sabato 30 gennaio 2010

Gli utili FIAT e il peso della crisi


I risultati della Fiat nel 2009 hanno subito pesantemente della crisi economica con un calo del 15,9% degli utili; ovverossia una perdita netta di 848 milioni di euro.
Questo non ha impedito al consiglio di amministrazione della società di prevedere una distribuzione di dividendi per le diverse categorie di azioni per 237 milioni di euro.
Una nota del Lingotto sottolinea che la Fiat prende atto della normalizzazione dei mercati dei capitali quale fonte di finanziamento e nutre fiducia nella capacità di continuare a generare utili, anche all’interno di mercato molto difficile. La previsione si basa sull’assunto che la Commissione europea autorizzerà a breve i governi a rinnovare gli incentivi per la rottamazione.
Ipotesi che a tutt’oggi è smentita dal governo italiano. Di conseguenza il mercato europeo dell’auto, nelle previsioni dell’amministratore delegato Sergio Marchionne dovrebbe registrare un calo complessivo delle vendite del 12%. Una notizia che da sola è bastata a far scendere di oltre il 3% la quotazione dei titoli Fiat in Borsa. Del resto è gioco forza ipotizzare che l’impegno del Lingotto oltre oceano per rimettere in sesto la Chrysler costerà parecchio e che questo non potrà non riflettersi sui conti aziendali e sui dividendi per gli azionisti.
E non solo per non eccedere nell’indebitamento il Gruppo FIAT sarà costretto a tagliare quello che considera rami morti, vedi lo stabilimento siciliano di Termini Imerese, e fare ricorso selvaggio allo strumento della Cassa Integrazione. Qui non si vuole discutere della politica errata frutto di demagogia che ha portato all’apertura dei piccoli stabilimenti come quello siculo. Si vuole puntualizzare che le parole ottimistiche, i tavoli di concertazione sono sempre più argomenti fumosi che non hanno riscontro colla dura realtà del mercato.

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