venerdì 19 febbraio 2010

Il mondo mitico della Gnosi


I termini "gnosi" o "gnosticismo" designano i differenti sistemi di pensiero che agli albori della tarda antichità hanno cercato di armonizzare i fondamenti salvifici della filosofia e religione ellenistica e della religiosità orientale con il nascente Cristianesimo.
Il mito centrale dello gnosticismo è espressione di una "nostalgia", di un anelito del "centro", ovvero delle origini, dal quale si sviluppa una colpa anteriore che porta alla creazione dell’uomo e del mondo, intesi entrambi quali carceri dell’Anima divina.

Le concezioni e le aspettative della gnosi nascono da un "centro" in sé rinchiuso da cui si dipartono delle emanazioni che si configurano in una "pienezza", un pleroma, realizzando armonicamente tutte le infinite potenzialità creative insite embrionalmente nel "centro", ovvero nel Padre onnipotente e sconosciuto.
Tutte le emanazioni del "centro", cioè gli Eoni sgorgati dal Padre celeste, sono personificate e procedono usualmente per "coppie", riflesso dell’androginia che, rintracciabile ad ogni livello della divinità, designa la sua perfezione in rapporto al mondo, luogo in cui vi è scissione e polarità senza mediazione (maschile/femminile, freddo/caldo, secco/umido, etc.).

Solo l’ultima di esse: Sophia, un’entità femminile nel desiderio e nella "passione" di afferrare l’inconoscibile "centro", produce una lacerazione tra mondo superiore, il pleroma, e mondo inferiore, il kenoma, il "vuoto", il nostro universo.

È il fondamento, tutto "occidentale", dell’esoterismo gnostico: il mito di Sophia, la "Sapienza" precipitata dall’Olimpo celeste, intrisa di Luce originaria, anche se maculata da una passione divina e dall’"ignoranza".

Gli Arconti (dal greco arkhonontos), sono quelle figure che nella teogonia e cosmogonia gnostica svolgono il ruolo di giudici e controllori del mondo materiale.

Il primo arconte nacque da Sophia, un eone emanato dal Pleroma, che, anziché congiungersi con un altro eone, si congiunse al suo desiderio per il Dio occulto.
Da questa unione nacque un essere bestiale con la faccia di leone, Jaldaboth.
L'amore di Sophia per il Pleroma si trasformò in desiderio, pertanto l'emanazione di Sophia fu stravolta nella forma e nel contenuto, ma una scintilla della sua natura divina vi si riversò comunque. Sophia, vergognandosi di suo figlio, nato dalla trasgressione e dalla violazione delle regole divine, lo nascose lontano dagli altri eoni, in una sorta di zona buia.
Qui Jaldaboth iniziò la creazione del mondo materiale e diede vita ad altri arconti, ognuno di loro in forma animalesca. Ognuno dei suoi discendenti, come lui, aveva la capacità di creare, anche se la non discendenza diretta dal Dio occulto limitava questa capacità.
Jadalbaoth regnava supremo sul cosmo, mentre i suoi figli regnavano su ognuno dei cieli. Durante la creazione del mondo materiale, però, giunse il Metropator, una emanazione del Dio occulto che intendeva raggiungere Sophia.
Gli arconti, allora, stupiti da tale potenza decisero di catturare il Dio occulto tramite una sua manifestazione, così, ad immagine del Metropator, crearono Adamo. Questi tuttavia giaceva inerte nel Paradiso Terrestre finché il Padre, mosso a pietà non gli infuse il soffio di vita.
Una dicotomia secolare, quindi, oppone il Paradiso terrestre, mondo di effimera gioia arenato nelle secche del tempo, alla realtà del Paradiso celeste.
Gli arconti sono dunque, le potenze responsabili della creazione dell'uomo e del mondo materiale, ma anche le potenze che, grazie al loro ricordo dell'armonia e dell'ordine del Pleroma, danno le regole del Cosmo e del Tempo. Ma la loro funzione non si limita a questo. Essi sono anche il maggiore ostacolo al ritorno dell'uomo verso il Dio occulto. La loro opera si esplicita proprio nel soggiogare l'uomo con le loro regole.

domenica 14 febbraio 2010

I tropici la coltivazione la festa... la morte


Consumando i prodotti tropicali vengono alla mente posti da sogno, clima caldo e tanta pace.

