mercoledì 25 gennaio 2012

Respiro e anima

L'energia vitale invisibile è un concetto universale, comunemente associato a: respiro, caldo, aria, e luce solare.
Evidenza di una filosofia comune e duratura può essere trovata presso tutte le culture antiche.
Dio respira/soffia il "respiro di vita" (ruach) nella terra per creare il primo essere umano. Il nome ebraico "Adamo" è derivato dalla stessa radice di "Adama" (= Terra).
Il "Respiro di Dio" (Ruach Ha Kodesh in ebraico, Spiritus Sancti in latino) è sinonimo di "Potenza dello Spirito".Un'idea simile è espressa nella scrittura sacra dell'Islam, il Corano.
La parola nafas, significante "Il respiro di Allah", e ruh, significante "L'anima di Allah", sono usate per indicare il respiro e l'anima dell'essere umano, confermando il fatto che noi veniamo in origine da Allah, di Allah, per Allah, e alla fine torneremo ad Allah.
Uno studioso musulmano afferma che "respiro" non è lo stesso che "aria" o "ossigeno". E' piuttosto un'energia divina che regola le emozioni umane e l'equilibrio del corpo. "Entrambi la quantità e la qualità del respiro hanno un definito e diretto effetto sulla salute umana."In Grecia, il respiro vitale è chiamato pneuma, una parola usata per la prima volta da Anassimene (ca. 545 a.C.). Anassimene ha affermato che la vita comincia con il respiro. Tutte le cose vengono da esso e si dissolvono in esso con la morte. L'anima è Respiro, ed è il controllo del respiro stesso che "mantiene insieme" (previene la disintegrazione o dalla decomposizione) gli esseri umani. Come l’aria o il vento esso circonda e conserva il mondo. I professori G.S. Kirk e J. E. Raven, dell’università di Cambridge, nella loro opera "The Presocratic Philosophers" classificano una sezione di scritti di Anassimene "
Il confronto tra l’Aria Cosmica e il Respiro – Anima", idee che sono incredibilmente corrispondenti alle parole cinesi Yuan Qi, "Qi Cosmico o Originale", e Hun, "Respiro – anima".Il respiro vitale crea un’unità tra il microcosmo ed il macrocosmo.
Nella traduzione di Kirk e Raven, "Il principio vitale e la forza dell’uomo, sono, tradizionalmente, il pneuma o respiro – anima; ( il neuma nel mondo esterno è visto come vento) perciò il principio vitale del mondo esterno è il neuma; (quindi vento, respiro, o aria è la vita e la sostanza di tutte le cose)."Ippocrate (460 – 377 a.C.), considerato il fondatore della scienza medica, credeva che la forza vitale, come il Qi, dovesse scorrere.
Quando chymos, i fluidi del corpo – principalmente sangue, bile e flemma – sono in armonia, si ha la salute. Ne "La natura dell’uomo", lui scrive "Un uomo si gode la perfetta salute, quando questi elementi sono adeguatamente proporzionati l’un con l’altro, in potenza, massa e modo di comporsi, così che essi sono mescolati insieme nel modo migliore possibile.Si sente dolore quando uno di questi elementi è mancante o in eccesso…" Quando un componente della salute è isolato o disarmonico con gli altri, in eccesso in alcuni punti e assente in altri, il risultato è dolore e malattia.Secondo Ippocrate, l’equilibrio è lo stato naturale.
Il ruolo del medico è "non quello di manipolare il paziente come uno potrebbe fare con qualcosa di inanimato, ma rimuovere, sia da dentro sia da fuori, nel corpo del paziente, le ostruzioni per il recupero della salute."
Presso i Kung San, una popolazione indigena del Deserto del Kalahari in Africa, l’energia vitale è num. Il num è contenuto nel basso addome e alla base della colonna vertebrale, e può essere fatto "bollire" attraverso una danza estatica.Richard Ketz, un anziano guaritore di quella popolazione africana, spiega: "Il num entra in ogni parte del corpo, fino alla punta dei piedi e ai tuoi capelli". I
l num fa formicolare la tua colonna vertebrale, e rende la mente vuota, senza pensieri. Il guaritore "vede la persona nel modo giusto, proprio come è". A questo punto, nella danza, i guaritori possono proiettare il num che guarisce, o tirare fuori la malattia da coloro che sono malati.
Gli sciamani, i num kausi, i "maestri, o possessori di num", possono anche aiutare un allievo ad entrare nello stato di coscienza trascendente, (kia) "tirando" una freccia di num nel corpo dello studente, spesso schioccando le dita. (Alcuni Guaritori Nativi Americani proiettano l’energia in un modo simile, battendo le mani insieme.)
Come i medici moderni, i Kung credono che la gente si porti le malattie dentro il corpo. Quando una malattia esplode all’esterno, può talvolta essere curata accumulando il num, per aumentare la riserva interna di potenza guaritrice.
I Kung sono anche preparati ad usare i moderni antibiotici. Nessun trattamento è efficace al cento per cento.
Loro dicono: "Forse il nostro num e le medicine degli Europei, sono simili, perché talvolta le persone che prendono le medicine muoiono, e talvolta vivono. E’ lo stesso con il nostro num."Cinquanta o sessanta mila anni fa, molto prima che i Cinesi parlassero del qi, gli Aborigeni Australiani coltivavano l’energia vitale, come chiave del potere di guarigione e spirituale. Secondo un "medicine man" dell’antica tribù Yuin, "Le persone che possedevano questa energia potevano comunicare telepaticamente, attraverso grandi distanze. Loro rappresentavano la linea telefonica aborigena."
