domenica 9 maggio 2010

Anche la Romania all'orlo del collasso


I rappresentanti del Fondo monetario internazionale, della Commissione europea e della Banca mondiale hanno a lungo discusso con le autorità romene circa le riforme da attuare per rilanciare l'economia.


A chiedere l'intervento urgente degli organismi internazionali è stato il presidente Traian Basescu, che teme venga revocato il prestito di venti miliardi di euro necessario per finanziare il deficit e sostenere le riforme del governo nel settore finanziario-fiscale e della protezione sociale.
Il Paese Neolatino vive una situazione politica molto complessa e questo ha ovviamente delle ripercussioni anche sull'economia. La Romania ha sempre fatto grande affidamento sugli aiuti provenienti dall'estero ma l'instabilità politica ha bloccato anche quelle entrate. Tutto in questo momento è immobile. A partire dalla fine degli anni Novanta l'economia del Paese non ha mai smesso di crescere e i cittadini erano abituati a spendere, mentre ora si ritrovano indebitati.
Le richieste di sostegno sono aumentate in maniera vertiginosa, anche da parte di quelle famiglie che non erano considerate a rischio.


Molte aziende hanno chiuso e per loro non ci sono sbocchi.
Le cifre in Romania sono sempre controverse, ma c'è un piano per lasciare a casa duecentomila dipendenti pubblici e mancano i soldi per pagare gli stipendi di questi ultimi mesi del 2009. Un tempo, almeno, c'era la prospettiva dell'emigrazione, ma ora che la crisi ha colpito anche gli altri Stati è venuto a rallentare anche quello sbocco, compreso l'Italia il primo paese che accogli i rumeni emigranti.


Ogni governo pensa solo al potere e al modo di arricchirsi più velocemente. La nostra democrazia fa ancora molta fatica.
Il numero dei disoccupati continua ad aumentare e in contemporanea è cresciuto il lavoro nero giornaliero. Sanità ed istruzione sono i settori più colpiti. Il primo, in particolar modo, è al collasso. Mancano i soldi per comprare le medicine e chi viene ricoverato deve portarsi le garze, le siringhe e i farmaci da casa.


Il livello di corruzione è alle stelle, tangenti e mazzette in cambio di favori sono all'ordine del giorno. Sono inoltre tantissimi anche gli immigrati che hanno perso il lavoro all'estero e hanno fatto ritorno sperando di trovare condizioni di vita più dignitose. Ma così non è. La miseria causa disperazione e molti hanno ripreso a rubare o a bere.
Tutti i servizi stanno collassando e non possiamo sostituirci allo stato. Neppure grandi e certificate ONLUS riescono ad offrire delle opportunità lavorative a giovani e genitori dei neonati per tre o quattro mesi.


Cosa succede quindi? Che i Grandi ricchi presano fondi il governo locale deve varare una dura politica fiscale e salariale per colmare il disavanzo e se non riuscirà l'attività economica a riprendersi questo paese si troverà alla mercè dei paesi "ricchi" col rischio di una conquista, una soggezione monetaria.


Fonti: Fundatia Parada, Inima pentru Inima

2 commenti:

  1. Tutte queste notizie portano a quel fatidico interrogativo che solo pochi hanno ancora il coraggio di porre: cosa sono, oggi, le nostre democrazie? Rispondono ancora alle necessità dei cittadini?

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  2. direi proprio di no, un enclave di finanzieri.
    E la classe media continuerà a pagare per gli errori.

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