venerdì 18 febbraio 2011

Rafid Ahmed Alwan al Janabi scopre le menzogne sulla Seconda Guerra del Golfo


Rafid Ahmed Alwan al Janabi ha fatto le sue rivelazioni fatte al servizio segreto tedesco (Bnd).

Dopo otto anni l’inizio della Seconda guerra del Golfo la prima dichiarazione ufficiale che il piano di sviluppo di armi chimiche iracheno era solo una menzogna. L’arsenale poi, tranne una fabbrica di insetticida, non è mai venuto alla luce.

Adesso si attende di conoscere il nome del responsabile che diede fiducia alle divulgazioni di al Janabi, senza che queste avessero alcun controllo certo.Il primo a esprimersi sul caso è stato l’ex segretario di Stato Usa Colin Powell, che nel 2003 prospettò alle Nazioni Unite la testimonianza dell’ingegnere chimico come una prova evidente degli intenti di Saddam Hussein

Colin Powel scarica la responsabilità sui modi con cui gli interrogatori di al Janabi sono stati condotti e su come si siano ottenute le dichiarazioni.

Insomma adesso inizia lo scaricabarile.

La comunità internazionale è ben cosciente che l’assurda azione preventiva intrapresa da Bush si basava su prove fatue, ma se lo stesso delatore dichiara che ha sempre detto il falso quel minimo di prestigio che gli uomini dell’allora Staff presidenziale crolla del tutto.

L’allora capo divisione della CIA in Europa Tyler Drumheller, ha affermato di aver accolto le testimonianze del dissidente iracheno, ma di aver sempre rimarcato che l’uomo poteva essere un mistificatore. A queste parole l’ex capo della CIA, George Tenet ,sostiene di non avere mai avuto nessuna nota dall’Europa.

Ma a smentire tutti ci pensa al Janabi ricordando che i servizi Segreti Tedeschi dopo una prima serie di interrogatori si accorsero che erano comunicati solo fatti di fantasia, e smisero d’interrogarlo.
Le interrogazioni ripresero diciotto mesi dopo (poco dopo l’attentato alle torri gemelle) quando tornarono gli vennero chiesti ulteriori dettagli sulle precedenti notizie diffuse. E proprio queste ultime dichiarazioni finirono nel discorso di Powell alle Nazioni Unite”.

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