sabato 30 ottobre 2010

il pianeta delle scimmie, tutti

i flims
Il pianeta delle scimmie-L'altra faccia del pianeta delle scimmie
il primo e il secondo possono andare praticamente insieme, se il primo mostra alti punti cinematografici, il secondo è un po' più fiacco, ma visti in continuum sono una grande opera.
Eccelso il finale del primo una vera sorpresa, anche quando visto e rivisto.
Se qualccuno dinoi ha letto i romanzi le differenze sono sottili, ma sensibili: il pprotagonista Taylor (Haeston) è francese, le scimmie sono molto avanzate tecnologicamente, come gli uomini della terra, per spiegarmi; la lingua parlata delle scimmie è indigena (romanzo) e non l'inglese. Gli umani del romanzo sono nudi.

gli altri
Fuga dal pianeta delle scimmie
si pone il sacro ruolo di farci capire come sia potuta avvenire la trasformazione delle scimmie da animali a "umani". un esile tentativo di parlare del diverso e dell'ostilità che quasto pone nella comunità, esile di sceneggiatura, ancor di più perchè serabbero poi solo gli scimpanzè a essere "evoluti."
[color=blue]1999 la conquista della terra[/color]
ancora una domanda non fa dormire la major produttrice: "ma come hanno fatto le scimmie a divenire più potenti degli uomini?"
Ecco cosa si sono chiesti produttori e sceneggiatori. sempre più esile la trama e i messaggi. Inventarsi le scimmie come animali di compagnia, il centro di educazione trovate che se ben sfruttate potevano creare altro film le prime un certo asimvismi e la seconda rieducazioni staliniste, ma cosi non è stato)

infine 2670 ultimo atto (traduzione oscena dell'originale battle for planet of the apes) finalmente i produttori e gli sceneggiatori hanno pace si chiude il cerchio, cè la guerra atomica e la terra sarà dominata dalle scimmie, il saggio governo delle scimmie completamente paritario fra le due specie è rovesciato e le scimmie govereranno il mondo

Serie TVCBS 1974

come crearla? semplice spostando il tempo indietro e circa 800 anni prima del primo film dua stronauti subiscono una anomalia del loro mezzo spaziale e sono proiettati nel futuro. Qui però la società è differente, gli umani sono un po’ più evoluti e sopratutto
dal punto di vista politico le scimmie non sono esattamente unite.
La trama molto semplice i due astronauti superstiti sono accettati dagli scimpanzè e lottano per sfuggire ai gorilla, e contemporaneamente ricercano un computer umano finzionante per rimettere in sesto l'astronave e tornate a casa.
Non ebbe tropo isuccesso ed alla prima stagione fu fermata
Una curosità Hoddy McDowall ha interpretato tre diversi scimpanzè nella
saga.
- Cornelius ne “Il Pianeta delle Scimmie” e “Fuga
dal pianeta delle scimmie”
- Ceaser in “1999: conquista della Terra” e “2670:
ultimo atto”
- Galen nella serie televisiva

Planet of Apes Regia T Burton

e di questo cosa farne?
L'incipit è promettente : un chiaro omaggio al 2001 di Kubrik edel cinema di fantastico degli anni '50 e '60. I titoli di testa sono una rivisitazione dei Peplum italiani.
Poi però la cosa si sgonfia, l'intreccio diventa scontato e la visione noiosa. E' evidente il fatto che l'estetica di Burton si è conformata alla legge del minimo rischio e del massimo guadagno. Se nel passato l'ipercaratterizzazione dei personaggi e la netta divisione tra buoni e cattivi non gli aveva impedito di giocare con le sfumature e di mischiare le carte, si pensi ad esempio a Edward mani di forbice o a Sleepy Hollow, il Burton del pianeta delle scimmie è didascalico, superfluo, banale.
Nessuna invenzione narrativa. La trama è arcinota e si basa sul classico triangolo, cosi caro alle Majors, formato dal buono, dal malvagio e dalla donna che sta tra i due.
Sembra di rivedereil terribile Ultimo atto, con più soldi.
L'unico vero momento d'emozione è il finale del fim, quindi aspettare quasi due pre per un colpo di scena la dice lunga.