In un classico della spiritualità aborigena, "Voices of the First Day" ("Voci del Primo Giorno"), l’autore, R. Lawlor nota che, come i Cinesi, gli Aborigeni si concentravano su un centro energetico qualche centimetro sotto l’ombelico, "dove era avvolto il cordone del Grande Serpente dell’Arcobaleno (= Kundalini). Attraverso lo stesso centro, gli Aborigeni prelevavano il calore del corpo dai ‘fuochi dell’arcobaleno’ che li aiutavano ad affrontare il freddo."Gli Aborigeni, come le altre tribù indigene, credono che oggi le persone hanno meno di questa energia vitale del passato. Poiché l’energia vitale è l’origine comune ed il legame tra la persona e la natura, la sua perdita è parallela alla perdita di connessioni tra gli esseri umani e delle loro relazioni con l’esterno: piante, animali, acqua, cielo, terra e tutte le altre creazioni.
Quindi, riportare l’energia vitale alla sua originaria condizione di pienezza potrebbe essere la chiave per recuperare potenziali perduti e comprendere che "Il Regno del Paradiso è in noi stessi."
Le tribù degli Indiani d’America, riconoscono anch’esse l’esistenza di un’energia curatrice. I Navajo affermano che i Venti (nilch’i) dettero la vita agli esseri umani e a tutta la Natura. Così, un insegnante del ‘Navajo Community College’, parla del "Sacro Vento" nella sua opera "Holy Wind in Navajo philosophy" (Il Vento Sacro nella filosofia dei Navajo).Come i venti scorrono attraverso l’essere umano, lasciano il segno come linee sulle dita di piedi e mani. I venti sono anche poteri segreti, origine di guide guaritrici. Sono considerati messaggeri degli dei o dei sacri spiriti. Quando gli Indiani d’America pregano rivolti ai venti delle quattro direzioni, loro diventano intuitivamente coscienti delle soluzioni per i problemi della vita. Secondo un anziano Navajo, se non si seguono i consigli dei venti, se uno rifiuta di seguire le loro istruzioni, "Il Nostro Sacro Uno toglie il Vento che era dentro di sé.
Ferma il suo cuore."In una tradizione di guarigione indigena della regione Puget Sound dello stato di Washington, chiamata Si Si Wiss (lett. Sacro Respiro), i guaritori proiettano il potere al paziente attraverso danze, canti e imposizione delle mani. Alcuni canti Si Si Wiss includono specifici metodi di respirazione, per cacciare le malattie o per invitare gli Spiriti aiutanti e guaritori.Nel linguaggio dei Lakota (Siux), la parola per ‘anima’, waniya, è derivata dalla parola ni, che indica il respiro. Nel 1896, il sacerdote Lakota, ‘Long knife’, disse: "Il ni di un uomo è la sua vita.
E’ lo stesso che il suo respiro, gli dà la sua forza. Tiene pulito tutto ciò che è dentro il corpo dell’uomo. Se è debole, non può pulire l’interno del corpo; se lo lascia, l’uomo è morto…" Il rito di guarigione Lakota, del ‘bagno di sudore’, si chiama ‘inipi’ perché purifica il ‘ni’: "L’Inipi fa sì che il proprio ni spinga fuori tutto ciò che rende stanchi, tutto ciò che causa malattie, o che causa pensieri erronei…"Nelle Hawaii, i più potenti guaritori sono conosciuti come ‘Kahuna Ha’ che significa ‘Maestri del respiro’. Il Sacro respiro che guarisce, ‘Ha’, può essere assorbito in luoghi naturali molto potenti, ‘Heiau’, attraverso danze, (come la ‘Hula’), ed esercizi di respirazione profonda. Alcuni Kahula imparano come conservare energia guaritrice nel cuore. Poi, quando l’energia è proiettata attraverso l’imposizione delle mani, il Ha è colorato dall’amore e dai pensieri positivi del guaritore.
Nelle mediazioni e consultazioni tradizionali delle Hawaii, tutte le parti del conflitto, prima di tutto, calmano le loro menti con respirazioni profonde. Questo li aiuta ad essere meno reattivi e a trovare le soluzioni migliori. Il Ha, può anche essere trasferito da un guaritore ad un paziente, soffiando direttamente sul suo corpo. Quando un Kahuna Ha è prossimo alla morte, lui, o lei, può trasferire il lignaggio ed il potere, soffiando fuori l’Ha ad uno studente o ad un membro della famiglia.
La parola Hawaiana ‘Aloha’, spesso usata come saluto rispettoso e sentito, significa anche ‘amore’. Amore è "incontro a faccia a faccia" (alo) del respiro di vita (ha).Ovviamente il paragone più vicino al qi, si può trovare nei paesi asiatici, in particolare in India. In India, l’energia vitale, prana, è descritta come fluire attraverso migliaia di sottili canali energetici, i nadi.Uno degli scopi dello Yoga è di accumulare più prana attraverso esercizi di controllo del respiro (pranayama) e posizioni fisiche (asana).
Allo studente viene anche insegnato come conservare il prana, come non sprecare sia quello innato, genetico, che quello acquisito attraverso la meditazione. Alcuni yogi credono che a noi sia stato dato un certo numero di respirazioni dalla nascita. Se noi impariamo a respirare più lentamente, viviamo di più.Ci sono notevoli paralleli tra lo yoga e la teoria cinese dello yin-yang, la filosofia per cui la salute è l’equilibrio dei due opposti complementari: fuoco e acqua, mente e corpo, io e natura. Lo Hatha Yoga bilancia le due correnti dell’energia vitale: il solare (ha) ed il lunare (tha).
Invertendo il corso dei due respiri pranici, uno connesso con il fuoco, uno con l’acqua, ci si assicura la longevità.Il fuoco è fatto discendere, l’acqua salire, così da unificare la mente (fuoco) e il corpo (acqua), prevenendo la dispersione dell’energia vitale.

