sfruttate potevano creare altro film le prime un certo asimvismi e la seconda rieducazioni staliniste, ma cosi non è stato)

infine 2670 ultimo atto (traduzione oscena dell'originale battle for planet of the apes) finalmente i produttori e gli sceneggiatori hanno pace si chiude il cerchio, cè la guerra atomica e la terra sarà dominata dalle scimmie, il saggio governo delle scimmie completamente paritario fra le due specie è rovesciato e le scimmie govereranno il mondo

Serie TVCBS 1974

come crearla? semplice spostando il tempo indietro e circa 800 anni prima del primo film dua stronauti subiscono una anomalia del loro mezzo spaziale e sono proiettati nel futuro. Qui però la società è differente, gli umani sono un po’ più evoluti e sopratutto
dal punto di vista politico le scimmie non sono esattamente unite.
La trama molto semplice i due astronauti superstiti sono accettati dagli scimpanzè e lottano per sfuggire ai gorilla, e contemporaneamente ricercano un computer umano finzionante per rimettere in sesto l'astronave e tornate a casa.
Non ebbe tropo isuccesso ed alla prima stagione fu fermata
Una curosità Hoddy McDowall ha interpretato tre diversi scimpanzè nella
saga.
- Cornelius ne “Il Pianeta delle Scimmie” e “Fuga
dal pianeta delle scimmie”
- Ceaser in “1999: conquista della Terra” e “2670:
ultimo atto”
- Galen nella serie televisiva

Planet of Apes Regia T Burton

e di questo cosa farne?
L'incipit è promettente : un chiaro omaggio al 2001 di Kubrik edel cinema di fantastico degli anni '50 e '60. I titoli di testa sono una rivisitazione dei Peplum italiani.
Poi però la cosa si sgonfia, l'intreccio diventa scontato e la visione noiosa. E' evidente il fatto che l'estetica di Burton si è conformata alla legge del minimo rischio e del massimo guadagno. Se nel passato l'ipercaratterizzazione dei personaggi e la netta divisione tra buoni e cattivi non gli aveva impedito di giocare con le sfumature e di mischiare le carte, si pensi ad esempio a Edward mani di forbice o a Sleepy Hollow, il Burton del pianeta delle scimmie è didascalico, superfluo, banale.
Nessuna invenzione narrativa. La trama è arcinota e si basa sul classico triangolo, cosi caro alle Majors, formato dal buono, dal malvagio e dalla donna che sta tra i due.
Sembra di rivedereil terribile Ultimo atto, con più soldi.
L'unico vero momento d'emozione è il finale del fim, quindi aspettare quasi due pre per un colpo di scena la dice lunga.

Conclusione? comprate il libro :lol:

a proposito una citazione Mariangela Fantozzi viene scritturata per un'ennesima versione del pianeta delle scimmie in quanto si risparmia col trucco: (Fantozzi alla riscossa 1990)

72 anni fa: la guerra dei mondi

Alle ore venti in punto del 30 ottobre 1938, dopo le prime note del programma musicale, irruppe la voce dell'annunciatore:"Signore e signori, vogliate scusarci per l’interruzione del nostro programma di musica da ballo, ma ci è appena pervenuto uno speciale bollettino della Intercontinental Radio News. Alle 7:40, ora centrale, il professor Farrell dell’Osservatorio di Mount Jennings, Chicago, Illinois, ha rilevato diverse esplosioni di gas incandescente che si sono succedute ad intervalli regolari sul pianeta Marte. Le indagini spettroscopiche hanno stabilito che il gas in questione è idrogeno e si sta muovendo verso la Terra ad enorme velocità... "Cominciava cosi, 72 anni fa la lettura recitata da parte di Orson Welles all'emitente radiofonica CBS del romanzo di G. Wells.Al termine della trasmissione, Orson Welles si recò in un vicino teatro per prendere parte alle prove serali di uno spettacolo, venendo a conoscenza solo il giorno dopo del putiferio che la sua interpretazione aveva scatenato. A dire il vero, Welles pensava che l'adattamento fosse noioso, e non avrebbe voluto proporlo, se non fosse che fu costretto ad usarlo perché si ritrovava senza altro materiale interessante a disposizione. Il risultato fu fin troppo realistico e si trattò di una enorme pubblicità per il regista, che portò la RKO ad offrirgli un contratto per la realizzazione di tre film a Hollywood.Tanto che Welles dichiarò successivamente "Furono le dimensioni della reazione ad essere sbalorditive. Sei minuti dopo che eravamo andati in onda le case si svuotavano e le chiese si riempivano; da Nashville a Minneapolis la gente alzava invocazioni e si lacerava gli abiti per strada. Cominciammo a renderci conto, mentre stavamo distruggendo il New Jersey, che avevamo sottostimato l'estensione della vena di follia della nostra America. "

sabato 23 ottobre 2010

INPS: chi lavora con contratto a Termine non maturerà mai una pensione!


La notizia è vera, ma nascosta dimentcta eclissata.
Chiunque lavori, ma con contratto interinale, precario, co.co.co. (chiamiamolo come ci piace)versa si i contributi,ma per pagare la pensione a chi lavora con contratto indeterminato.
Tutto cià perchè l'INPS non può pagare troppe pensioni.
La mara, triste verità è nascosta, dunque per evitare la rivolta.