Conclusione? comprate il libro :lol:

a proposito una citazione Mariangela Fantozzi viene scritturata per un'ennesima versione del pianeta delle scimmie in quanto si risparmia col trucco: (Fantozzi alla riscossa 1990)

72 anni fa: la guerra dei mondi

Alle ore venti in punto del 30 ottobre 1938, dopo le prime note del programma musicale, irruppe la voce dell'annunciatore:"Signore e signori, vogliate scusarci per l’interruzione del nostro programma di musica da ballo, ma ci è appena pervenuto uno speciale bollettino della Intercontinental Radio News. Alle 7:40, ora centrale, il professor Farrell dell’Osservatorio di Mount Jennings, Chicago, Illinois, ha rilevato diverse esplosioni di gas incandescente che si sono succedute ad intervalli regolari sul pianeta Marte. Le indagini spettroscopiche hanno stabilito che il gas in questione è idrogeno e si sta muovendo verso la Terra ad enorme velocità... "Cominciava cosi, 72 anni fa la lettura recitata da parte di Orson Welles all'emitente radiofonica CBS del romanzo di G. Wells.Al termine della trasmissione, Orson Welles si recò in un vicino teatro per prendere parte alle prove serali di uno spettacolo, venendo a conoscenza solo il giorno dopo del putiferio che la sua interpretazione aveva scatenato. A dire il vero, Welles pensava che l'adattamento fosse noioso, e non avrebbe voluto proporlo, se non fosse che fu costretto ad usarlo perché si ritrovava senza altro materiale interessante a disposizione. Il risultato fu fin troppo realistico e si trattò di una enorme pubblicità per il regista, che portò la RKO ad offrirgli un contratto per la realizzazione di tre film a Hollywood.Tanto che Welles dichiarò successivamente "Furono le dimensioni della reazione ad essere sbalorditive. Sei minuti dopo che eravamo andati in onda le case si svuotavano e le chiese si riempivano; da Nashville a Minneapolis la gente alzava invocazioni e si lacerava gli abiti per strada. Cominciammo a renderci conto, mentre stavamo distruggendo il New Jersey, che avevamo sottostimato l'estensione della vena di follia della nostra America. "

sabato 23 ottobre 2010

INPS: chi lavora con contratto a Termine non maturerà mai una pensione!


La notizia è vera, ma nascosta dimentcta eclissata.
Chiunque lavori, ma con contratto interinale, precario, co.co.co. (chiamiamolo come ci piace)versa si i contributi,ma per pagare la pensione a chi lavora con contratto indeterminato.
Tutto cià perchè l'INPS non può pagare troppe pensioni.
La mara, triste verità è nascosta, dunque per evitare la rivolta.

Ad affermarlo è lo stesso presidente dell'istituto di previdenza, Antonio Mastropasqua che, come scrive Agoravox, ha finalmente risposto a chi gli chiedeva perché l'INPS non fornisce ai precari la simulazione della loro pensione futura come fa con gli altri lavoratori: "Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale".

Intrage scrive che l'annuncio è stato dato nel corso di un convegno: la notizia principale sarebbe dovuta essere quella che l'Inps invierà, la prossima settimana, circa 4 milioni di lettere ai parasubordinati, dopo quelle spedite a luglio ai lavoratori dipendenti, per spiegare come consultare on line la posizione previdenziale personale. Per verificare, cioè, i contributi che risultano versati.

La seconda notizia è che non sarà possibile, per il lavoratore parasubordinato, simulare sullo stesso sito quella che dovrebbe essere la sua pensione, come invece possono già fare i lavoratori dipendenti. Il motivo di questa differenza pare sia stato spiegato da Mastrapasqua proprio con quella battuta. Per dire, in altre parole, che se i vari collaboratori, consulenti, lavoratori a progetto, co.co.co., iscritti alla gestione separata Inps, cioè i parasubordinati, venissero a conoscenza della verità, potrebbero arrabbiarsi sul serio.
E la verità è che col sistema contributivo, i trattamenti maturati da collaboratori e consulenti spesso non arrivano alla pensione minima.

I precari, i lavoratori parasubordinati come si chiamano per l'INPS gli "imprenditori di loro stessi" creati dalle politiche neoliberiste, non avranno la pensione. Pagano contributi inutilmente o meglio: li pagano perché l'INPS possa pagare la pensione a chi la maturerà. Per i parasubordinati la pensione non arriverà alla minima, nemmeno se il parasubordinato riuscirà, nella sua carriera lavorativa, a non perdere neppure un anno di contribuzione.