Ma…

Il Nicaragua è uno dei maggiori produttori di canna da zucchero, rendendo alcune sue regioni con coltivazione specializzata e monotematica. La canna da zucchero è esportata per la produzione di liquori come rhum, cachaca (liquore indispensabile nella movida).

Una delle regioni ove la coltivazione è più importante è Chichigalpa, nella zona occidentale del Nicaragua. Quivi regna sovrana la Nicaragua Sugar Estate Ltd del colosso economico nicaraguense Grupo Pellas.

Ma il poter avere una produzione da record ha un tragico bilancio dovuto all’uso indiscriminato di pesticidi e l'inquinamento delle risorse idriche della zona.
I pesticidi sono usati in dosi massiccie e erogati da braccianti schiavi senza alcuna protezione individuale.
Secondo i dati diffusi dalla Asociación Nicaraguense de Afectados por Insuficiencia Renal Crónica, Anairc sarebbero ormai più di 3 mila i morti in questi ultimi anni e tutto lascia a indicare che questo preoccupante fenomeno non diminuirà la sua mortale intensità nel futuro.

I ritmi di lavoro sono di per sè massacranti, dalle 10 alle 16 ore di lavoro al giorno, tutti i giorni; ma l’uso sommario delle sostanze chimiche porta un bilancio spaventoso: ogni settimana possono morire dalle sei alle sette persone, tutti ex lavoratori i cui reni sono devastati dall’assimilazione costante delle sostanze in oggetto, ma non è tutto tali prodotti chimici cadendo sul tesseno lo impregnano ed inquinano irreversibilmente le falde acquifere della zona rendendo così imbevibile l’acqua di una delle regioni più ricca di sorgenti; La falda acquifera della piana, una delle migliori del paese, ma oggi registra un’alta concentrazione di residui agro-chimici (DDT, DDE, Toxafeno, Endrin, Methil).
Attualmente il numero dei morti ha superato le tremila unità e sono almeno cinquemila gli ex lavoratori ammalati e questo numero aumenta ogni giorno di più. E iniziano a verificarsi i primi casi in bambini avvelenati appunto dall’acqua inquinata.
Secondo uno studio dell’Università Autonoma del Nicaragua, il 95 per cento dei pozzi che riforniscono il territorio a nord-est del Paese sono contaminati da feci, diserbanti, pesticidi e batteri.
In particolare la falda acquifera della piana fra León e Chinandega, che potrebbe essere una delle migliori del Paese, registra un'alta concentrazione di residui agrochimici tra cui il Ddt, Dde, Tóxafeno, Endrin e Methil Paration.
Ancora la monocoltura del banano ha portato conseguenze gravissime in primis perchè provoca un rapido disboscamento delle terre e in seguito uccide il terreno e le falde acquifere per l’uso senza regole di pesticidi.
Ma tale coltura non ha solo ripercussioni negative sulla salute anche l’occupazione dei braccianti non è rosea in quanto l'80% degli stessi sono assunti con contratti a termine, privi di garanzie sociali, non vengono registrate le ore di lavoro, per cui molti non riescono neppure ad arrivare alla pensione Il controllo delle piantagioni è affidato gruppi paramilitari al soldo delle multinazionali. Esistono delle vere e proprie "liste nere" sulle quali sono registrati i lavoratori iscritti al sindacato. Non c'è diritto di riunione e se si vuole incontrarsi bisogna farlo nelle chiese o di notte, di nascosto, nei bananeti".

Per finire l’ampio bacino del lago di Managua è oramai il collettore di alcune zone franche, concerie, risaie e caseifici, di coltivazioni di banane e canne da zucchero. Alcuni fiumi ricevono metalli pesanti come piombo, cianuro, arsenico e mercurio.

