martedì 21 dicembre 2010

Deus Sol Invictus


Sol Invictus ("Sole invitto") o, per esteso, Deus Sol Invictus ("Dio Sole invitto") era un appellativo religioso usato per tre diverse divinità nel tardo Impero romano, Eliogabalo, Mitra,e Sol.
Al contrario del precedente culto agreste di Sol Indiges ("Sole nativo" o "Sole invocato"), il titolo Deus Sol Invictus fu formato per analogia col titolo imperiale Invictus (Invitto).

Il culto del Sol Invictus era molto diffuso in tutto l'impero romano, ad esempio la celebrazioni del rito della nascita del Sole in Siria ed Egitto erano di grande solennità e prevedevano che i celebranti ritiratisi in appositi santuari ne uscissero a mezzanotte, annunciando che la Terra Vergine aveva partorito il Sole, raffigurato come un infante.

Il titolo acquisì importanza per la prima volta con l'imperatore Eliogabalo, che tentò prematuramente di imporre il culto di Elagabalus Sol Invictus, il Dio-Bolide solare della sua città nativa, Emesa, in Siria.
Eliogabalo fece costruire un tempio dedicato alla nuova divinità sul Palatino. Con la morte violenta dell'imperatore nel 222 questo culto cessò di essere coltivato a Roma, anche se gli imperatori continuarono ad essere ritratti sulle monete con l'iconografia della corona radiata solare per quasi un secolo.
In seconda istanza, il titolo di Invictus era attribuito a Mitra nelle iscrizioni private dei dedicanti e dei devoti.
Il termine compare anche associato al dio Marte.

Nel 272 Aureliano riunì l’impero sconfiggendo la principale nemica: la Regina Zenobia del Regno di Palmira. La vittoria avvenne anche grazie all'aiuto provvidenziale della città stato di Emesa(il cui esercito giunse nel momento in cui le milizie romane si stavano sbandando).
L'appoggio dei sacerdoti di Emesa, cultori del dio Sol Invictus, bendispose l'imperatore che, all'inizio della battaglia decisiva, disse di aver avuto la visione benaugurante del dio Sole di Emesa.
In seguito, nel 274, Aureliano trasferì a Roma i sacerdoti del dio Sol Invictus e ufficializzò il culto solare di Emesa, edificando un tempio sulle pendici del Quirinale e creando un nuovo corpo di sacerdoti (pontifex solis invicti). Comunque, al di là dei motivi di gratitudine personale, l'adozione del culto del Sol Invictus fu vista da Aureliano come un forte elemento di coesione dato che, in varie forme, il culto del Sole era presente in tutte le regioni dell'impero.
Sebbene il Sol Invictus di Aureliano non sia ufficialmente identificato con Mitra, richiama molte caratteristiche del mitraismo, compresa l'iconografia del dio rappresentato come un giovane senza barba.
Aureliano consacrò il tempio del Sol Invictus il 25 dicembre 274, in una festa chiamata Dies Natalis Solis Invicti, "Giorno di nascita del Sole Invitto", facendo del dio-sole la principale divinità del suo impero ed indossando egli stesso una corona a raggi. La festa del dies natalis Solis Invicti divenne via via sempre più importante in quanto si innestava, concludendola, sulla festa romana più antica, i Saturnali.

Costantino fu Pontifex Maximus del culto del Sole Invitto.
Prima del suo battesimo sul letto di morte, l'imperatore Costantino raffigurò il Sol Invicuts sulla sua monetazione ufficiale, con l'iscrizione SOLI INVICTO COMITI, "Al compagno Sole Invitto", definendo quindi il dio come un compagno dell'imperatore.
Con un decreto del 7 marzo 321 Costantino definì il giorno del Sole (die solis) come quello assegnato al riposo:

“Nel venerabile giorno del Sole, si riposino i magistrati e gli abitanti delle città, e si lascino chiusi tutti i negozi. Nelle campagne, però, la gente sia libera legalmente di continuare il proprio lavoro, perché spesso capita che non si possa rimandare la mietitura del grano o la semina delle vigne;sia così, per timore che negando il momento giusto per tali lavori, vada perduto il momento opportuno, stabilito dal cielo. Codice Giustiniano 3.12.2”

Nel 330 l'imperatore decretò per la prima volta il festeggiamento cristiano della natività di Gesù che fu fatta coincidere con la festività pagana della nascita di Sol Invictus. Il "Natale Invitto" divenne il Natale Cristiano. [1]
Nel 337 papa Giulio I ufficializzò la data del Natale da parte della allora Chiesa Cristiana (Cattolica e Copta).