il diabete: sicuri che lo si voglia guarire? IV parte



I grassi idrogenati: alimento o veleno?

Per legge, nel 2007 la risposta è ancora alimento, anche se la scienza ha ormai appurato che procurano un danno non indifferente alla salute, causato dall'elevato contenuto di acidi grassi trans[1].

I grassi idrogenati causano un innalzamento del colesterolo cattivo (LDL) e allo stesso tempo provocano una diminuzione del colesterolo buono (HDL), peggiorando quindi "su due fronti" il rischio di incidenti cardiovascolari.

Si stima che negli Stati Uniti siano decine di migliaia ogni anno le vittime di problemi cardiaci evitabili con l'eliminazione dei grassi idrogenati dalla dieta.

A differenza dei grassi saturi che, nelle quantità corrette, sono utili all'organismo, i grassi idrogenati non sono assolutamente necessari: in altre parole la quantità giornaliera raccomandata è di zero grammi.

I grassi idrogenati sono "una manna" per i produttori; gli interessi economici sono notevoli e gli organi di informazione, purtroppo, spesso preferiscono parlare d'altro (ad esempio per "accontentare" gli inserzionisti).
Dove sono?
-margarina: contrariamente a quanto pensano in molti (facendosi ingannare dall'origine
vegetale del prodotto) la qualità alimentare della margarina è pessima. Molto meglio il burro!
-dolci confezionati: quasi tutti i dolci possono contenere grassi idrogenati: merendine, gelati,
budini, cioccolatini, biscotti, crostate, torte, meringate, ecc.
-pasta sfoglia pronta: quasi tutte le sfoglie per preparare torte salate e torte verdi.
-alimenti del fast food: patatine fritte, crocchette, dolci.
-altri alimenti: dadi per brodo, salatini, focaccine, barrette e snack vari, patatine confezionate

La prossima volta che si farà la spesa al supermercato prendiamo in mano le confezioni, leggiamo le composizioni e divertiamoci a trovarne una senza grassi idrogenati o margarina!

