giovedì 29 agosto 2013

Utilizziamo lo spazio, il cosmo per comprendere l'infinito.

Utilizziamo lo spazio, il cosmo per comprendere l'infinito.

Le galassie si possono rappresentare come "grumi" di materia luminosa e illuminata (stelle, pianeti, asteroidi, ecc), queste a loro volta sono raggrumate a decine a formare gli ammassi di galassie. Negli anni Ottanta si e' scoperto che questi ammassi sono anch'essi strutturati nei cosiddetti superammassi, tuttora oggetto di osservazione. Questo susseguirsi di vuoti e pieni di materia, ripetuti su scala sempre più grande rende l'idea della teoria dell'universo frattale. Un frattale è un oggetto geometrico dotato di omotetia interna (omotetia (composto dai termini greci omos = “simile” e tìthemi = “metto”) è una particolare trasformazione geometrica del piano o dello spazio, che dilata o contrae gli oggetti, mantenendo invariati gli angoli ossia la forma (nel senso intuitivo del termine) si ripete nella sua forma allo stesso modo su scale diverse, ovvero non cambia aspetto anche se visto con una lente d'ingrandimento. Questa caratteristica è spesso chiamata auto similarità oppure autosomiglianza.
La costruzione dei frattali, invece, non si basa su di un'equazione, ma su un algoritmo. Ciò significa che si è in presenza di un metodo, non necessariamente numerico, che deve essere utilizzato per disegnare la curva. Inoltre, l'algoritmo non è mai applicato una volta sola, ma la procedura è iterata un numero di volte teoricamente infinito: ad ogni iterazione, la curva si avvicina sempre più al risultato finale (per approssimazione), e, dopo un certo numero di iterazioni, l'occhio umano non è più in grado di distinguere le modifiche.
se osserviamo il frattale della galassia delle galassie esse si spingono all'infinito entro il punto dell'univocità, dell'Uno originario eed eloborate mediante il calcolatore la loro luce è ultravioletta.

Si giunge al punto uno dell'infinito da cui i multiversi di dipanano e si espandono apparentemente separati, ma uniti e compenetrati dalla energia ultravioletta  rigenerante.

lunedì 26 agosto 2013

28 agosto 1963

50 anni fa si sognava di poter cambiare senza l'uso della violenza

venerdì 23 agosto 2013

non è che ci voleva un fine economista: in Francia stop alla TAV

Lo scrissi ed adesso trovo ciò
è  tratto dal sole 24 ore

L'ipotesi che la Francia abbandoni la realizzazione della nuova linea ferroviaria ad alta velocità Lione-Torino è tutt'altro che improbabile. Già lo scorso 3 luglio il ministro dei Trasporti Frédéric Cuvillier aveva annunciato la decisione di nominare una commissione incaricata di redigere una gerarchia del programma di nuove linee ad alta velocità varato nel 2010 dal predecessore Jean-Louis Borloo: 14 tratte (circa 2mila chilometri) da realizzare in 15 anni per un investimento complessivo di 245 miliardi, nel frattempo già salito a 260.

E nella tarda serata di mercoledì sono arrivate le dichiarazioni del ministro del Bilancio Jérome Cahuzac a raffreddare i facili entusiasmi di chi pensava che i grandi progetti infrastrutturali potessero passare indenni attraverso le maglie dell'austerità. «Bisognerà sfrondare i progetti – ha detto Cahuzac – e concentrarci sulla manutenzione e l'ammodernamento della rete esistente». Si tratterebbe insomma di cancellare tutti i progetti eccessivamente costosi, che non consentono forti riduzioni nei tempi di percorrenza, che non rispondono a esigenze oggettive di intasamento delle linee attuali e che non permettono la vendita di biglietti a prezzi sufficienti a ripagare gli investimenti in tempi sufficientemente rapidi. A meno che, sostengono al ministero dei Trasporti, non arrivino finanziamenti europei aggiuntivi.

qui l'articolo completo di cui ho tratto l'articolo http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2012-07-13/francia-prima-frenata-064337.shtml?uuid=Abx2Q56F&fb_action_ids=10201242630141344&fb_action_types=og.recommends&fb_source=other_multiline&action_object_map=%7B%2210201242630141344%22%3A10151018563459286%7D&action_type_map=%7B%2210201242630141344%22%3A%22og.recommends%22%7D&action_ref_map=%5B%5D=

altri link
=http://torino.repubblica.it/cronaca/2012/07/12/news/indiscrezioni_dalla_francia_stop_alla_torino-lione-38938029/