L'unico sistema che l'INPS ha trovato per affrontare l'amara verità, è stato quello di nascondere ai lavoratori che nel loro futuro la pensione non ci sarà.

Fonte
http://contintasca.blogosfere.it/2010/10/inps-e-ufficiale-i-precari-saranno-senza-pensione-silenzio-dei-media-o-scatta-la-rivolta.html

mercoledì 20 ottobre 2010

Un episodio poco noto della guerra fredda: la guerra SudAfrica-Angola

Il destino della ex colonia tedesca dell’Africa del Sud-Ovest è molto travagliato; al termine della seconda guerra mondiale, il Sud-Africa tentò d’inglobare tali territori (contro il parere dell’ONU) divenendone di fatto la quinta provincia, con rappresentanza al parlamento.
Il Governo sudafricano importò le leggi dell’apartheid in tale provincia incrementando il malcontento della popolazione, sino a che nel 1962 si verificarono i primi casi eclatanti di guerrilla, con la formazione dell’ala armata del partito indipendentista SWAPO; People Liberation Army of Nambia (PLAN).
Nel settembre del 1965 ci fu il primo scontro a fuoco fra contingenti sudafricani e rivoluzionari.
Durante questo primo periodo furono soprattutto la South African Police e la South West African Police (SWAPOL), appoggiate dalla South African Force (SAAF), a contrastare le attività dei ribelli. Ben presto però l'intensità degli scontri fu tale che il governo sudafricano dovette dar vita a una apposita unità di polizia per tentare di marginare questo fenomeno e per sedare le ormai sempre più frequenti rivolte della popolazione di colore in Namibia.
La confinante Angola ospitava molte basi di formazioni ribelli, essendo nel contemo impegnata in azioni di guerrilla contro il Portogallo.
Alla fine degli anni sessanta nacque la counter insurgency unit anche nota con il nome di Koevoet che aveva come compito quello di contrastare le attività dei guerriglieri.
Dopo la c.d. rivoluzione dei garofani il governo di Lisbona riconobbe l'indipendenza dell'Angola.
In vista della indipendenza promessa dal Portogallo, le varie frange ribelli, iniziarono a combattere tra loro per il controllo della capitale Luanda. Quando i guerriglieri presero però anche di mira la diga di Calueque, che era stata costruita dai portoghesi in cooperazione con il Sudafrica per fornire energia elettrica a molte aree urbane in Namibia, l'esercito sudafricano si vide costretto ad intervenire.] Il conflitto originariamente delimitato nella sola Angola assunse quindi carattere internazionale.
Verso la fine del 1975 l'MPLA, appoggiato dall’URSS prese il controllo della capitale dell'Angola. Su richiesta dell’MPLA stessa consiglieri militari cubani e sovietici giunsero nella nazione africana per addestrare truppe, portare mezzi e uomini locali specialmente da Cuba. Gli USA non restarono inetri e la CIA iniziò a passare informazioni all'UNITA ed alla FNLA per contrastare l'MPLA.
Con l’”Operazione Savannah” il SudAfrica esplicitamente invase l’angola per impossessarsi della diga idroelettrica di Ruacana-Calueque. Con l'aiuto dell’FNLA e dell'UNITA, le forze armate sudafricane riuscirono ad assumere il controllo della Benguela railway che avrebbe permesso, in caso di necessità, un rapido ritiro dal territorio, oltre a garantire una via di rifornimento attraverso un territorio impervio e quasi privo di vie di collegamento.
L’MPLA era sempre più approviggionata dall’Unione Sovietica e in breve tempo aveva preso il completo controllo politico del paese.
Il SudAfrica formò la Task-Force Zulu composta da due gruppi di combattimento che infiltrati nell’Angola con opportune operazioni di guerrilla preparassero la strada all’invasione armata vera e propria. In soli 30 giorni la task force Zulu riuscì a percorrere oltre 300 chilometri di giungla, ingaggiando numerosi scontri con guerriglieri dell'MPLA e raggiungendo alla fine del trentesimo giorno la città di Ngunza. gIn supporto furono inviati ulteriori tre gruppi da combattimento.