Ad affermarlo è lo stesso presidente dell'istituto di previdenza, Antonio Mastropasqua che, come scrive Agoravox, ha finalmente risposto a chi gli chiedeva perché l'INPS non fornisce ai precari la simulazione della loro pensione futura come fa con gli altri lavoratori: "Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale".

Intrage scrive che l'annuncio è stato dato nel corso di un convegno: la notizia principale sarebbe dovuta essere quella che l'Inps invierà, la prossima settimana, circa 4 milioni di lettere ai parasubordinati, dopo quelle spedite a luglio ai lavoratori dipendenti, per spiegare come consultare on line la posizione previdenziale personale. Per verificare, cioè, i contributi che risultano versati.

La seconda notizia è che non sarà possibile, per il lavoratore parasubordinato, simulare sullo stesso sito quella che dovrebbe essere la sua pensione, come invece possono già fare i lavoratori dipendenti. Il motivo di questa differenza pare sia stato spiegato da Mastrapasqua proprio con quella battuta. Per dire, in altre parole, che se i vari collaboratori, consulenti, lavoratori a progetto, co.co.co., iscritti alla gestione separata Inps, cioè i parasubordinati, venissero a conoscenza della verità, potrebbero arrabbiarsi sul serio.
E la verità è che col sistema contributivo, i trattamenti maturati da collaboratori e consulenti spesso non arrivano alla pensione minima.

I precari, i lavoratori parasubordinati come si chiamano per l'INPS gli "imprenditori di loro stessi" creati dalle politiche neoliberiste, non avranno la pensione. Pagano contributi inutilmente o meglio: li pagano perché l'INPS possa pagare la pensione a chi la maturerà. Per i parasubordinati la pensione non arriverà alla minima, nemmeno se il parasubordinato riuscirà, nella sua carriera lavorativa, a non perdere neppure un anno di contribuzione.

L'unico sistema che l'INPS ha trovato per affrontare l'amara verità, è stato quello di nascondere ai lavoratori che nel loro futuro la pensione non ci sarà.

Fonte
http://contintasca.blogosfere.it/2010/10/inps-e-ufficiale-i-precari-saranno-senza-pensione-silenzio-dei-media-o-scatta-la-rivolta.html