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Tav-la-Francia-ci-ripensa-Possibile-stop-alla-Torino-Lione_313496336610.html

lunedì 19 agosto 2013

riflessione

"Come si può vedere la bellezza dell'anima buona?
Ritorna in te stesso e guarda: se non ti vedi ancora interiormente bello, fa come lo scultore di una statua che deve diventar bella. Egli toglie, raschia, liscia, ripulisce finché nel marmo appaia la bella immagine: come lui, leva tu il superfluo, raddrizza ciò che è obliquo, purifica ciò che è fosco e rendilo brillante e non smettere di scolpire la tua propria statua interiore, finché non ti si manifesti lo splendore divino della virtù e non veda la temperanza sedere su un trono sacro.
Plotino (Enneadi I, 6, 9).

Multiverso più realtà che teoria

La  definizione multiverso è molto cara a molti romanzi di narrativa fantasy. Vediamo di comprendere di cosa si tratta: si intende un insieme di universi coesistenti e alternativi al di fuori del nostro spaziotempo, spesso denominati dimensioni parallele, che nascono come possibile conseguenza di alcune teorie scientifiche.

Il multiverso è, scientificamente parlando, un insieme di universi coesistenti previsto da varie teorie, come quella dell'inflazione eterna di Linde o come quella secondo cui da ogni buco nero esistente nascerebbe un nuovo universo, ideata da Smolin. Le dimensioni parallele sono contemplate anche in tutti i modelli correlati al concetto di D-brane, classe di P-brane inerenti alla teoria delle stringhe.

Il multiverso è un insieme di universi coesistenti e indipendenti tra loro. E' una ipotesi scientifica elaborata in diverse teorie cosmologiche che ipotizzano l'esistenza di altri universi ( multiverso ) oltre quello osservato dall'uomo come nella teoria dell'inflazione eterna di Andrej Dmitrieviè Linde o nella teoria del multiverso del fisico Lee Smolin secondo cui da ogni buco nero potrebbe avere inizio un nuovo big bang in un altro universo. Le principali teorie scientifiche sull'ipotesi del metaverso sono attualmente le seguenti:

Teoria dell'universo a bolle.
                                           La teoria delle bolle che ipotizza la formazione e l'esistenza degli universi confinati ognuno delle quali nasce da un big bang e si espande come una bolla in espansione. La teoria delle bolle viene proposta per la prima volta da Andrej Linde. Gli universi possono avere di dimensioni differenti e rispondere a diverse leggi e costanti fisiche.
Teoria delle stringhe.
                                         Secondo la teoria delle stringhe e delle superstringhe la materia è situata in undici
dimensioni. La nostra realtà osservabile è composta soltanto da quattro dimensioni ossia dalle tre dimensioni dello spazio tridimensionale (3D) e dal tempo (t). Le sette dimensioni restanti formano uno spazio molto più grande (iperspazio ) rispetto a quello osservabile dall'uomo. Le diverse stringhe di energia che compongono la materia a livello microscopio possono vibrare a una determinata frequenza o lunghezza d'onda che consente loro di aggregarsi e di formare le particelle. In un medesimo spazio-tempo potrebbero coesistere altri universi indipendenti a lunghezze d'onda differenti.
Secondo Max Tegmark, l'esistenza di altri universi è conseguenza diretta delle osservazioni cosmologiche. Tegmark descrive l'insieme generale di concetti correlati che condividono la nozione che esistono altri universi al di là di quello osservabile, e si spinge fino a fornire una tassonomia degli universi paralleli organizzata a livelli.