L’assunzione di questi grassi gioca un ruolo cardine con l’insorgenza del diabete mellito di tipo 2.

Il diabete non non nasce esclusivamente da un problema nel metabolismo degli zuccheri, ma trae una importante origine dall’uso di grassi idrogenati.
Molto probabilmente ciò è dovuto all’effetto pro-infiammatorio di questi grassi, con effetto sullo stress ossidativo e sulla deposizione di grasso a livello addominale ed epatico.
Un aumento del 2% di grassi trans in sostituzione di carboidrati aumenta il rischio diabetico di un fattore 1,39, mentre non c'è praticamente variazione nel caso di sostituzione con grassi saturi.

Gli studi di Willett e di Ascherio riportano anche i danni riguardanti la "distruzione" degli acidi grassi essenziali da parte dei grassi trans.

La geometria lineare degli acidi trans rende più rigide le membrane cellulari. con conseguente limitazione funzionale delle stesse[2].
Consente una maggiore densità anche a 37 °C, facilitando la formazione di complessi solidi che possono alterare il lume dei vasi.
Una variazione della geometria degli acidi grassi essenziali blocca l'enzima d-6-desaturasi, necessario per arrivare agli acidi GLA e SDA (stearidonico) da cui derivano prostaglandine, eicosanoidi[3]. Ecco perché un'assunzione di trans può provocare malattie croniche o degenerative

Un ultimo commento: sarebbe opportuno che chi cerca soluzioni semplicistiche a patologie croniche (come le intolleranze alimentari a cibi del tutto innocui) si rivolgesse seriamente a considerare il ruolo dei grassi trans.
Che senso ha far credere al paziente di essere intollerante al lievito quando poi si può abbuffare di merendine ricche di grassi trans?

[1]Un acido grasso trans o informalmente grasso trans è un acido grasso insaturo, cioè contenente uno o più doppi legami di isomeria trans tra due atomi di carbonio. Possiede in genere un punto di ebollizione e fusione più elevato rispetto all'isomero cis poiché la catena risulta più lineare.
[2] I lipidi costituiscono circa il 50% della massa della membrana plasmatica, pur essendo molto più numerosi delle proteine (circa 50 molecole lipidiche per ogni proteina). Le tre principali classi di lipidi delle membrane sono: fosfolipidi (70% del peso lipidico totale), colesterolo (20%) e glicolipidi (5%). La membrana plasmatica svolge le seguenti funzioni:
1. tenere concentrate tutte le sostanze indispensabili alla vita: è proprio la membrana plasmaticache ha permesso a molecole biologiche come le proteine e i nucleotidi di raccogliersi assieme inopportune concentrazioni;
2. tenere fuori dalla cellula le sostanze dannose;
3. rendere possibile la comunicazione con l’esterno: infatti la cellula non è un mondo isolato inquanto molte sostanze possono entrare ed uscire dalla cellula e quindi la membrana plasmatica ha ilcompito di controllare il transito di queste sostanze;4. permettere la comunicazione intracellulare; infatti tutte le cellule comunicano tra loro mediantesegnali chimici, che possono modificarne l’attività (per esempio un dato segnale può incrementare laproduzione di una certa proteina ad opera di un determinato tipo di cellule).
[3]Gli eicosanoidi sono agenti biologici che regolano moltissime funzioni organiche. Appartengono a questa categoria le prostaglandine, le prostaciciline, le lipossine, i trombossani e i leucotrieni. Gli eicosanoidi regolano il sistema cardiovascolare, la coagulazione del sangue, la funzione renale, la risposta immunitaria, l'infiammazione e numerose altre funzioni. Per questo motivo sono conosciuti anche come superormoni.

ASCHERIO, A; HENNEKENS, C H; BURING, J E; MASTER, C; STAMPFER, M J and WILLETT, W C (1994). Trans fatty acids intake and risk of myocardial infarction. Circulation, 89:94-101.

il diabete: sicuri che lo si voglia guarire? III parte



Nel 1922 a Stoccolma venne conferito ai ricercatori Barting, Best e Macleod il premio Nobel per la scoperta dell’insulina.
La commercializzazione di questo ormone di sintesi, dal 1923 in poi, è opera della casa farmaceutica statunitense Eli Lilly.
La Lilly lanciò nel 1982 la prima insulina da D.N.A. ricombinante: fu il primo farmaco al mondo creato con questa tecnologia.
Oggi per il diabete, oltre alla nota insulina esistono prodotti come: Tolbutamide, Tolazamide, Clorpropramide, Acetoesamide, Gliburide, Glipizide, Glimepride, Metformina, Fenformina, Buformina, Repaglanide, Acarbosio, Miglitol, Glucagone…

Poche corporazioni della chimica e farmaceutica, tra loro interconnesse da fili economici e azionari, gestiscono l’intero mercato del diabete.
Gruppi potentissimi come Eli Lilly, Pfizer, Merck, Roche, Sanofi-Aventis e Bayer ogni anno, guadagnando miliardi di dollari, controllano la vita di centinaia di milioni di persone.