La religione del Sol Invictus continuò ad essere una "spina nel fianco" per i cristiani fino al celebre editto di Tessalonica di Teodosio I del 27 febbraio 380, in cui l'imperatore stabiliva che l'unica religione di stato era il Cristianesimo di Nicea, bandendo di fatto ogni altra.
Gli stessi culti cristiani ben presto si confusero con i culti solari:

“Molti ritengono che il Dio cristiano sia il Sole perché è un fatto noto che noi preghiamo rivolti verso il Sole sorgente e che nel Giorno del Sole ci diamo alla gioia.” Tertulliano, Ad nationes, apologeticum, de testimonio animae.

“Nel giorno detto del Sole si radunano in uno stesso luogo tutti coloro che abitano nelle città o in campagna, si leggono le memorie degli apostoli o le scritture dei profeti, per quanto il tempo lo consenta; poi, quando il lettore ha terminato, il presidente istruisce a parole ed esorta all'imitazione di quei buoni esempi. Poi ci alziamo tutti e preghiamo e, come detto poco prima, quando le preghiere hanno termine, viene portato pane, vino e acqua, e il presidente offre preghiere e ringraziamenti, secondo la sua capacità, e il popolo da il suo assenso, dicendo Amen.
Poi viene la distribuzione e la partecipazione a ciò che è stato dato con azioni di grazie, e a coloro che sono assenti viene portata una parte dai diaconi.
Coloro che possono, e vogliono, danno quanto ritengono possa servire: la colletta è depositata al presidente, che la usa per gli orfani e le vedove e per quelli che, per malattia o altre cause, sono in necessità, e per quelli che sono in catene e per gli stranieri che abitano presso di noi, in breve per tutti quelli che ne hanno bisogno.” Giustino martire, II secolo d.C.

Il Cristianesimo adottò alcuni dei tratti del culto di Sol Invictus, come è evidente nei primi esempi di iconografia Cristiana, raffiguranti Cristo con gli attributi solari come la corona radiata o, in alcuni casi, il carro solare.
Sol Invicuts è stato adottato dalla Chiesa di Roma come una prova dell'identità tra Cristo e Apollo-Helios in un mausoleo scoperto sotto la Basilica di San Pietro e datato circa al 250[2].

Dall'inizio del III secolo, "Sole della Giustizia" era il titolo attribuito a Cristo[3].
Tale titolo in realtà deriva dall'Antico Testamento, capitolo III del libro di Malachia: “Per voi invece, cultori del mio nome, sorgerà il sole di giustizia con raggi benefici e voi uscirete saltellanti come vitelli di stalla”.

Costantino designò la domenica, in precedenza dedicato al sole, come il "Giorno del Signore[5] e giorno del riposo, anziché il sabato, il Sabbath ebreo.
Ancora centotrenta anni dopo la decisione di Costantino, nel 460, il papa Leone I sconsolato scriveva:

“È così tanto stimata questa religione del Sole che alcuni cristiani, prima di entrare nella Basilica di San Pietro in Vaticano, dopo aver salito la scalinata, si volgono verso il Sole e piegando la testa si inchinano in onore dell’astro fulgente. Siamo angosciati e ci addoloriamo molto per questo fatto che viene ripetuto per mentalità pagana. I cristiani devono astenersi da ogni apparenza di ossequio a questo culto degli dei.”
Papa Leone I, 7° sermone tenuto nel Natale del 460 – XXVII-4

FONTI
1. Treccani Enciclopedia Italiana di Scienze, Lettere ed Arti, voce
Natale
2. "Constantine the Great" , New Catholic Encyclopedia, 1967.
3. ibid "Christmas".
4. da Christianity and Paganism in the Fourth to Eighth Centuries,
Ramsay MacMullen. Yale, 1997, p. 155
5. Treccani Enciclopedia Italiana di Scienze, Lettere ed Arti, voce
Natale

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