sabato 13 febbraio 2010

L'origine profondamente religiosa del Carnevale

Il Carnevale è l'adattamento cristiano di antiche usanze pagane quali i lupercali (riti di purificazione del 15 febbraio celebrati dai sacerdoti "luperci") e i saturnali (festa popolare dell'antica Roma in onore di Saturno che nel periodo di svolgimento, tra il 17 e il 23 dicembre, annullava le barriere servili e sociali).
Durante i sette giorni di festeggiamenti in onore di Saturno si conducevano per la città carri festosi tirati da animali bizzarramente bardati ed il popolo si riuniva in grandi tavolate, a cui partecipavano persone di diverse condizioni sociali prive di barriere e si mangiava tra lazzi e danze. La gioia sfrenata era il mezzo usato per favorire un raccolto abbondante ed un periodo di benessere e felicità. Altra caratteristica dei 'Saturnali' era la sospensione delle leggi e delle norme che regolavano allora i rapporti umani e sociali. Erano giorni di esplosione di frenesia incontrollata, di un'esuberanza festaiola che poteva anche degenerare in atti di intemperanza e di dissolutezza.
Dal Quattrocento (400 d C), il Carnevale sostenne una serie di attacchi repressivi dai moralizzatori dell'epoca che giudicavano troppo "pagani" i riti, i festeggiamenti e i banchetti che si svolgevano in quel periodo.
Nonostante questo, il Carnevale ha continuato a dar vita a nuove forme celebrative: combattimenti tra classi diverse di cittadini o fra circoscrizioni, a colpi di sassi e bastoni (da cui l'uso degli attuali manganelli in plastica); lotte rituali tra rioni e quartieri di una stessa città (a tutt'oggi la battaglia delle arance a Ivrea) o tra cittadine diverse.

Le origini del carnevale vanno ricercate in antichi riti legati al rapporto tra uomo e terra, nel periodo in cui i lavori della terra subivano un arresto la vita sociale si intensificava.
Le prime manifestazioni del carnevale nel mondo risalgono a 4000 anni fa. Gli Egizi furono i primi ad ufficializzare una tradizione carnevalesca, con feste, riti e pubbliche manifestazioni in onore della dea Iside, che presiedeva alla fertilità dei campi e simboleggiava il perpetuo rinnovarsi della vita.
L'uso della maschera che ride era legato alla credenza che la risata, anche se non reale, allontanasse gli spiriti maligni e che con il volto coperto l'uomo, non più legato alla propria umanità, potesse lasciarsi andare ad atti e comportamenti solitamente inusuali o mal tollerati. L'abbandonarsi ad estreme licenze sessuali potrebbe essere riportato agli antichi riti propiziatori che prevedevano l'unione dei corpi sulla nuda terra come omaggio alla Madre Terra, riti radicati soprattutto tra i popoli Celti.

E' incerta la radice etimologica del Carnevale: c'è chi la farebbe risalire al carrus navalis, carri a forma di nave usati a Roma nelle processioni di purificazione, e chi al carnem levare, tradizione medioevale di consumare un banchetto di "addio alla carne" la sera precedente il mercoledì delle Ceneri, saziandosi fino alla nausea prima dei digiuni quaresimali.
Successivamente, con la diffusione della religione cristiana, prima, e cattolica, poi, il Carnevale ha assunto il significato di inizio ufficiale delle celebrazioni quaresimali. Le autorità ecclesiastiche, pur tollerando le manifestazioni carnevalesche come motivo di svago, abolita l'origine pagana, considera sin dal passato il carnevale come momento fondamentale di riflessione e di riconciliazione con Dio. Si celebravano, come tuttora avviene, le Sante Quarantore, (o carnevale sacro), che si concludevano con qualche ora di anticipo la sera dell'ultima domenica di carnevale.

La conclusione del carnevale, violenta e tragica, racchiusa nel rogo del simulacro del carnevale stesso risale ai riti propiziatori di origine contadina, ben augurali per la fecondità della terra, dove il rogo era il passaggio dalla morte alla vita; le ceneri ottenute per mezzo del rogo erano poi seppellite, mone fecondo concime sacro per la terra. Usanza che è lo specchio dell'immolazione reale umama prima, animale poi donata alla Madre Terra per poerne ricevere i frutti all'imminenete primavera.
La chiesa ha trasferito tutto ciò nel simbolo del Mercoledì delle Ceneri dove la cenere dell'ulivo pasquale dell'anno precedente, cosparso sulla fronte del fedelo lo accompagna nel percorso di rinnovamento, di rinacita della Quaresima.