mercoledì 20 ottobre 2010

Un episodio poco noto della guerra fredda: la guerra SudAfrica-Angola

Il destino della ex colonia tedesca dell’Africa del Sud-Ovest è molto travagliato; al termine della seconda guerra mondiale, il Sud-Africa tentò d’inglobare tali territori (contro il parere dell’ONU) divenendone di fatto la quinta provincia, con rappresentanza al parlamento.
Il Governo sudafricano importò le leggi dell’apartheid in tale provincia incrementando il malcontento della popolazione, sino a che nel 1962 si verificarono i primi casi eclatanti di guerrilla, con la formazione dell’ala armata del partito indipendentista SWAPO; People Liberation Army of Nambia (PLAN).
Nel settembre del 1965 ci fu il primo scontro a fuoco fra contingenti sudafricani e rivoluzionari.
Durante questo primo periodo furono soprattutto la South African Police e la South West African Police (SWAPOL), appoggiate dalla South African Force (SAAF), a contrastare le attività dei ribelli. Ben presto però l'intensità degli scontri fu tale che il governo sudafricano dovette dar vita a una apposita unità di polizia per tentare di marginare questo fenomeno e per sedare le ormai sempre più frequenti rivolte della popolazione di colore in Namibia.
La confinante Angola ospitava molte basi di formazioni ribelli, essendo nel contemo impegnata in azioni di guerrilla contro il Portogallo.
Alla fine degli anni sessanta nacque la counter insurgency unit anche nota con il nome di Koevoet che aveva come compito quello di contrastare le attività dei guerriglieri.
Dopo la c.d. rivoluzione dei garofani il governo di Lisbona riconobbe l'indipendenza dell'Angola.
In vista della indipendenza promessa dal Portogallo, le varie frange ribelli, iniziarono a combattere tra loro per il controllo della capitale Luanda. Quando i guerriglieri presero però anche di mira la diga di Calueque, che era stata costruita dai portoghesi in cooperazione con il Sudafrica per fornire energia elettrica a molte aree urbane in Namibia, l'esercito sudafricano si vide costretto ad intervenire.] Il conflitto originariamente delimitato nella sola Angola assunse quindi carattere internazionale.
Verso la fine del 1975 l'MPLA, appoggiato dall’URSS prese il controllo della capitale dell'Angola. Su richiesta dell’MPLA stessa consiglieri militari cubani e sovietici giunsero nella nazione africana per addestrare truppe, portare mezzi e uomini locali specialmente da Cuba. Gli USA non restarono inetri e la CIA iniziò a passare informazioni all'UNITA ed alla FNLA per contrastare l'MPLA.
Con l’”Operazione Savannah” il SudAfrica esplicitamente invase l’angola per impossessarsi della diga idroelettrica di Ruacana-Calueque. Con l'aiuto dell’FNLA e dell'UNITA, le forze armate sudafricane riuscirono ad assumere il controllo della Benguela railway che avrebbe permesso, in caso di necessità, un rapido ritiro dal territorio, oltre a garantire una via di rifornimento attraverso un territorio impervio e quasi privo di vie di collegamento.
L’MPLA era sempre più approviggionata dall’Unione Sovietica e in breve tempo aveva preso il completo controllo politico del paese.
Il SudAfrica formò la Task-Force Zulu composta da due gruppi di combattimento che infiltrati nell’Angola con opportune operazioni di guerrilla preparassero la strada all’invasione armata vera e propria. In soli 30 giorni la task force Zulu riuscì a percorrere oltre 300 chilometri di giungla, ingaggiando numerosi scontri con guerriglieri dell'MPLA e raggiungendo alla fine del trentesimo giorno la città di Ngunza. gIn supporto furono inviati ulteriori tre gruppi da combattimento.
Assunto il controllo sui punti chiave nelle aree interessate dell'Angola meridionale, si diede inizio all'operazione Savannah. Durante questa operazione, su richiesta del comandante dell'FNLA Holden Roberto, si decise anche di attaccare Luanda.
Il 9 Novembre 1975 l’Artiglieria del SudAfrica bombardò la capitale angolana con obici da 140mm.
Però a causa della scarsa preparazione dei guerriglieri dell'FNLA, l'attacco fu un fallimento e il personale sudafricano si dovette ritirare.
Il Sudafrica ritirò le proprie forze armate dall'Angola, mentre nel frattempo oltre trentamila soldati cubani erano stati inviati da Cuba in Angola su richiesta dell primo ministro
I cubani, avvalendosi di un armamento superiore rispetto a quello delle forze armate sudafricane, costrinsero le truppe dell'Africa Australe a ritirarsi dal paese nel marzo 1976, tale azione fu denominata Oerazione Carlota.
Il Sudafrica, però, non cessò di sostenere l'UNITA nella lotta contro l'MPLA. Nel decennio che seguì, la South African Forces compì numerose operazioni militari in Angola, Zambia, e Mozambico per contrastare una possibile espansione dell'MPLA
Nonostante continue risoluzioni ONU sull’indipendenza della Namibia il SudAfrica continuava a ritenere tale territorio come propria parte della nezione.
Nel 1982 furono gettate le prime basi per l'indipendenza del paese e per dotarlo di una sua costituzione. Un ruolo chiave nel compito di mediatore lo ebbero gli Stati Uniti che, a partire dal 1984, si impiegarono, senza successo, affinché le forze armate del SudAfrica fossero ritirate dall'Angola meridionale.
Il ruolo mediatore degli Stati Uniti fu però sottoposto anche a pesanti critiche, specialmente da coloro che puntavano a ricevere il riconoscimento dell'indipendenza della Namibia a livello internazionale. Nonostante la politica americana promettesse a parole una rapida fine del conflitto, gli Stati Uniti sembravano invece incoraggiare il Sudafrica ad estendere la propria sfera di controllo sui paesi limitrofi, fornendo all'UNITA missili Stinger, missili anticarro e armi di ogni genere per contrastare l'MPLA.
Nel 1987 il governo angolano decise quindi di sferrare una pesante offensiva nel sud del paese per ritornare in possesso delle regioni meridionali. Nonostante il parere negativo dei consiglieri militari cubani, l'esercito angolano lanciò un attacco in tutta la regione lungo il confine con il Sudafrica. In risposta, l'esercito sudafricano invase nuovamente le regioni meridionali dell'Angola dando il via alle operazioni militari Modular e Hooper e respingendo le forze regolari dell'Angola fino alla città di Cuito Cuanavale da dove era iniziata l'offensiva.
Di conseguenza Cuba inviò 55000 soldati in Angola per respingere le forze armate Sudafricane. I due eserciti si scontrarono nella battaglia di Cuito Cuanavale, la più sanguinosa mai avvenuta in Africa dopo la fine della seconda guerra mondiale. Nonostante entrambe le fazioni rivendicassero la vittoria, in tale occasione le forze cubane riuscirono a respingere gli invasori sudafricani. Le conseguenze furono una forte offensiva nel territorio della Namibia e contro gli impianti idroelettrici di Calueque. Il 27 giugno1988 alcuni MiG-23 cubani, che nel frattempo erano riusciti ad assumere la supremazia aerea dei cieli angolani, bombardarono l'impianto idroelettrico uccidendo 12 soldati sudafricani. Alla fine il governo del Sudafrica propose ai governi angolano e cubano la tregua