Vediamo di spiegare
Una dimensione parallela o universo parallelo (anche realtà parallela, universo alternativo, dimensione alternativa o realtà alternativa) è un ipotetico universo separato e distinto dal nostro ma coesistente con esso; nella maggioranza dei casi immaginati è identificabile con un altro continuum spazio-temporale. L'insieme di tutti gli eventuali universi paralleli è detto multiverso.
Il concetto di "altri universi" non è estraneo alla letteratura scientifica: esistono alcune teorie cosmologiche e fisiche che ammettono la loro esistenza, la più famosa delle quali è la teoria delle stringhe.
In campo filosofico, un indagatore del tema delle dimensioni parallele fu Auguste Blanqui, che nel 1872 indagò gli aspetti teorici e filosofici di un universo a infinite dimensioni nell'opera L'Eternité par les astres.
Va precisato che il lemma "dimensione" (con l'accezione di regione o luogo spaziale occupabile e/o percorribile), sebbene nel gergo colloquiale e narrativo possa genericamente riferirsi a un'ulteriore realtà nascosta o oscura ma simile o sovrapponibile alla struttura del nostro mondo, in contesto prettamente scientifico va distinto dagli altri termini (su esposti) in quanto designa una o più quantità e qualità metriche intrinseche al luogo misurato (inerenti a qualche specifica topologia): ad esempio con le caratteristiche di "quarta dimensione" è definibile una configurazione (come l'ipersfera) che manifesta proprietà e relazioni spaziali differenti da quelle tridimensionali a noi presenti e direttamente visibili, che non si riesce neppure a raffigurarla mentalmente a meno di ricorrere ad un modello geometrico composito, il cui segno grafico ha aspetto solo indicativo e ne inquadra i singoli caratteri riducendoli nei limiti tridimensionali.
Così in tal contesto, asserire l'esistenza fisica d'altra aggiuntiva dimensione parallela, oltre le tre normalmente
osservate nel nostro universo (euclideo), implica dichiarare la presenza di misure/elementi/forme (associabili a cifre) passibili di misurazione, le quali affiancano e/o completano l'estensione (superficiale e volumetrica) normale, ma restando fuori dalla gamma compresa e percepita empiricamente dall'apparato sensorio naturale. Dunque la complessiva rappresentazione pluridimensionale più corretta è approcciabile solo per mezzo o con ausilio matematico.

In breve, aldilà della facilità con cui artisticamente a volte s'illustrano esotiche "dimensioni spaziali" e si usa
l'espressione come sinonimo indicante località comunque praticabili come il nostro ambiente, esse possono ben delinearsi e approcciarsi solo con calcolo e ricomposizione indiretta e astratta.
Comunque, malgrado la incompatibile recepibilità (almeno completa e diretta) di strutture metricamente pluridimensionali da parte di quelle corporee a sole tre dimensioni, si stanno studiando soluzioni scientificamente attendibili per aggirare le restrizioni fisiche e sfruttare almeno una ulteriore dimensionalità.

L'uso di materia esotica con proprietà e effetti antigravitazionali, prodotta artificialmente o trovata in natura, è indispensabile a tal scopo.
In sintesi, per le prospettive prettamente empirico-scientifiche e pratiche, per realizzare la possibilità dei viaggi nel tempo e/o in altre dimensioni e universi (ad esempio attraversando un buco-nero) è anzitutto indispensabile fondere in unico teorema fisico matematicamente coerente la teoria quantomeccanica e quella relativistica che finora divergono, in specie per la differente considerazione delle proprietà del campo gravitazionale. In quanto tali spostamenti crono/dimensionali presuppongono la piena (e fin alle loro estreme conseguenze logiche) padronanza e applicazione tecnologica d'entrambe le discipline.

A cavallo tra gli anni '90 e primi del 2000, in ambito cosmologico, sono state elaborate tipologie di possibili universi coesistenti e paralleli. Una delinea la presenza d'universi in serie a noi contigui, in quanto collocati a fianco del nostro in un bulk, che arriva ad avere una quinta dimensione (o quarta spaziale), che farebbe da conteniore alle loro rispettive estensioni, aventi tutte proprietà metriche tridimensionali (quadridimensionali, comprendendo anche la dimensione-tempo). Essi sarebbero posizionati uno accanto all'altro, come i fogli racchiusi in un libro: composto da pagine bidimensionali ma che nel loro insieme sono inserite in un contenitore (il libro) con tre dimensioni. Questo significherebbe che all'interno d'un ampio vuoto iper-spaziale, tanti universi (sia per proprietà che leggi globali) non dissimili dal nostro, siano così contigui da sfiorarci ma senza noi poterli percepire direttamente, in quanto le forze naturali (come quella elettromagnetica) captabili da apparati sensoriali e/o tecnologici, restano confinate nelle dimensioni del loro luogo cosmico originario; ma, in questo schema, con l'eccezione della gravitazione: il cui "campo" è ritenuto in grado di propagarsi oltre ogni distinto mondo dimensionale che ne è causa e fonte.
I piani su cui materialmente risiederebbero tali universi vengono spesso definiti (in ambito teorico) "membrane" o "brane".
Secondo alcune vedute potrebbe trattarsi anche d'un unico, infinito, piano spaziale ma ripiegato più volte: affine (figurativamente) a un nastro a tratti curvato su sé stesso, in strati geometricamente paralleli. Questo modello così esplica, almeno in parte, anche la ragione di quella che comunemente è denominata materia/massa oscura: astronomicamente rilevata, in via indiretta, proprio per effetto gravitazionale; entità che empiricamente risulta estendersi intorno alle galassie e ai raggruppamenti che esse formano nel cosmo visibile.