Dopo l’intervallo di meditazione e attesa della Quaresima avviene la Pasqua.
Il nome deriva dall'ebraico Pesàh che significa "passare oltre" e "saltare", indicava appunto la cerimonia dei pastori ebrei che al primo plenilunio di primavera, prima di partire per i pascoli estivi, immolavano i primi nati del gregge il cui sangue veniva sparso sulle capanne e sugli animali per proteggere le famiglie e le greggi dalle calamità, e la cui cenere era sepolta.
Durante la cerimonia si svolgeva una danza rituale che consisteva in una serie di salti, da qui il nome di "pasàh" (saltare).
Tra i popoli semiti il primo novilunio dopo l'equinozio di primavera coincideva con l'inizio del mese di Nisan, il mese in cui i pastori, dopo aver celebrato la loro "pasqua" scendevano alle valli.

Per effettuare un esame etimologico della "Pasqua" dobbiamo rifarci ad una antica divinità pagana, la Dea Eostre. Questa antica Dea non è molto conosciuta nella mitologia nordica, viene menzionata per la prima volta dal Venerabile Bede (679-735) nel suo "De Temporum Ratione" dove è messa in relazione alla primavera e alla fertilità dei campi. Infatti il nome sembrerebbe provenire da aes e cioè Est, dunque è una divinità legata al sole nascente e al suo calore, del resto il tema dei fuochi e del ritorno dell'astro sarà un tema ricorrente nel proseguo delle tradizioni pasquali. Le origini di questa Dea però non sono molto chiare. Grimm, noto studioso di mitologia nordica nel suo "Teutonic Mythology" descrive Eostre come una divinità pagana portatrice di fertilità e la collega alla luce dell'Est e in particolare all'equinozio di Primavera che veniva chiamato dai popoli celti "Eostur-Monath" e successivamente di "Ostara". Simbolo della Dea è la lepre o il coniglio che in realtà rappresenta la stessa divinità che si rende immanente e concepisce se stessa come divinità dei boschi. Questo carattere sembrerebbe far ritornare l'idea di Eostre come Dea della vegetazione le cui caratteristiche sono simili ad altre divinità come Tammuz o Adone che, come vedremo, sono collegate anch'esse a tale festività.
L'animale, poi, non è casuale, ma scelto non solo per le sue famose doti riproduttive ma anche e perché, secondo i Germani, le aree nere della luna rappresenterebbero proprio la lepre, sancendo così la sacralità dell'animale.Una delle credenze dell'uomo antico era quella che, cibandosi dell'animale simbolo della divinità o meglio espressione stessa della divinità, non faceva altro che rendersi partecipe di quella scintilla di divino che è insita nella sua immanenza. Questa tradizione è ripresa poi anche dai pani dolci a forma di zig-zag che vorrebbero rappresentare l'andatira dell'animale. Nelle tradizioni pagane si celebrava il ritorno della Dea andando a scambiarsi uova "sacre" sotto l'albero ritenuto "magico" del villaggio, usanza che dunque collega Eostre alle divinità arboree della fertilità.
Anche l'uovo non è scelto a caso ma è da sempre simbolo di rinascita. Per l'antico raccoglitore e cacciatore la Primavera portava gli uccelli a deporre le proprie uova e dunque ad avere un nuovo sostentamento dopo l'austerità dell'inverno. La stessa deposizione di uova differenti da parte delle diverse specie di uccelli potrebbe portare all'idea delle uova differentemente dipinte che si sono poi tramandate fino ai giorni nostri.
L'uovo diventa così potente talismano di fertilità e vita come testimoniato dalle usanze delle uova sacre Ucraine ove il cibarsi di questo alimento celebrerebbe la rinascita del sole e il ritorno delle stagioni dell'abbondanza. Come possiamo notare dunque la Pasqua è una festa dalle origini antichissime e che si collega ai rituali naturali e alla sacralità degli alberi, essa altro non sarebbe che un'altra forma di venerazione, di quel principio agreste basato sulla morte e rinascita dello spirito della vegetazione rappresentato spesso nell'uccisione e nella risurrezione della Dea o successivamente dell'Uomo Selvatico. Una tradizione interessante è quella dei cosi detti Giardini di Adone: in particolare nell'area orientale si venerava, sotto i nomi di Tammuz e Adone, la decadenza e la rinascita annuale della vita e anche se le fonti intorno a queste divinità sono frammentarie e oscure, da esse deduciamo che morissero ogni anno per poi risorgere.
Ad esse era dedicato una specie di giardino che altro non era che un simbolo basato sul principio della Magia Imitativa, cioè che il simile produce il simile: realizzare questi giardini fioriti era un modo per incoraggiare la crescita delle messi.