Oggi, il mercato del diabete vale oltre 400 miliardi di dollari!

Consideiamo il tutto e pensiamo: vale la pena di sconfiggerlo realmente?

il diabete: sicuri che lo si voglia guarire? II parte

A prpopsito di diabete ecco un'estratto da un'intervista dove si evince che da questa malattia si può uscire considerandola uno stato di malessere e di mal-educazione che l'organismo subisce

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Il mio nome è A. P., diabetico insulino-dipendente dal 1997 fino a due anni fa, quando ho tolto completamente l’insulina. Andando per ordine, circa 25 anni fa sono diventato vegetariano, ma un vegetariano non saggio, perché ho commesso diversi errori: ho eliminato la carne ma mangiavo troppi cereali raffinati, troppi formaggi. Troppo di tutto. E infatti, grazie a questa scorretta alimentazione mi è venuto il diabete associato a problemi di peso e disturbi al fegato. Ero costretto a farmi 22 unità di insulina al mattino, 20 a mezzogiorno, 22 alla sera e 20 unità alla notte prima di andare a dormire. Oltre 80 unità al giorno! ...

D: Ti ha aiutato qualcuno? R: No, mi sono completamente arrangiato. Mi sono detto tra me e me, che comunque andava, nella peggiore delle ipotesi, tornavo a mangiare le stesse cose di prima. Quindi ho cominciato a farmi i germogli in casa, riscoprire verdure che prima non mangiavo (avocado, verdure di tutti i tipi). Tutti i vari tipi di semi: sesamo, girasole, zucca, eliminando completamente tutti i cereali. Praticamente ho mangiato solo frutta e verdura cruda per un intero mese.
...
Trascorso un mese mi sono trovato così bene in salute e con così tanta energia che ho deciso di fare altri tre mesi. Il primo mese ho perso 5 kg, e dopo gli altri tre mesi sono calato di 24 kg! Oggi peso 72 kg e sono alto 1 metro e 72.
D: Cosa hai fatto dopo questi altri tre mesi? R: Devo dire che mi sono trovato benissimo: la pelle ha cominciato a cambiare e infatti gli amici mi dicevano che sembravo molto più giovane. Ho allora iniziato a introdurre qualche cibo cotto sottoforma di cereali, per esempio grano saraceno, miglio, riso integrale. Circa 40 grammi per porzione con moltissime verdure crude e cotte. Il piatto, grazie alle verdure mi riempiva molto.Da allora, ho preso l’abitudine di iniziare sempre il pasto, sia pranzo che cena, con le verdure crude prima, poi tutto il resto cotto.

D: Adesso entriamo nei particolari, mi riferisco all’insulina e alla glicemia.
...
Misuravo la glicemia 2 anche 3 volte al giorno. A mezzogiorno ho fatto 10 unità e mangiando solo insalata e noci la glicemia mi era scesa a 60. Stavo andando in ipoglicemia! Quindi ho mangiato qualcosa di dolce come un frutto, che me l’ha fatta salire a 80. Al pomeriggio ogni due ore mangiavo sempre un frutto crudo. E qui viene il bello: alla sera NON mi sono fatto insulina perché avevo paura che mi facesse scendere troppo la glicemia! Il mio pensiero è stato quello di fare alzare la glicemia, lasciarla andare e stare a vedere cosa succedeva… Incredibilmente dal giorno dopo non ho fatto più insulina!!! A colazione la glicemia è salita a 220, a mezzogiorno era 180 e alla sera intorno ai 250. Senza più paura, con totale fiducia ho aspettato per vedere cosa succedeva e come rispondeva il mio corpo…
...
Il 3° giorno la glicemia era 180 di mattina, 160 a mezzogiorno e ancora 180 alla sera. Il 4° giorno alla mattina 160 a mezzogiorno 140 e 160 alla sera. Il 5° e 6° giorno inspiegabilmente (per la medicina ma non per la Natura umana) la glicemia si è regolarizzata tra i 110 e i 160. Da quel momento non mi si è più alzata. Per esempio, la glicemia sopra i 200 non mi è più andata se non rarissime volte in passato quando magari sgarravo con una pizza bianca. Ma mentre una volta mi sarebbe andata oltre i 350, ora non più dei 200, il che denota che l’organismo ha ripreso a funzionare, il fegato e il pancreas hanno iniziato a lavorare.

