lunedì 21 dicembre 2009

Difesa Servizi S.p.A. il primo passo per lo smembramento dello stato.

Dopo l’acqua il governo ha privatizzato anche i nostri militari.
Lo si legge da agenzie di stampa come ASCA e dal sito del senato: http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Emendc&leg=16&id=316937&idoggetto=427055
A breve infatti grazie ad una legge finanziaria blindata dal ricorso alla fiducia e passata nel silenzio stampa assoluto nel volgere di poche settimane le forze armate italiane non saranno più gestite dallo Stato ma diventeranno una società per azioni.
Questo infatti è uno dei cavilli nascosti, non si può dire altro, nell’attuale legge Finanziaria che, è prossima ad essere licenziata dal Parlamento.
Il governo ovviamente non vuole se ne parli, anche perché, l'unica giustificazione sarebbe che così verranno abbassate le spese militari con conseguente risparmio per le casse dello Stato, sottovalutando il fatto che così facendo chiunque potrebbe utilizzare l’esercito a proprio piacimento, anche perché a gestire questa nuova società sarà un consiglio d’amministrazione e un gruppo di dirigenti scelti soltanto dal ministro in carica, senza controllo del Parlamento.

Si chiama 'Difesa Servizi spa' la societa' che viene costituita per l'attivita' negoziale diretta all'acquisizione di beni mobili, servizi e connesse prestazioni, correlate allo svolgimento dei compiti istituzionali dell'amministrazione della Difesa.
La societa', con sede a Roma, ha un capitale sociale di alcuni milioni di euro e successivi aumenti sono determinati con decreto del ministro della Difesa che esercita i diritti dell'azionista.
La societa' svolge per le forze armate, compresa l'Arma dei Carabinieri, le funzioni di centrale di committenza.
Nei buoni propositi che precedono sempre operazioni di questo tipo tutte le azioni saranno in mano al ministero, con il relativo CdA che avrà anche l’ultima parola sulla nomina dei dirigenti come già anticipato. A disposizione di questa società un portafoglio molto ricco che ogni anno avrà una autonomia di spesa tra i tre ed i cinque miliardi di euro senza dover minimamente rendere conto al Parlamento.
Una cosa è oscura perché a capo di questa spa dovrebbe esserci il ministro della Difesa e non il presidente della Repubblica che, da costituzione, è il capo delle forze armate?
Ancora questo è il primo passo poi si potranno applicare le stesse regole alla Sanità e questa sarà non saranno più amministrazione pubblica, ma società d’affari, privata che deve rendere conto di un bilancio di fronte alla legge, come qualsiasi società d'affaeri e poi si passerà all'Istruzione....
Sic.
Il testo dell'articolo di legge incriminato.
«Art. 2-bis.
(Disposizioni per la valorizzazione ambientale degli immobili militari e costituzione della società Difesa Servizi S.p.a.)
1. Il Ministero della difesa, nel rispetto del codice dei beni culturali e del paesaggio, allo scopo di soddisfare le proprie esigenze energetiche, nonché per conseguire significative misure di contenimento degli oneri connessi e delle spese per la gestione delle aree interessate, può affidare in concessione o in locazione o utilizzare direttamente, in tutto o in parte, i siti militari, le infrastrutture e i beni del demanio militare o a qualunque titolo in uso o in dotazione alle Forze armate, compresa l'Arma dei carabinieri, fatti salvi i diritti dei terzi, con la finalità di installare impianti energetici destinati al miglioramento del quadro di approvvigionamento strategico dell'energia, della sicurezza e dell'affidabilità del sistema, nonché della flessibilità e della diversificazione dell'offerta, nel quadro degli obiettivi comunitari in materia di energia e ambiente.
2. Non possono essere utilizzati, ai fini del comma 1, i beni immobili di cui all'articolo 27, comma 13-ter del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326.
3. Ai fini di cui al comma 1, il Ministero della difesa, di concerto con il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero dell'ambiente, del territorio e del mare e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, sentita la regione interessata, osservando i principi e le modalità previste dal decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, anche con particolare riferimento all'articolo 17, può stipulare accordi con imprese a partecipazione pubblica o private. All'accordo deve essere allegato un progetto preliminare e uno studio di impatto ambientale attestante la conformità del progetto medesimo alla vigente normativa in materia di ambiente.
