giovedì 27 ottobre 2011

Diete o stile di vita?

Gran parte della scienza di molti nutrizionisti si riconduce al concetto: "Se vuoi dimagrire devi ridurre il quantitativo calorico e incrementare l'attività fisica". Immediatamente scatta la condanna per i grassi per i carboidrati e l'assoluzione le proteine.
Si parlerà di dieta bilanciata, di controllo dell'indice glicemico, di squilibri ormonali, della predisposizione genetica ecc.

Quel che so io in merito alle diete è che la maggior parte delle persone obese ha un metabolismo lento; chi invece ha un metabolismo veloce può mangiare moltissimo senza ingrassare. In realtà la predisposizione genetica conta poco o quasi nulla: se non si mangia si diventa magri come chiodi.
Un esempio? Nei campi di concentramento tedeschi nessuno era grasso.

Il meccanismo è semplice: se un organismo ha bisogno di un quantitativo di sostanza uguale a cento e ne introduce centoventi i venti in eccesso si depositano; se invece se ne introduce ottanta i venti mancanti vengono sottratti all'organismo stesso.
Se si osservano gli animali nel loro ambiente naturale, eccetto situazioni di siccità, si nota che nessuno di essi è obeso, né troppo magro, semplicemente perché si nutrono con alimenti compatibili con la loro specie.

Nel corpo vi sono organi preposti alla combustione del carburante ed è probabile che alcuni di questi non funzionino a dovere: la tiroide, il pancreas, l'intestino, il colon. La maggior parte delle persone in soprappeso ha la tiroide ipoattiva.
Una spiegazione plausibile potrebbe essere l'introito di fluoruri contenenti nell'acqua potabile o di una disfunzione del pancreas.
Le persone grasse sembra che secernino insulina più delle persone magre. Anche gli additivi degli alimenti risultato imputati nell'obesità.

La maggior parte delle persone in soprappeso:

- ha il fegato malfunzionante. Tra le cause principali l'assunzione abituale di farmaci, il cloro, i fluoruri, gli additivi lo zucchero raffinato, la farina bianca, il glutammato monosodico e i conservanti.

- soffre di pigrizia dell'apparato digerente e produce pochi enzimi digestivi, quindi difficoltà di convertire il cibo in energia con maggiore probabilità di essere trasformato in grasso. Questo potrebbe dipendere dalla candida, per colpa degli antibiotici. Un'altra ragione è la presenza negli alimenti di additivi alimentari che accrescono l'appetito;

- soffre di squilibri ormonali, che di solito dipendono da intossicazione o carenza di moto. La mancanza di moto riduce drasticamente il ritmo metabolico.
Le tossine si annidano nel colon e nelle zone di grasso. Quando il quantitativo di tossine è elevato l'organismo cerca di diluirle trattenendo l'acqua e aumentando le riserve di grasso nel tentativo di ridurre la concentrazione di sostanze pericolose;

- subisce gli effetti dell'ormone della crescita presente nelle carni e nei latticini che gli allevatori somministrano agli animali perché crescano più in fretta.

-ha scarsa attività della tiroide; l'ingestione di fluoro in eccesso interferisce con il corretto funzionamento della tiroide generando ipotiroidismo: questo rallenta il metabolismo e favorisce l'obesità.

Occorre rammentare che lo scopo dell'industria alimentare è che i cibi inducano dipendenza, aumentino l'appetito e facciano ingrassare.
Gli additivi che servono prevalentemente a tale scopo sono l'aspartame e lo sciroppo di mais ad alto tenore di fruttosio che fa ingrassare e crea dipendenza.
Il glutammato monosodico (onnipresente nei cibi da fast food) è un additivo neurotossico che fa ingrassare, favorisce la depressione, produce disturbi di ogni tipo.
Le farine bianche, raffinate e sbiancate (va ricordato che mischiate all'acqua servono a fare la colla), ricavate con procedimenti di raffinazione chimica: sono prive di fibra e di valore nutritivo. Il problema degli additivi alimentari è che presi singolarmente potrebbero non avere effetti molto gravi ma combinati si sommano e danno origine a nuovi composti chimici dannosi.
Centinaia di sostanze chimiche in etichetta passano sotto il nome di spezie. Si stima che almeno il 95% degli alimenti sul mercato contenga almeno 300 additivi non elencati in etichetta e che 15.000 diverse sostanze chimiche sono aggiunte negli alimenti senza l'obbligo di essere riportati in etichetta.
Infine i grassi idrogenati sono annoverati tra le cause dell'obesità e possono causare ostruzioni arteriose, cardiopatie, ictus e morte.

Oggi in fatto di diete i nutrizionisti sono in grado di proporre una per ogni esigenza. Diete che fanno sparire il grasso, che saziano la fame delle cellule e che alleggeriscono il corpo di alcuni chili di peso, ma i tanti veleni che prima si trovavano protetti e diluiti e resi inoffensivi in mezzo alla sostanza oleosa, si ritrovano poi concentrati e attivi con tutta la loro enorme forza aggressiva, pronti a colpire un organismo ormai intossicato dai medesimi: veleni che prima convivevano coi grassi ma che dopo diventano una vera e propria mina vagante, un ordigno biologico pronto a deflagrare e a distruggere il corpo dimagrito e senza più barriere protettive interne.

L'unica soluzione ragionevole e possibile è quella di convincere se stessi delle necessità vitali di più giusti e salutari stili di vita. E' assurdo pretendere di imbottirsi di veleni per 30 anni e pensare poi di disintossicarsi ed espellere i cumuli di grasso in 30 giorni di dieta. La sola cosa logica da fare per l'eliminazione del grasso di deposito in eccesso e, soprattutto, i veleni che lo accompagnano è:

- cambio radicale del proprio stile di vita;

- adozione di una ricca e variata dieta con prealenza di vegetali e la carne poco cotta (o anche cruda), senza il ricorso ad alcun farmaco e ad alcun integratore alimentare;
- serenità di spirito, pratiche tipo yoga;

- attività fisiche rigenerative, ginnastica, nuoto, bicicletta e attività artistiche varie.

Fonti
www.nadironlus.org/download/alimentazionestilidivita.pdf
www.luigiboschi.it