D: Sono passati circa due anni da quando hai smesso l’insulina: come stai e come ti senti?
R: Non voglio assolutamente più tornare a farmi l’insulina! E’ proprio questo mio sentire che mi ha dato e mi da la forza di continuare. Non voglio più essere schiavo di una sostanza chimica.Non sto credendo a nessuno, ho semplicemente visto su di me, sperimentandolo, che questo sistema di vita ha funzionato e funziona. In questi due anni sono stato benissimo. Mi sento, rispetto prima, cinquanta volte meglio: molta più energia, più forza, dormo meglio la notte, non mi ammalo più, cosa che invece succedeva spesso prima. Maggior concentrazione e sono certamente più calmo.
...
D: Cosa potresti consigliare oggi, con la tua esperienza di vita, alle persone che stanno vivendo lo stesso disagio?
R: Consiglierei di iniziare questo tipo di cambiamento di stile di vita, senza pensarci un minuto in più. Migliorando lo stile di vita oltre a stare bene, si possono ridurre serie problematiche future.

...

Altra cosa molto importante, è di non farsi scoraggiare dalle persone che ci circondano, gli amici e parenti, perché vi diranno che rischierete di morire, di deperire ogni giorno di più, di perdere energia, ecc. Esattamente il contrario di quello che voi sentirete, se proverete, e cioè l’energia aumenta assieme a tanto altro.
...

Come tutte le malattie anche il diabete trova la sua radice dentro l'organismo e no fuori di esso, il sintoma è uno specchio un segnale.Non è indispnsabile la chimica per guarire, certo può aiutare come in altri casi, ma questo sche ho riportato è paradigmatico di come la sola medicina tradizionale sia schiava di chi produce i farmci e non riesca più a vedere l'uomo.

fonte:
http://www.disinformazione.it/uscire_dal_diabete.htl

martedì 24 gennaio 2012

andare oltre il freddo razocinio medico

La “Malattia", qualsiasi malattia non ha una esclusiva genesi esterna, ma è strettamente unita tra mente, emozione e corpo.

Questo significa che allorquando si manifesta uno shock emotivo inaspettato, il suo vissuto attiva un'area precisa del cervello e, conseguentemente, il corpo reagisce. Tale shock non necessariamente deve essere acuto, può trattarsi infatti di profondi disagi perpetuati nel tempo “Perché ci si ammala?”, “Cos’è la malattia?”, sono le domande che l’essere umano si pone dalla notte dei tempi alle quali mai nessuno sinora ha saputo rispondere in maniera esaustiva.

Oggi con i progressi scientifici o siamo in grado di sapere il perché (eziologia) e il come (patogenesi) di una “malattia”, possiamo fornire dei supporti chimici che permettono di guarire, ma la domanda cardine “Perché proprio a me?” resta ancora in piedi.
Come unire i due aspetti?

Grande intuizione, che ha scardinato il mondo medico, l’ha avuta il dr. Hamer con le 5 Leggi Biologiche colle quali correla Psiche, Cervello e Organi come tre livelli dello stesso organismo, quindi se conosco uno dei livelli posso determinare precisamente anche gli altri due.
Inoltre, la cosa affascinante di questo nuovo modo di comprendere la “malattia” è proprio che ogni singola legge è verificabile da chiunque e per qualsiasi sintomo.
Perciò l'aiuto alla persona in difficoltà deve necessariamente prendere in considerazione anche il suo vissuto, il suo modo di sentire le cose e di affrontarle. Ne consegue un cambiamento radicale nella relazione tra medico e paziente e degli strumenti necessari per portare aiuto. La persona nella sua totalità e con tutta la sua storia.

Ma ancora se si riesce sinergicamente a unire la medicina “Tradizionale” con la “Nuova Medicina” abbiamo compiuto il grande passo per poter giungere alla reale, completa guarigione dalla malattia.

"Leggere i sintomi come messaggi
del corpo: una chiave semplice fondata su
un'enorme casistica, per comprendere cosa
c'è dietro una malattia e guarire."