domenica 17 aprile 2011

Non bombarderemo la Libia


La conferma del no di Berlusconi ai bombardamenti sulla Libia non può renderci meno colpevoli.
L’ipocrisia della partecipazione a questa missione dei cosiddetti volenterosi, capeggiati dagli anglo-francesi, non può essere insabbiata.

era più corretto aspettare, far passare l'emotività e poi decidere. Anche perché si tratta di una guerra tra tribù, dove diventa complesso giudicare e posizionarsi.
Assolutamente senza voler rendere Gheddafi un eroe o un giusto capo di stato.

Sarkozy, Cameron, Obama hanno chiesto un intervento più deciso dell'Italia e il nostro governo ha detto no.
quindi la nostra aviazione Militare non bombarderà le forze lealiste né le città libiche per spianare la strada ai ribelli di Bengasi. Però, lo ripetiamo, si tratta di una posizione ipocrita, in quanto partecipiamo comunque all’annullamento della contraerea del colonnello. “Facciamo già abbastanza”, questa la posizione espressa da Berlusconi, soprattutto per la “nostra posizione geografica ed il nostro passato coloniale”.
Con il governo francese siamo duramente in contrasto sia per le decisioni libiche che per quelle sul flusso migratorio. Sul primo non abbiamo mandato giù il protagonismo di Sarkò che per questioni interne e per il petrolio libico ha avviato questa nuova guerra.

Giustamente si deve difendere il primato dell’Eni che dai tempi di Mattei opera sul territorio libico ma non per questo si deve stare in questa alleanza.
Berlusconi come lo stesso ministro della guerra La Russa nonché Frattini sono passati dalla difesa di Gheddafi al riconoscimento del governo di Bengasi.
Va bene che siamo italiani e quindi abituati a passare da una posizione all’altra, ma ancora un ennesimo "to badogliate" è troppo.

Nessun commento:

Posta un commento