Però se si vuole si può osservare la teroria esposta nei saggi di Walter Semkiw,  tra i quali "Return of the revolutionaries: the case for reincarnation". Questo saggio e la sua cornice di convinzioni si basa anche su coincidenze osservate considerate non casuali e reperti (visivi) giudicati non artificiosi.

L'impianto generale della concezione sostiene la presenza d'un piano con proprietà fisiche che ripetono, con qualità superiore, quelle terrestri e  adatto alla prosecuzione d'una vita dopo quella terrena: e a seconda dei casi quasi speculare ad essa. Tale regione dovrebb'esser strutturata in graduali livelli: dai meno ai più evoluti. Veri livelli spaziali paralleli, riservati ai soggetti deceduti, e adeguati alle rispettive virtù e imperfezioni morali espresse nell'esperienza terrena.
Un corpo di leggera sostanza eterea, contenuto in quello umano naturale (composto materia pesante) ma ad esso esteticamente somigliante, si trasferirebbe, subito o poco dopo la morte, in tale alto luogo: profilabile com'un'altra dimensione parallela alla terrestre. Dove, liberati dal consueto fardello carnale, i corpi meno grevi, continuerebbero a vivere con modalità riproducenti quelle del mondo materiale. Suddetti corpi eterei però non resterebbero necessariamente stabili, ma pur essi verrebbero abbandonati, anche mediante una specie di seconda morte, al compimento di evoluzioni spirituali verso ulteriori livelli dimensionali. Comunque tali entità resterebbero soggette a tornare nella vita materiale con reincarnazione: manifestando parecchie proprietà fisio-somatiche e attitudini mentali e comportamentali della loro precedente esistenza terrena, e a tratti mantenute nell'altra dimensione.

Una fra le teorie, quotata ora da una buona porzione di stimati fisici contemporanei, che dà plausibilità all'esistenza d'una pluralità d'universi contigui: è l'interpretazione a realtà parallele, appartenente alla disciplina della meccanica quantistica/meccanica ondulatoria; denominata successivamente (da Bryce DeWitt) "a molti mondi" (a volte riportata, in acronimo anglosassone, come MWI: Many Worlds Interpretation). Essa fu elaborata e proposta da Hugh Everett III a partire dagli ultimi anni cinquanta. Uno dei maggiori sostenitori della teoria è il fisico David Deutsch, dell'Università di Oxford, il quale nel suo noto saggio La trama della realtà definisce genericamente la fisica quantistica (con evidente riferimento ad Everett) "la fisica del multiverso".
Va specificato che la teoria originaria non par contemplare una distinzione fisica netta fra universi differenziati, come sembra nella elaborazione che ne propose, forse il suo principale primo seguace, B. DeWitt. Al proposito esponiamo qui qualche stralcio della tesi originaria everettiana: "...D'altra parte si ha a che fare con lo stesso sistema fisico, e da questo punto di vista è lo stesso osservatore, che è in stati diversi...In questa situazione useremo il singolare quando vorremo sottolineare che si ha a che fare con un unico sistema fisico e il plurale quando vorremo sottolineare le diverse esperienze degli elementi separati della sovrapposizione. (quindi qui è più la molteplice visione d'uno stesso ambiente esperibile che di veri e propri universi con reciproci confini perimetralmente delineati).
In linea di massima tale interpretazione nega che vi sia disuguaglianza tra le leggi dei processi basilari che regolano i fenomeni microscopici o elementari (come l'indeterminazione dei risultati sperimentali), indagati dalla quantomeccanica, e quelli macroscopici (o macro-cosmici) sistematizzati dalla scienza classico-relativistica. Ciò, in ultima analisi, comporterebbe anche che non avvenga mai il cosiddetto collasso della funzione d'onda, evento implicito nella teoria "ortodossa" (della "Scuola di Copenaghen", ma non unicamente in essa): il quale riduce l'osservabile ad un solo rilevabile stato conclusivo fra quelli teoricamente previsti (e sommabili col principio della sovrapposizione quantistica); ciò riguarda sia l'evoluzione dei sistemi sperimentali che quelli producentesi spontaneamente in natura (come il decadimento/trasformazione degli elementi atomici).
Ma per l'interpretazione everettiana, che predilige l'impianto deterministico della meccanica ondulatoria elaborata da Erwin Schrödinger, ognuno degli stati finali possibili (dei processi empirici considerati) si concretizza materialmente: tramite la continua diramazione dell'intera realtà/universo che li contiene, coerentemente con gli stati risultanti e secondo le probabilità con cui essi possono manifestarsi.