Un rituale creduto cristiano affonda le sue radici nel paganesimo: i "sepolcri", realizzati il Venerdì Santo per il Cristo con piante, spighe e fiori, veri "giardini" realizzati sulla tomba del dio morto creando un legame ancora più stretto tra festività e rituali arborei. Anche la simbologia dell'agnello o meglio del "capretto" sarebbe strettamente legata al culto arboreo nello stesso significato della lepre per la Dea Eostre. La capra infatti, errando nei boschi, rosicchia le cortecce degli alberi danneggiandoli notevolmente, così solo il dio della vegetazione si nutre della pianta da esso personificata, e dunque lo stesso animale non può che essere sacro. Come nel caso delle uova, l'uomo antico mangiando la carne dell'animale crede di acquistare e assorbire una parte di divinità. Pertanto il cibarsi di animali sacri per il dio è un sacramento solenne come la celebrazione di Gesù, rappresentato da un Agnello che ancora oggi, in molte parti di Italia si consuma.
"…io sono l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo…"

I cosi detti fuochi di gioia da cui poi deriverebbe la tradizione del cero pasquale.
In Germania ad esempio i contadini raccolgono tutti i rami secchi che trovano nelle loro campagne per poi farne un enorme rogo e spargere le ceneri nei campi per propiziare il raccolto, mentre tizzoni accesi vengono portati all'interno delle case come protezione dagli spiriti maligni. Tali rituali li troviamo anche in molte altre parti d'Europa e nella nostra stessa Italia.
Si tratterebbe di un rito purificatorio, in sintonia con quello che poi sarebbe il significato della Pasqua cristiana, del resto è abitudine spesso bruciare in questi roghi delle effigie stregonesche o un fantoccio costituito da sterpaglie che comunemente viene chiamato "Giuda".
I rituali richiamavano ancora il cammino del sole o ancora di portare in terra parte del suo calore infatti l'usanza di far ruzzolare ruote infuocate giù per una collina o il correre nei campi con le fiaccole accese fa proprio passare per una imitazione del percorso solare nel cielo.
In questa tradizione fortemente pagana si inserisce il cero pasquale, il fuoco sacro alla religione Cristiana che anche in questo caso attinge a piene mani dal mistico sacco dei rituali pagani.
Così ecco che nelle chiese si spengono le luci, proprio a rappresentare il dominio assoluto del buio, visto solo successivamente come male, poi trionfa la luce, simboleggiata dal cero dal quale si accendono le varie candele, che si portano a casa come i pagani portavano i loro tizzoni accesi: un mistico intreccio di culture e credenze che si fondono in antichi rituali e simbologie che si perdono nella notte dei tempi.

Fonti
Gaspare Caliendo: Dai cieli dell’ellade ai colli di roma
Frazer James: Il ramo d'oro.
Attilio De Marchi: Il culto privato di Roma antica.
Andrea Carandini: Remo e Romolo. Dai rioni dei Quiriti alla città dei Romani

