sabato 12 giugno 2010

La Spagna, l'Europa e la Crisi

Zapatero il Primo Ministro socialista spagnolo, propugnatore della "Terza Via", quando fu eletto fra i vari punti del programma prometteva:
-prolungamento volontario della vita attiva; blocco degli incentivi al prepensionamento; aumento del salario minimo; riforma del mercato del lavoro; creazione di congedi parentali di due settimane per il padre; creazione di 450 000 posti pubblici di Asili per i bambini da 0 a 3 anni;

-accesso alla casa nuova o vecchia ad un prezzo accessibile per 180.000 famiglie l'anno per quattro anni.


Trascorsi oramai un po' di anni e giunta oramai anche in Europa la crisi economica il giovane Premier pragmatico e ben voluto deve fare i conti (su commissione di Bruxell) in tasca al popolo spagnolo.

Si inizia colla riforma del mercato del lavoro contenuta in un decreto legge che mira a fornire maggiore flessibilità in un mercato del lavoro considerato troppo rigido.
Si inizia col ridurre il costo dei licenziamenti per le imprese e si proseguirà col cambiare la previdenza, innalzando per legge l’età pensionabile.


Tale riforma segue un piano d’austerità da 15 miliardi di euro che fra l'altro ha visto tagliare servizi sociali per le famiglie e la possibilità di credito agevolato sotto la protezione statale.


E' proprio vero quando i capi dell'UE richiamano all'ordine economico si scatta sull'attenti e non ci si ricorda più della propria identità.


Fra le varie fonti





2 commenti:

  1. ormai i politici, e gli stati nazionali, devono rispondere a forze e poteri molto più forti: il capitale e il denaro. E sono costretti a farlo a scapito del popolo che gli ha eletti.
    Questa Europa, così, non ha futuro...

    RispondiElimina
  2. frattanto ho letto che le varie agenzie continuano a fare i conti alla Spagna che deve inasprire la manovra finanziaria.

    RispondiElimina