Assunto il controllo sui punti chiave nelle aree interessate dell'Angola meridionale, si diede inizio all'operazione Savannah. Durante questa operazione, su richiesta del comandante dell'FNLA Holden Roberto, si decise anche di attaccare Luanda.
Il 9 Novembre 1975 l’Artiglieria del SudAfrica bombardò la capitale angolana con obici da 140mm.
Però a causa della scarsa preparazione dei guerriglieri dell'FNLA, l'attacco fu un fallimento e il personale sudafricano si dovette ritirare.
Il Sudafrica ritirò le proprie forze armate dall'Angola, mentre nel frattempo oltre trentamila soldati cubani erano stati inviati da Cuba in Angola su richiesta dell primo ministro
I cubani, avvalendosi di un armamento superiore rispetto a quello delle forze armate sudafricane, costrinsero le truppe dell'Africa Australe a ritirarsi dal paese nel marzo 1976, tale azione fu denominata Oerazione Carlota.
Il Sudafrica, però, non cessò di sostenere l'UNITA nella lotta contro l'MPLA. Nel decennio che seguì, la South African Forces compì numerose operazioni militari in Angola, Zambia, e Mozambico per contrastare una possibile espansione dell'MPLA
Nonostante continue risoluzioni ONU sull’indipendenza della Namibia il SudAfrica continuava a ritenere tale territorio come propria parte della nezione.
Nel 1982 furono gettate le prime basi per l'indipendenza del paese e per dotarlo di una sua costituzione. Un ruolo chiave nel compito di mediatore lo ebbero gli Stati Uniti che, a partire dal 1984, si impiegarono, senza successo, affinché le forze armate del SudAfrica fossero ritirate dall'Angola meridionale.
Il ruolo mediatore degli Stati Uniti fu però sottoposto anche a pesanti critiche, specialmente da coloro che puntavano a ricevere il riconoscimento dell'indipendenza della Namibia a livello internazionale. Nonostante la politica americana promettesse a parole una rapida fine del conflitto, gli Stati Uniti sembravano invece incoraggiare il Sudafrica ad estendere la propria sfera di controllo sui paesi limitrofi, fornendo all'UNITA missili Stinger, missili anticarro e armi di ogni genere per contrastare l'MPLA.
Nel 1987 il governo angolano decise quindi di sferrare una pesante offensiva nel sud del paese per ritornare in possesso delle regioni meridionali. Nonostante il parere negativo dei consiglieri militari cubani, l'esercito angolano lanciò un attacco in tutta la regione lungo il confine con il Sudafrica. In risposta, l'esercito sudafricano invase nuovamente le regioni meridionali dell'Angola dando il via alle operazioni militari Modular e Hooper e respingendo le forze regolari dell'Angola fino alla città di Cuito Cuanavale da dove era iniziata l'offensiva.
Di conseguenza Cuba inviò 55000 soldati in Angola per respingere le forze armate Sudafricane. I due eserciti si scontrarono nella battaglia di Cuito Cuanavale, la più sanguinosa mai avvenuta in Africa dopo la fine della seconda guerra mondiale. Nonostante entrambe le fazioni rivendicassero la vittoria, in tale occasione le forze cubane riuscirono a respingere gli invasori sudafricani. Le conseguenze furono una forte offensiva nel territorio della Namibia e contro gli impianti idroelettrici di Calueque. Il 27 giugno1988 alcuni MiG-23 cubani, che nel frattempo erano riusciti ad assumere la supremazia aerea dei cieli angolani, bombardarono l'impianto idroelettrico uccidendo 12 soldati sudafricani. Alla fine il governo del Sudafrica propose ai governi angolano e cubano la tregua