Nel 1987 fu presa in considerazione la possibilità di riconoscere l'indipendenza della Cambia.
Cuba ed Unione Sovietica garantirono il ritiro delle loro truppe non appena le forze armate sudafricane si fossero ritirate dall'Angola e promisero di cessare la fornitura di armi all'Angola. Questi accordi, a cui parteciparono da una parte Angola, Swapo e Cuba, dall'altra Sudafrica e Stati Uniti, siglati dopo la richiesta di tregua da parte del governo Sudafricano diedero nuova forza alla risoluzione delle Nazioni Unite che fu poi ratificata nel dicembre del 1988. La repubblica democratica dell'Angola approvò infine nel protocollo di Brazzaville il ritiro delle truppe cubane accettando al loro posto una commissione di osservatori internazionali presieduta da Unione Sovietica e Stati Uniti per il mantenimento della pace. Contemporaneamente il Sudafrica accettò di cedere la sovranità della Namibia alle Nazioni Unite.
Nonostante la garanzia di ricevere l'indipendenza dal Sudafrica la People's Liberation Army of Namibia, uno dei bracci armati della SWAPO, decise di occupare con circa 2 000 uomini una parte dei territori del nord della Namibia per garantirsi il controllo del paese una volta che esso fosse divenuto indipendente. Su consiglio dell' allora primo ministro britannico Signora Thacher che si trovava in visita di stato in Sudafrica, Martti Ahtisaari fece intervenire un piccolo contingente dell'esercito sudafricano per ripristinare l'ordine nelle province settentrionali del paese.
Il periodo di transizione all' indipendenza durò circa undici mesi e fu da ogni punto di vista abbastanza tranquillo.
Il Sudafrica ritirò i suoi soldati dalla Namibia, prigionieri politici furono rilasciati e 42 000 rifugiati si apprestarono a rimpatriare. Nel novembre del 1989 si tennero le prime elezioni che videro la vittoria del partito della SWAPO con il 57% dei voti, a una manciata di voti dalla maggioranza dei due terzi necessaria per modificare la costituzione che era stata approvata dal Sudafrica. All'opposizione andò il partito democratico Turnhalle Alliance che ricevette il 29% dei voti. Infine il primo consiglio di assemblea del neoeletto parlamento, si tenne il 29 novembre 1989.

giovedì 14 ottobre 2010

Il sostituto del latte materno un mito fraudolento



Com’è possibile che un prodotto inventato per salvare una vita in casi gravi sia diventato di uso comune per mamme e bambini che non ne hanno bisogno, sostituendo tra l’altro un prodotto a costo zero, ecologico e qualitativamente inarrivabile come il latte materno? A quest’espansione hanno sicuramente contribuito fattori sociali come il passaggio dalla famiglia estesa a quella nucleare ed il progressivo inserimento della donna nel mondo del lavoro. Ma un ruolo importante l’ha avuto il “mongering”, l’invenzione di un bisogno inesistente per “vendere ai sani”.
Henri Nestlé aveva salvato la vita a prematuri e a donne malate con la sua farina lattea, ma ben presto questo prodotto divenne un consumo imposto con la pubblicità a tutte le fasce,

Contemporaneamente all’invenzione e allo sviluppo dei sostituti del latte materno, nasceva e cresceva la moderna medicina scientifica. Una delle caratteristiche della quale era ed è la medicalizzazione, cioè il tentativo o la pretesa di sottoporre a controllo medico tutti gli eventi nella vita di un individuo che possono influenzare la sua salute. È successo con il parto, ed è successo con l’alimentazione dei lattanti e dei bambini. L’allattamento e lo svezzamento, che per millenni erano stati praticati in modo naturale, mediante la trasmissione intergenerazionale dei relativi comportamenti, diventano oggetto di attenzione da parte dei pediatri. Non potendo controllare quantità e qualità del latte materno, essi accolgono con favore l’idea di usare e prescrivere un sostituto. All’inizio, verso la fine del XIX° secolo, sono avversari dell’industria; ritengono infatti che spetti a loro, e non a “chimici” come Nestlé, Liebig e Mellin, stabilire la composizione del prodotto. Sono soprattutto i pediatri americani a lanciarsi nell’impresa e a sviluppare diverse “formule” per diluire e mescolare il latte di mucca con altri ingredienti, nel tentativo di renderlo adatto all’alimentazione del lattante. La parola “formula”, tuttora usata in inglese per indicare il latte artificiale ed ormai entrata in uso anche nel dizionario pediatrico italiano, nasce proprio a cavallo del XIX° e del XX° secolo alla Facoltà di Medicina dell’Università di Harvard. Attorno al 1920, tuttavia, la maggioranza dei pediatri, frustrata dalla complessità di prescrivere e preparare le formule proposte dalla varie scuole di pediatria, raccomandavano ormai le formule industriali.

Si forma così, per consolidarsi in seguito in tutto il mondo, una stretta alleanza tra le professioni sanitarie, pediatri in primis, ma non solo, e l’industria che produce e commercializza sostituti del latte materno. Alleanza che spazia dalla ricerca alla formazione ed alla prestazione di servizi, ma che in ogni caso l’industria integra nel suo sistema di marketing. Nonostante importanti riviste mediche americane, inglesi e tedesche pubblichino fin dall’inizio del XX° secolo articoli che mostrano come i bambini alimentati con latte di formula abbiano una mortalità, e più in generale uno stato di salute e nutrizione, peggiore di quella dei bambini allattati al seno.

Una volta che le madri, persuase che il loro latte sia insufficiente o inadeguato, provano il latte di formula, il mercato per lo stesso è assicurato. Il lattante che, avendo preso latte di formula, succhia meno latte materno, scatena infatti quel processo fisiologico che porterà la madre a produrne sempre meno, fino all’esaurimento. L’industria conosce alla perfezione questo meccanismo ed è per questo che concentra i suoi sforzi sulla donna che deve decidere come alimentare il figlio e sui primi giorni dopo il parto. Le forniture gratuite di latte formulato agli ospedali, ora proibite dalla legge ma ancora in voga, hanno proprio questo malefico scopo: rendere facilmente disponibile il sostituto del latte materno in modo che rappresenti per tutti, madri ed operatori sanitari, la facile ed immediata soluzione all’apparire del minimo problema con l’allattamento al seno. Il marketing non è il solo responsabile di questi problemi; fanno sicuramente la loro parte operatori sanitari non adeguatamente preparati a mettere in atto routines e pratiche che favoriscano l’allattamento. Ma se almeno in parte è responsabile, bisogna porvi dei limiti, a salvaguardia della salute pubblica. Non bisogna infatti dimenticare che nelle popolazioni a basso reddito si stimano ad oltre un milione i bambini che muoiono perché non allattati al seno.

