sabato 12 dicembre 2009

12 Dicembre 1969-Piazza Fontana


La strage di Piazza Fontana fu conseguenza di un grave attentato terroristico avvenuto il 12 dicembre 1969 nel centro di Milano, quando, alle 16:37[1], una bomba esplose nella sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura in piazza Fontana, provocando la morte di diciassette persone ed il ferimento di altre ottantotto. Per la sua gravità e rilevanza politica, tale strage ha assunto un rilievo storico primario venendo convenzionalmente indicata quale primo atto della Strategia della Tensione.
Una seconda bomba fu rinvenuta inesplosa nella sede milanese della Banca Commerciale Italiana, in piazza della Scala, furono fatti i rilievi previsti, e successivamente fu fatta brillare distruggendo in tal modo elementi probatori di possibile importanza per risalire all'origine dell'esplosivo e a chi avesse preparato gli ordigni[2]. Una terza bomba esplose a Roma alle 16:55 dello stesso giorno nel passaggio sotterraneo che collegava l'entrata di via Veneto con quella di via di San Basilio della Banca Nazionale del Lavoro, facendo tredici feriti. Altre due bombe esplosero a Roma tra le 17:20 e le 17:30, una davanti all'Altare della Patria e l'altra all'ingresso del museo del Risorgimento, in piazza Venezia, facendo quattro feriti.
Si contarono dunque cinque attentati terroristici nel pomeriggio dello stesso giorno, concentrati, tra il primo e l'ultimo, in un lasso di tempo di soli 53 minuti, a colpire contemporaneamente le due maggiori città d'Italia, Roma e Milano.
Il periodo storico è quello della contestazione studentesca e segna l'inizio della strategia della tensione: tra il 1968 e il 1974 verranno compiuti 140 attentati, quello di Piazza Fontana è uno dei più gravi; verrà ricordato insieme alla strage di Bologna come uno dei peggiori eventi della storia italiana del dopoguerra.

Le indagini vennero orientate inizialmente nei confronti di tutti i gruppi in cui potevano esserci possibili estremisti, furono fermate per accertamenti circa 80 persone, in particolare degli anarchici del Circolo anarchico 22 marzo.
Lo stesso PCI pare fosse convinto che l'attentato fosse stato opera degli anarchici; lo ricorderà Bettino Craxi nel 1993, sostenendo che il principale teste d'accusa contro Valpreda, il tassista Rolandi, era iscritto al partito e questo avvalorò la sua deposizione tra molti esponenti del PCI.
A seguito della tragica morte di Pinelli, il commissario Luigi Calabresi, incaricato delle indagini, pur non essendo presente nella stanza dove era interrogato Pinelli al momento della sua caduta dalla finestra, in circostanze non ancora chiarite, sarà oggetto di una dura campagna di stampa, petizioni e minacce da parte di gruppi di estrema sinistra e di fiancheggiatori, che ebbero il risultato di isolarlo e renderlo vulnerabile. Oltre settecento tra intellettuali, scrittori, uomini di cinema e artisti (alcuni dissociatisi negli anni seguenti) firmarono una celebre petizione pubblicata dall'Espresso il 27 giugno 1971, che iniziava così: "Il processo che doveva far luce sulla morte di Giuseppe Pinelli si è arrestato davanti alla bara del ferroviere ucciso senza colpa. Chi porta la responsabilità della sua fine, Luigi Calabresi, ha trovato nella legge la possibilità di ricusare il suo giudice." La "petizione" contribuì ad isolare e colpevolizzare il commissario, già bersagliato da una ancor più feroce campagna di stampa, con minacce esplicite di morte, da parte del giornale "Lotta Continua". Eppure il commissario Calabresi riteneva che la strage fosse frutto di "menti di destra, manovali di sinistra" con il coinvolgimento dunque in sede di ideazione della strage di movimenti ed apparati di destra.
Il 17 maggio 1972 Luigi Calabresi fu assassinato da militanti di estrema sinistra membri di Lotta Continua.

Le indagini e i processi (sette) si susseguiranno nel corso degli anni, con imputazioni a carico di vari esponenti anarchici e di destra; tuttavia alla fine tutti gli accusati saranno sempre assolti in sede giudiziaria (peraltro alcuni vedranno condanne per altre stragi, e altri si gioveranno della prescrizione).
Alcuni esponenti dei servizi segreti verranno condannati per depistaggi.
In 38 anni, non è mai stata emessa una condanna definitiva per la strage. Il 3 maggio 2Le indagini e i processi (sette) si susseguiranno nel corso degli anni, con imputazioni a carico di vari esponenti anarchici e di destra; tuttavia alla fine tutti gli accusati saranno sempre assolti in sede giudiziaria (peraltro alcuni vedranno condanne per altre stragi, e altri si gioveranno della prescrizione).

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[1] Da notare che alle 16:37 l'orario di chiusura della banca era già passato, ma tuttavia vi erano ancora molte persone all'interno, in attesa di completare le loro incombenze.
[2] A spiegazione per tale brillamento è stata addotta una direttiva generale emanata per risparmiare la vita degli agenti, dopo che a Verona erano morti due agenti di pubblica sicurezza spostando una valigia contenente esplosivo (Commissione Stragi, seduta n.73 di mercoledì 5 luglio 2000).

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