domenica 9 maggio 2010

il Piccolo Chimico in cucina


Il problema degli additivi chimici in cucina o la cosi deta cucina molecolare inizia ad avere un passato. Tutto nasce allorquando un giornalista tedesco J. Zipprich, indaga sulmirabolanti doti di noti chef internazionali, dimostrando come, con l’utilizzo di questi additivi chimici, è possibile usare anche solo 12 grammi di pesce per creare un piatto dal peso di 120 grammi.

In oltre si scopre nel corso delle ricerce, portate in Italia dal noto proramma Striscia la notizia che questi noti chef percepiscono dai programmi di ricerca e dalle case produttrici degli additivi chimici, sostanziosi finanziamenti.


E' noto che la lavorazione industriale degli alimenti determina la perdita di preziose qualità organolettiche, causando fra l'altro la degradazione molecolare delle vitamine. Certi additivi ,sempre di tipo sinteico servono per permettere il mantenimento di tali proprietà e di permetterne una conservazione più lunga.
Ma a quasti si afianca una lunga seria d'additivi che consentono migliorie nella preparazione e nella lavorazione dei prodotti alimentari sono soprattutto utili per il produttore che può in tal modo ridurre i costi di produzione e di distribuzione, mentre gli additivi con caratteristiche organolettiche particolarmente gradite ai consumatori servono sostanzialmente a incrementare le vendite dei fabbricanti senza alcun beneficio, se non addirittura a scapito, della salute del consumatore.

Per esempio olio al tartufo, senza alcuna traccia di tuberi, ma caratterizzato solo da extravergine addizionato di dismetiltiometano, una molecola di sintesi caratteizzata dal riprodurre uno degli aromi del tartufo maturo.


A seguito dei servizi i NAS si sono attivati rivelando molte irregolarità che hanno portato al sequestro di 600 confezioni di additivi chimici in 98 ristoranti in tutta Italia.

Tra le violazioni riscontrate il presentare nell'etichetta l'additivo chimico come prodotto assolutamente naturale, la mancanza di date di scadenza sulle confezioni o di traduzione sulle etichette.


Capi d'imputazione marginali, ma utili nel entativo d'arginare questo fenomeno che stà divenendo anche un fenomeno di moda: esistono ristoranti che sevono piatti dalle forme indefinibili e costituiti solo da una serie di additivi e presentati proprio come Cucina Molecolare; dei danni alla salute non si parle, meglio gustarli questi finti alimenti.

fonti: archiviostorico.corriere.it/.../Vietata_chimica_cucina_Rivolta_degli_co_8_100221056.shtml
http://www.z-salute.com/?p=44

1 commento:

  1. Io rimango un estimatore della ribollita e del cotechino...al diavolo gli additivi.
    Certo che se la UE, anzichè assecondare queste schifezze, perseguisse una politica del patrimonio alimentare europeo....

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