o cercato di mostrare come i meccanismi che portano ad un uso generalizzato ed improprio di sostituti del latte materno siano in atto da oltre 100 anni e siano basati sugli stessi principi adottati attualmente dalle multinazionali del farmaco per inventare malattie e farne commercio. Non per nulla l’industria del latte formulato, avendo fatto in modo che nel corso degli anni i suoi prodotti, per lo meno in Italia, si vendano prevalentemente in farmacia, resiste a qualsiasi tentativo, dall’alto e dal basso, di privilegiarne la vendita attraverso i normali canali commerciali. Vuole cioè che, fino a quando è possibile, i suoi prodotti conservino nell’immaginario collettivo le sembianze di un farmaco. Inutile dire che in questa disputa riesce ad avere al suo fianco, fedeli alleati, la maggioranza dei pediatri, che difficilmente rinunciano ad un congresso o ad un corso sponsorizzato.

C’è chi pensa che questa tendenza debba essere portata all’eccesso; che il latte di formula debba essere cioè catalogato ufficialmente come farmaco (attualmente, in tutti i paesi del mondo meno Israele, è catalogato come alimento speciale). In questo modo, sostengono coloro che propugnano questa soluzione, sarebbe usabile solo con ricetta medica, e quindi solo quando mamma e/o bambino siano gravemente ammalati ed impossibilitati ad allattare. La parallela vicenda del “disease mongering” dovrebbe insegnarci che così non è: anche un farmaco usabile solo con ricetta medica può diventare come il chewing gum.

Si deduce che sia preferibile il contrario: che il latte di formula debba essere equiparato alle melanzane. Forse, declassato da prodotto medico ad ortaggio, cesserebbe di essere appetibile per i pediatri e di far concorrenza al latte materno.

Bibliografia

http://www.mpv-cav.veneto.it/mpv/a_182_IT_962_1.html

http://www.ibfanitalia.org/

http://salutenaturale.forumattivo.com/generale-bis-f1/farmaci-che-ammalano-e-case-farmaceutiche-che-ci-trasf-t501.htm

Smith R. Investigating the previous studies of a fraudolent author. British Medical Journal 2005;331:288-91.

martedì 28 settembre 2010

Drogato!



Drogato!

Una frase gridata che ferisce profondamente, eppure simo tutti drogati e no lo sappiamo. Viviamo circondati da sostanze psicotrope che ingeriamo sottoforma di alimenti e che creano dipendenza vera e propria.

Ricordiamoci di ciò prima di acquistare il primo cibo/bevanda che vediamo in un banco di ipermercato.

Le sostanze le dividiamo in stimolanti, sedative, deliranti.

STIMOLANTI
Composti che fanno sentire più vigili ed energici

I nervi comunicano tra loro mediante impulsi elettrochimici che corrono lungo le fibre nervose; fra fibra nervosa e cellula seguente c’è sempre un minuscolo spazio; per riempirlo il nervo rilascia piccole quantità di sostanze chimiche (neurotrasmettitori) che influiscono nella cellula che segue.
Alcuni neurotrasmettitori sono forti stimolanti, che inducono le cellule muscolari a contrarsi, le ghiandole a secernere e altri neuroni a rilasciare scariche elettriche.
Di conseguenza l’effetto stimolante che avvertiamo nel corpo è il semplice risultato dell’energia chimica che va ad agire nel sistema nervoso. Lo stimolante induce l’organismo a consumare energia in maggiore quantità rispetto alla norma. Questo è il motivo per cui dopo l’effetto stimolante (illusorio e apparente), si è molto più stanchi e scarichi di prima e servono altri stimolanti per tirarsi su, in un circolo vizioso perverso e deleterio!

Conosciamo adesso un po’ di sostanze stimolanti.

Zucchero à Mentre il nostro corredo genetico si è sviluppato in un contesto nutrizionale in cui si consumava (nel Paleolitico) procapite solo 2 kg all’anno sottoforma di miele, siamo passati a 5 kg di zucchero nel 1830 per giungere a 70 kg alla fine 1900!