venerdì 5 febbraio 2010

Il velo si leva e H1N1 si dimostra una vittima del sistema finanziario


Lentamente il sipario si alza, anche se in silenzio e con molti tentativi d’occultamento, ciò che si muoveva dietro le quinte dello spettacolo “Influenza H1N1” si svela.
Il presidente della commissione Sanità del Consiglio d'Europa, ha mosso formale accusa contro le ditte produttrici di farmaci e vaccini antinfluenzali e di aver manovrato le decisioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità al fine di dichiarare lo stato di pandemia. Questo ha permesso alle società farmaceutiche di assicurarsi enormi guadagni, mentre vari paesi hanno sperperato il proprio budget sanitario, con l’acquisto di copiose dosi di vaccino contro una malattia relativamente mite.
Ad esempio nel Regno Unito il Ministero della Sanità aveva stimato il numero di decessi da H1N1 in 65.000, ed a tal scopo si erano spesi 1 miliardo di sterline per allestire un'apposita linea di consulenza telefonica e un sito web, sospeso le normali regolamentazioni per poter distribuire i farmaci antinfluenzali senza bisogno di prescrizione, e allertato le autorità sanitarie e locali affinché si preparassero ad un'imponente pandemia, e acquistate ingenti dosi di vaccini.Gli obitori ed il personale addetto era stato messo in preallarme per contenere l’alto numero di cadaveri e si era messo in stato d’allerta l'Esercito per prevenire disordini dovuti alla ricerca dei medicinali, ma con meno di 5000 casi di malattia in Inghilterra la scorsa settimana e solo 251 morti in tutto, l’accumulo di farmaci e vaccini ramai prossimi alla scadenza il paese è l’esempio di una sovra stima grave del pericolo.
Il presidente della commissione Sanità dell’U.E. prosegue nella sua inchiesta facendo osservare che, uno un dirigente incaricato di fare consulenza al governo sull'influenza suina, avava anche un incarico da 116.000 sterline l'anno presso il consiglio della GlaxoSmithKline.Ma ha anche mossa l’accusa verso l’OMS in quanto il panico creato ha fatto sì che i governi facessero scorta di medicinali antinfluenzali e per numerose dosi di vaccino. e sottoscrivessero "contratti dormienti" (entrano in vigore non appena viene dichiarato lo stato di pandemia). Poi gli basta aspettare che l'OMS dica "pandemia" e si rendendono attivi i contratti. Per poter promuovere i farmaci e i vaccini antinfluenzali, entrambi brevettati, le compagnie farmaceutiche hanno plagiato scienziati ed agenzie ufficiali, responsabili degli standard della sanità pubblica, di modo che allarmassero i governi di tutto il mondo.
Ma anche altri stati hanno subito le stesse sovrapposizioni di incarichi, per esempio presidente per la Francia del Centro di Ricerca e sulle Malattie Infettive, aveva ricevuto finanziamenti pari alla somma da bilancio statale da parte dei fabbricanti dei vaccini contro l'influenza, ancora il consigliere in capo per i problemi riguardanti le malattie virali presso il governo olandese, il più importante esperto del SAGE (Strategic Advisory Group of Experts) è stato finanziato esclusivamente dai più importanti fabbricanti di prodotti farmaceutici e vaccini, nel corso degli ultimi 48 mesi.

In oltre delle persone vaccinate molte hanno avuto gravi effetti collaterali tanto che in Francia ministro della Salute francese Roselyne Bachelot ha ricevuto un ordine di comparizione dinnanzi al 'Tribunal de Grande Instance' di Parigi per porre fine al più presto alla campagna di vaccinazione contro l'influenza H1N1.
Questo perché i francesi subiscono la promozione commerciale del Tamiflu - che provoca resistenza e acutizza lo stress respiratorio - e la promozione di vaccini altamente tossici il cui permesso di marketing è stato dato troppo rapidamente, nonostante ci sia stato il sospetto di epatiti autoimmuni su 400 bambini testati, e molte malattie autoimmuni negli adulti, in relazione allo squalene (rapporto della FDA del febbraio 2009, e dell'EMEA, l'Agenzia Europea dei Medicinali).
Nonostante una grande sottostima, il primo bilancio dell'EMEA è stato di 55 morti dopo la vaccinazione su 5 milioni di persone, mentre le autorità avevano previsto solo (!) 0,5 morti ogni milione di vaccinati.

Contemporaneamente la Polonia si è rifiutata di ordinare i vaccini, e il parlamento russo, la Duma, ha interpellato l'ambasciatore russo presso l'OMS a Ginevra perché venga avviata un'inchiesta ufficiale sulle testimonianze e prove riguardanti l'importante corruzione all'interno dell'OMS stessa, e tale interpellanza si è chiusa con la dichiarazione che qualora la corruzione venisse accertata la Russia si ritirerà dall'OMS.
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http://www.decapactu.com/spip/article.php3?id_article=507
http://www.dailymail.co.uk/news/article-1242147/The-false-pandemic
Der Spiegel, 12/12/09