Nel 1987 fu presa in considerazione la possibilità di riconoscere l'indipendenza della Cambia.
Cuba ed Unione Sovietica garantirono il ritiro delle loro truppe non appena le forze armate sudafricane si fossero ritirate dall'Angola e promisero di cessare la fornitura di armi all'Angola. Questi accordi, a cui parteciparono da una parte Angola, Swapo e Cuba, dall'altra Sudafrica e Stati Uniti, siglati dopo la richiesta di tregua da parte del governo Sudafricano diedero nuova forza alla risoluzione delle Nazioni Unite che fu poi ratificata nel dicembre del 1988. La repubblica democratica dell'Angola approvò infine nel protocollo di Brazzaville il ritiro delle truppe cubane accettando al loro posto una commissione di osservatori internazionali presieduta da Unione Sovietica e Stati Uniti per il mantenimento della pace. Contemporaneamente il Sudafrica accettò di cedere la sovranità della Namibia alle Nazioni Unite.
Nonostante la garanzia di ricevere l'indipendenza dal Sudafrica la People's Liberation Army of Namibia, uno dei bracci armati della SWAPO, decise di occupare con circa 2 000 uomini una parte dei territori del nord della Namibia per garantirsi il controllo del paese una volta che esso fosse divenuto indipendente. Su consiglio dell' allora primo ministro britannico Signora Thacher che si trovava in visita di stato in Sudafrica, Martti Ahtisaari fece intervenire un piccolo contingente dell'esercito sudafricano per ripristinare l'ordine nelle province settentrionali del paese.
Il periodo di transizione all' indipendenza durò circa undici mesi e fu da ogni punto di vista abbastanza tranquillo.
Il Sudafrica ritirò i suoi soldati dalla Namibia, prigionieri politici furono rilasciati e 42 000 rifugiati si apprestarono a rimpatriare. Nel novembre del 1989 si tennero le prime elezioni che videro la vittoria del partito della SWAPO con il 57% dei voti, a una manciata di voti dalla maggioranza dei due terzi necessaria per modificare la costituzione che era stata approvata dal Sudafrica. All'opposizione andò il partito democratico Turnhalle Alliance che ricevette il 29% dei voti. Infine il primo consiglio di assemblea del neoeletto parlamento, si tenne il 29 novembre 1989.

giovedì 14 ottobre 2010

Il sostituto del latte materno un mito fraudolento



Com’è possibile che un prodotto inventato per salvare una vita in casi gravi sia diventato di uso comune per mamme e bambini che non ne hanno bisogno, sostituendo tra l’altro un prodotto a costo zero, ecologico e qualitativamente inarrivabile come il latte materno? A quest’espansione hanno sicuramente contribuito fattori sociali come il passaggio dalla famiglia estesa a quella nucleare ed il progressivo inserimento della donna nel mondo del lavoro. Ma un ruolo importante l’ha avuto il “mongering”, l’invenzione di un bisogno inesistente per “vendere ai sani”.
Henri Nestlé aveva salvato la vita a prematuri e a donne malate con la sua farina lattea, ma ben presto questo prodotto divenne un consumo imposto con la pubblicità a tutte le fasce,

Contemporaneamente all’invenzione e allo sviluppo dei sostituti del latte materno, nasceva e cresceva la moderna medicina scientifica. Una delle caratteristiche della quale era ed è la medicalizzazione, cioè il tentativo o la pretesa di sottoporre a controllo medico tutti gli eventi nella vita di un individuo che possono influenzare la sua salute. È successo con il parto, ed è successo con l’alimentazione dei lattanti e dei bambini. L’allattamento e lo svezzamento, che per millenni erano stati praticati in modo naturale, mediante la trasmissione intergenerazionale dei relativi comportamenti, diventano oggetto di attenzione da parte dei pediatri. Non potendo controllare quantità e qualità del latte materno, essi accolgono con favore l’idea di usare e prescrivere un sostituto. All’inizio, verso la fine del XIX° secolo, sono avversari dell’industria; ritengono infatti che spetti a loro, e non a “chimici” come Nestlé, Liebig e Mellin, stabilire la composizione del prodotto. Sono soprattutto i pediatri americani a lanciarsi nell’impresa e a sviluppare diverse “formule” per diluire e mescolare il latte di mucca con altri ingredienti, nel tentativo di renderlo adatto all’alimentazione del lattante. La parola “formula”, tuttora usata in inglese per indicare il latte artificiale ed ormai entrata in uso anche nel dizionario pediatrico italiano, nasce proprio a cavallo del XIX° e del XX° secolo alla Facoltà di Medicina dell’Università di Harvard. Attorno al 1920, tuttavia, la maggioranza dei pediatri, frustrata dalla complessità di prescrivere e preparare le formule proposte dalla varie scuole di pediatria, raccomandavano ormai le formule industriali.