Fra l’altro lo zuccgero raffinato, che utilizziamo è una sostanza innaturale tra le più tossiche in commercio. La componente di base è trattata con latte di calce (che provoca la distruzione di tutte le sostanze organiche utili: proteine, enzimi, sali, ecc.), in seguito decolorato con acido solforoso, alla fine subisce altri processi, dove viene filtrato, centrifugato, e colorato con blu oltremare e blu idantrene (proveniente dal catrame, quindi cancerogeno).
La polvere bianca che si ottiene è sterile, essere assimilata, sottrae vitamine e minerali (calcio da ossa e denti: osteoporosi e carie) per ricostruire almeno in parte quell’armonia di elementi distrutti dalla raffinazione. Questo processo acidifica il terreno biologico.
Una recente ricerca condotta da Bart Hoebel del Princeton Neuroscience Institute, ha scoperto che lo zucchero crea una vera e propria dipendenza e sintomi di astinenza simili a quelli provocati da altre droghe.
Nel cervello, quando si assume zucchero, avvengono dei cambiamenti neurochimici che fanno aumentare la dopamina, e questa è la ragione per cui quando si viene privati improvvisamente della dose zuccherina giornaliera, si genera una vera e propria crisi di astinenza.
Questo è causato dal rapidissimo assorbimento dello zucchero nel sangue che fa salire la glicemia, e costringe il pancreas a secernere insulina. Tale ormone fa scendere bruscamente la glicemia (malessere, sudorazione, irritabilità, debolezza) con bisogno di mangiare ancora zuccheri per sentirsi meglio; vi siete mai chiesti perchè i ragazzi assumono sempre più bevande zuccherate? (the freddi, succhi di frutta, aranciate, cola)
Il premio Nobel per la medicina, il tedesco Heinrich Warburg aveva scoperto che il metabolismo dei tumori maligni dipende in gran parte dal loro consumo di glucosio.
Ingerendo infatti zucchero o farine raffinate (pasta, pane, biscotti, grissini, ecc.), si alza il tasso di glucosio (aumenta la glicemia) nel sangue e l’organismo libera oltre all’insulina, come abbiamo visto, l’I.G.F. una molecola con proprietà che stimolano la crescita cellulare.
In parole povere lo zucchero è la benzina dei tumori.

Caffè à La caffeina è lo stimolante naturale più diffuso e si trova in molte piante.
Il caffè sarebbe stato scoperto dai nomadi etiopi che avevano notato come i propri animali domestici diventavano più vivaci dopo aver mangiato il frutto degli alberi del caffè.

Quando provarono a mangiarne i semi, diventarono tutti più briosi, ma alla fine, impararono a ricavare una bevanda dai semi tostati.
All’epoca però il caffè veniva usato solo nelle cerimonie e riti religiosi.

Il caffè è un forte stimolante: irrita le mucose dello stomaco e vescica (che secernono poi muco per difendersi), procura cattive digestioni gastrointestinali e impedisce una corretta assimilazione dei principi nutrizionali. E’ uno dei principali distruttori di batteri acidofili nell’intestino.
Negli Stati Uniti, dove se ne consumano grandi quantità non è un caso che le marche di antiacidi è pari a quello delle marche del caffè.
Nella nostra società la dipendenza dal caffè è fortissima: molti consumatori non riescono a pensare con chiarezza al mattino e nemmeno andare in bagno senza la dose quotidiana. Soffrono veri e propri sintomi di astinenza se smettono di prenderlo. La reazione di astinenza comincia 24-36 ore dopo l’ultimo caffè, e i sintomi sono mal di testa, nausea, irritabilità, apatia e vomito. Per fortuna i sintomi durano da 36 a 72 ore, ma scompaiono rapidamente.
Johann Sebastian Bach ne era assuefatto, non a caso magnificò la bevanda con la “Cantata del caffè”. Lo scrittore francese Honoré de Balzac, non riusciva a lavorare senza bere una specie di brodaglia densa che gli procurava dolori e crampi allo stomaco.

Thé à Il thé non è irritante quanto il caffè ma è sempre un potente stimolante.
Il suo principio attivo si chiama teofillina, e tra gli effetti nell’organismo, quando lo si beve in quantità, vi è nervosismo, agitazione e insonnia.
Essendo un eccitante, vale la stessa cosa appena vista per il caffè.

Cola à La cola è un seme o noce dell’albero della cola che contiene caffeina. Il loro gusto è molto amaro, ed è per questo che in commercio la cola viene addizionata di zucchero.
La deleteria combinazione zucchero/caffeina, nelle bibite analcoliche gassate, è particolarmente capace di dare assuefazione e questo i produttori lo sanno molto bene.
I genitori per tanto dovrebbero sapere che tali bibite sono droghe velenose capaci di influire sulla salute fisica e lo stato d’animo.

Guaranà à Il guaranà è ricavato dai semi di un arbusto della giungla brasiliana.
Contiene più caffeina del caffè e viene usata per produrre bevande gassate oppure integratori stimolanti.

Mate à In Argentina la bibita alla caffeina più diffusa è il Mate, ricavato dalle foglie dell’ilice.

Cioccolato à Una delle più note fonti di caffeina è il cioccolato, anch’esso ricavato dai semi di un albero. Il cioccolato contiene molto grasso ed è così amaro che deve essere mescolato con tanto zucchero per renderlo gradevole al palato.
Oltre alla caffeina, contiene teobromina (alcaloide), sostanza affine e con effetti eccitanti analoghi. Vale lo stesso discorso per il caffè con l’aggravante che il cioccolato ha un altro alcaloide e viene zuccherato.

Tabacco à Il tabacco è una delle piante stimolanti più potenti che si conoscano e la nicotina, il suo principio attivo, una delle droghe più tossiche in assoluto.
Un normale sigaro contiene una quantità di nicotina sufficiente a uccidere parecchie persone (il tabacco che brucia ne distrugge gran parte).
La nicotina è talmente forte e pericolosa che l’organismo umano sviluppa rapidamente una certa tolleranza per proteggersi.
Sotto forma di sigarette, il tabacco è una delle droghe che in assoluto provoca più assuefazione: è pari al crack! Sembra incredibile, ma è più difficile liberarsi dell’abitudine di fumare sigarette che smettere di assumere eroina o alcol.
Inalato a fondo, il fumo porta nicotina concentrata ai centri vitale cerebrali in pochi secondi, più velocemente di quanto impieghi l’eroina iniettata. Questo spiega perché fumare provoca un’assuefazione così rapida.
Per tutto il Novecento le autorità incoraggiavano l’uso di questa droga, con il pretesto che favoriva la concentrazione e il rilassamento.
Negli anni Cinquanta non era strano vedere i medici pubblicizzare particolari marche capaci di dare “sollievo alla gola”.
Verso la fine del secolo scorso, la posizione della società cambiò nei riguardi del tabacco.
Oggi, nonostante siano risaputi tutti i pericoli, i governi del mondo, dal commercio di questa droga tremenda ci guadagnano moltissimi miliardi ogni anno, addirittura quello degli Stati Uniti sostiene l’industria del tabacco con fondi pubblici!

Latticini à Dentro di noi sono attive delle droghe derivate dall'oppio e l'eroina: le endorfine!
Nel 1979 venne isolata nel latte vaccino una sostanza oppioide: la ß caseomorfina. Successivamente sono state determinate anche altre caseomorfine, tutte peptidi costituiti da sette aminoacidi.
Alcune caseomorfine di origine bovina hanno un'azione analgesica superiore a quella della stessa morfina. Le caseomorfine provenienti dal latte di vacca sono più attive di quelle provenienti dal latte umano.
Si ritiene che le endorfine alimentari possono agire in individui suscettibili direttamente od indirettamente a livello cerebrale causando od incrementando sintomi psichici preesistenti.
E’ noto che i neurotrasmettitori vengono sintetizzati dalle cellule nervose in modo dipendente dalla composizione del sangue e quindi dell' alimentazione.

Il neurotrasmettitore serotonina, deriva dall'aminoacido triptofano (contenuto soprattutto nelle proteine di origine animale).
La conversione del triptofano è la seguente: Triptofano --> 5-idrossitriptofano --> Serotonina --> Melatonina

La serotonina è anche il precursore della melatonina, ormone prodotto dall’epifisi con funzioni di regolazione dei ritmi sonno veglia. Un eccesso di melatonina provoca sonnolenza e depressione psico-fisica! Quindi le conseguenze di una dieta ricca di triptofano può indurre depressione negli esseri umani sani.

Cereali à Nell’uomo vi è una insufficiente produzione dellenzima DPP-IV che serve a digerire la proteina dei cereali (glutine) e quella dei latticini (caseina), per cui si formano molecole dette esorfine, che se assorbite dalla mucosa intestinale hanno un effetto endorfino-simile.
L
enzima DPP-IV degrada solo alcuni peptidi e viene neutralizzato da sostaze come, fluoro (dentifrici e acqua), piombo e zinco.
Questa carenza enzimatica porta all
incompleta digestione delle proteine (Caseina, Glutine) con formazione di peptidi anomali che producono:
- Nel sangue una risposta anormale del sistema immunitario. Questi peptidi però sono molto simili alla mucosa dell’intestino, per cui scatenano malattie autoimmuni.
- Attraversando la mucosa vanno ad occupare i siti recettoriali propri delle endorfine. La loro sequenza aminoacidica (gluteomorfina e caseomorfina) è simile a quella degli oppiacei e possono aumentare la soglia del dolore, alterare comportamento e percezione
I cereali appartengono alla famiglia delle Graminacee e sono: Riso, Mais, Miglio, Grano, Orzo, Segale, Spelta, Kamut, Avena, Farro e Triticale.
I cereali totalmente privi di glutine sono: Riso, Mais, Miglio. Altre fonti di carboidrati privi di glutine: Tapioca, Grano Saraceno, Quinoa, Amaranto, Dattero.

SEDATIVI
A differenza degli stimolanti, i sedativi sono sostanze che abbassano il livello di energia del sistema nervoso, riducendo la sensibilità alla stimolazione esterna e a dosi elevate inducono il sonno

Alcol à L’alcol è la sostanza psicotropa più diffusa al mondo e utilizzata ogni giorno da milioni di persone. Forse è anche la più antica droga nota all’essere umano.
Una volta entrato nell’organismo, l’alcol viene assorbito con grande rapidità dall’apparato digerente, entra nel flusso sanguigno e raggiunge il cervello, dove influenza stati d’animo e comportamenti. L’organismo deve lavorare duramente per eliminare l’alcol: ne brucia una parte come combustibile (fegato) e ne espelle una immutata sotto forma di respiro (polmoni) e urine (reni). Quindi i principali organi emuntori del corpo vengono sfibrati per espellere l’alcol, ma quello che ne risente di più è il fegato che a lungo andare diventa sempre più gonfio e pieno di grasso (steatosi), perdendo molte delle sue funzioni metaboliche importantissime.
Il senso di calore prodotto dall’alcol è ingannevole: è dovuto all’aumento del flusso sanguigno verso la pelle e questo permette al calore di disperdersi nell’aria, raffreddando pericolosamente il corpo.
L’alcol, tra le altre cose, è un fortissimo diuretico: aumenta la quantità di urina, e questo è un segnale inequivocabile che si stanno sforzando le reni per espellere il veleno, facendo perdere acqua al corpo e sfibrando tali organi fondamentali. Grandi bevute possono provocare forti disidratazioni dei tessuti.
Fuori da ogni discussione che l’alcol sia la più tossica delle droghe esaminate, pur tuttavia, è la nostra stessa società ad aver fatto dell’alcol la propria droga di prima scelta, grazie anche al fatto che i governi, come nel caso del tabacco, ci guadagnano cifre spropositate.
Nessuno ha interesse ad educare le persone del pericolo di questi veleni tossici e pericolosi.