Si forma così, per consolidarsi in seguito in tutto il mondo, una stretta alleanza tra le professioni sanitarie, pediatri in primis, ma non solo, e l’industria che produce e commercializza sostituti del latte materno. Alleanza che spazia dalla ricerca alla formazione ed alla prestazione di servizi, ma che in ogni caso l’industria integra nel suo sistema di marketing. Nonostante importanti riviste mediche americane, inglesi e tedesche pubblichino fin dall’inizio del XX° secolo articoli che mostrano come i bambini alimentati con latte di formula abbiano una mortalità, e più in generale uno stato di salute e nutrizione, peggiore di quella dei bambini allattati al seno.

Una volta che le madri, persuase che il loro latte sia insufficiente o inadeguato, provano il latte di formula, il mercato per lo stesso è assicurato. Il lattante che, avendo preso latte di formula, succhia meno latte materno, scatena infatti quel processo fisiologico che porterà la madre a produrne sempre meno, fino all’esaurimento. L’industria conosce alla perfezione questo meccanismo ed è per questo che concentra i suoi sforzi sulla donna che deve decidere come alimentare il figlio e sui primi giorni dopo il parto. Le forniture gratuite di latte formulato agli ospedali, ora proibite dalla legge ma ancora in voga, hanno proprio questo malefico scopo: rendere facilmente disponibile il sostituto del latte materno in modo che rappresenti per tutti, madri ed operatori sanitari, la facile ed immediata soluzione all’apparire del minimo problema con l’allattamento al seno. Il marketing non è il solo responsabile di questi problemi; fanno sicuramente la loro parte operatori sanitari non adeguatamente preparati a mettere in atto routines e pratiche che favoriscano l’allattamento. Ma se almeno in parte è responsabile, bisogna porvi dei limiti, a salvaguardia della salute pubblica. Non bisogna infatti dimenticare che nelle popolazioni a basso reddito si stimano ad oltre un milione i bambini che muoiono perché non allattati al seno.

o cercato di mostrare come i meccanismi che portano ad un uso generalizzato ed improprio di sostituti del latte materno siano in atto da oltre 100 anni e siano basati sugli stessi principi adottati attualmente dalle multinazionali del farmaco per inventare malattie e farne commercio. Non per nulla l’industria del latte formulato, avendo fatto in modo che nel corso degli anni i suoi prodotti, per lo meno in Italia, si vendano prevalentemente in farmacia, resiste a qualsiasi tentativo, dall’alto e dal basso, di privilegiarne la vendita attraverso i normali canali commerciali. Vuole cioè che, fino a quando è possibile, i suoi prodotti conservino nell’immaginario collettivo le sembianze di un farmaco. Inutile dire che in questa disputa riesce ad avere al suo fianco, fedeli alleati, la maggioranza dei pediatri, che difficilmente rinunciano ad un congresso o ad un corso sponsorizzato.

C’è chi pensa che questa tendenza debba essere portata all’eccesso; che il latte di formula debba essere cioè catalogato ufficialmente come farmaco (attualmente, in tutti i paesi del mondo meno Israele, è catalogato come alimento speciale). In questo modo, sostengono coloro che propugnano questa soluzione, sarebbe usabile solo con ricetta medica, e quindi solo quando mamma e/o bambino siano gravemente ammalati ed impossibilitati ad allattare. La parallela vicenda del “disease mongering” dovrebbe insegnarci che così non è: anche un farmaco usabile solo con ricetta medica può diventare come il chewing gum.

Si deduce che sia preferibile il contrario: che il latte di formula debba essere equiparato alle melanzane. Forse, declassato da prodotto medico ad ortaggio, cesserebbe di essere appetibile per i pediatri e di far concorrenza al latte materno.

Bibliografia

http://www.mpv-cav.veneto.it/mpv/a_182_IT_962_1.html

http://www.ibfanitalia.org/

http://salutenaturale.forumattivo.com/generale-bis-f1/farmaci-che-ammalano-e-case-farmaceutiche-che-ci-trasf-t501.htm

Smith R. Investigating the previous studies of a fraudolent author. British Medical Journal 2005;331:288-91.