DELIRANTI
Il delirio è uno stato di disturbo mentale caratterizzato da confusione e disorientamento. Dosi eccessive della maggior parte delle sostanze psicotrope danno luogo a delirio in quanto tossiche per il cervello.

Solanacee à La famiglia delle piante solanacee comprende alcuni prodotti naturali molto diffusi: pomodori, peperoni, peperoncini, melanzane e patate. Ne fanno parte anche piante tossiche come il tabacco, e alcune piante magico-velenose come il giusquiamo, mandragola, stramonio e belladonna.
Le solanacee hanno un aspetto spaventoso: sono piante rigogliose, pelose con odori strani e fiori molto singolari.
Tutte le parti di queste piante contengono scopolamina, una droga che provoca delirio e che è fortemente velenosa. La concentrazione più alta è nei semi, mentre le radici ne hanno meno, per cui sono le più sicure da consumare. Comunque sia, radici, semi, foglie e fiori possono essere mangiati, fumati, messi in infusione per ricavarne delle tisane allucinogene.
Gli effetti mentali indotti sono: irrequietezza, disorientamento e delirio, comprese allucinazioni anche intense e vivide.
La capacità della scopolamina di scollegare, chi le assume, dalla realtà ordinaria, spiega la loro diffusione in alcuni ambienti poco raccomandabili…
La farmacologia utilizza ancora oggi la scopolamina come farmaco: è venduta come sonnifero da banco o sottoforma di compresse per il raffreddore e allergie, per asciugare il naso che cola.
Attenzione con questo non si vuole affermare che è pericoloso mangiare patate o pomodori o melanzane! Questi frutti della terra, se mangiati nelle corrette combinazioni e sequenze apportano principi nutrizionali importanti. Le patate, in particolar modo (gli amidi più veloci da digerire), andrebbero cotte al forno con la buccia e mangiate da sole assieme a verdure crude. Si sconsiglia il loro abbinamento con cereali e/o proteine animali!

Noce moscata à La noce moscata è il seme, ricoperto da un involucro esterno detto macis, di una pianta tropicale. Contiene una droga detta miristicina che nell’organismo può essere trasformata in uno degli allucinogeni analoghi alle anfetamine.

FARMACI DA BANCO
Dopo aver elencato le sostanze chimiche naturali, contenute in alcuni alimenti e/o piante, che vanno ad interagire con il SNC, è doveroso aggiungere un capitolo sui farmaci da banco.
Moltissimi prodotti in vendita, considerati innocui anche dagli stessi medici prescriventi, e usati da milioni di persone ogni giorno per svariati problemi di salute, interagiscono pericolosamente con il nostro SNC. Sono informazioni utili da sapere, per evitare gratuiti squilibri mentali, soprattutto nel caso di bambini.

Antistaminici à Le allergie sono in costante aumento nella nostra società e non a caso gli antistaminici sono tra i farmaci più consumati in assoluto.
Quello che però c’interessa è che stranamente il nostro SNC è molto sensibile a questi farmaci.
Alcune reazioni allergiche sono mediate da una sostanza endogena, cioè prodotta dal corpo, ce si chiama istamina.
I farmaci, nel tentativo di eliminare i sintomi delle allergie, bloccano l’azione della istamina, cioè bloccano il lavoro importante che sta compiendo la Natura. Ecco perché con gli antistaminici non si curerà mai nessuna allergia!
In compenso, gli antistaminici provocano delle profonde alterazioni dello stato d’animo, rendono depressi, acidi, apatici e incapaci di ragionare in modo chiaro. Offuscano il pensiero.
Sono sostanze psicotrope!
Questo è il motivo per cui alcuni antistaminici, come per esempio la Piribenzamina, vengono utilizzati da tossicodipendenti per sballarsi.
Viene venduto anche il Nopron, detto “sciroppo della mamma manager”, e dato da pediatri inconsapevoli per far dormire bambini piccolissimi.
L’uso di questa droga (ipnotico) è molto diffusa nei bambini piccoli che piangono di notte e/o che piangono dopo, per esempio, la poppata di latte vaccino. Il latte vaccino è una delle sostanze più intolleranti che esistano, e i piccini, spesso e volentieri, piangono proprio per l’azione tossica che ha a livello intestinale.

Cosa dire adesso?

Abbiamo visto che la nostra dieta è essenzialmente costituita da sostanze inutili se non dannose, soprattutto perché la concentrazione delle stesse è molto alta rispetto a quanto ci può essere realmente utile l’esempio pragmatico è dato dallo zucchero; il cervello utilizza lo zucchero per vivere, ma la quantità dello stesso presente nei cibi è nettamente superiore al dovuto producendo esiti molto infausti.