4. Il proponente, contemporaneamente alla presentazione del progetto preliminare al Ministero della difesa e al Ministero dello sviluppo economico, presenta al Ministero dell'ambiente, ovvero alla regione territorialmente competente, istanza per la valutazione di impatto ambientale, ovvero per la verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale, se previste dalla normativa vigente.
5. Il Ministero della difesa, quale amministrazione procedente, convoca la conferenza di servizi per l'acquisizione delle intese, dei concerti, dei nulla osta o degli assensi comunque denominati delle altre amministrazioni, la quale svolge i suoi lavori secondo le modalità di cui agli articoli da 14 a 14-quater della legge 7 agosto 1990, n. 241, ivi incluse le disposizioni concernenti il raccordo con le procedure di VIA. Restano ferme, qualora previste dalla normativa vigente, le competenze del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti in merito all'accertamento della conformità delle opere alle prescrizioni delle norme di settore e dei piani urbanistici ed edilizi. Il parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, ove previsto, è reso in base alla normativa vigente.
6. La determinazione finale della conferenza di servizi costituisce provvedimento unico di autorizzazione, concessione, atto amministrativo, parere o atto di assenso comunque denominato.
7. Ai fini dell'attuazione del presente articolo, delle disposizioni introdotte o modificate dall'articolo 14-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, dell'articolo 26 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, nonché per lo svolgimento dell'attività negoziale diretta all'acquisizione di beni, servizi e prestazioni funzionali alle esigenze dell'Amministrazione della difesa e non direttamente correlate all'attività operativa delle Forze armate, compresa l'Arma dei carabinieri, da individuarsi con decreto del Ministro della difesa, è costituita la società per azioni denominata ''Difesa Servizi S.p.a.''.
8. Il Ministro della difesa è autorizzato a costituire, anche con atto unilaterale, la società di cui al comma 1. La società ha sede in Roma. Il capitale iniziale è pari a 1 milione di euro e i successivi eventuali aumenti del capitale sono determinati con decreto del Ministro della difesa, che esercita i diritti dell'azionista, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Le azioni della società sono interamente sottoscritte dal Ministero della difesa e non possono formare oggetto di diritti a favore di terzi.
9. La società, che è posta sotto la vigilanza del Ministro della difesa ed opera secondo gli indirizzi strategici e i programmi stabiliti dal Ministero della difesa, ha ad oggetto la prestazione di servizi e lo svolgimento di attività strumentali e di supporto tecnico-amministrativo in favore dell'amministrazione della difesa per lo svolgimento di compiti istituzionali di quest'ultima anche espletando, per il comparto sicurezza e difesa, le funzioni di centrale di committenza ai sensi dell'articolo 33 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163. La società può altresì assumere partecipazioni, detenere immobili ed esercitare ogni attività strumentale, connessa o accessoria ai suoi compiti istituzionali, nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria in materia di affidamento a società a capitale interamente pubblica.
10. La società, nell'espletare le funzioni di centrale di committenza, utilizza i parametri di prezzo-qualità della convenzione di cui all'articolo 26, comma 1, della legge 23 dicembre 1999, n. 488, come limiti massimi per l'acquisto di beni e servizi comparabili.
11. Lo statuto disciplina il funzionamento interno della società. Lo statuto della società è approvato con decreto del Ministro della difesa, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, entro quarantacinque giorni dalla data di entrata in vigore del presente provvedimento. È ammessa la delega dei poteri dell'organo amministrativo a un comitato esecutivo o a uno dei suoi membri. Con lo stesso decreto sono nominati i componenti del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale per il primo periodo di durata in carica. Le successive modifiche allo statuto e le nomine dei componenti degli organi sociali per i successivi periodi sono deliberate a norma del codice civile.
12. Ai fini di cui al comma 9, lo statuto prevede:
a) la proprietà esclusiva del Ministero della difesa del capitale sociale e il divieto esplicito di cedere le azioni o di costituire su di esse diritti a favore di terzi;
b) la nomina da parte del Ministro della difesa dell'intero consiglio di amministrazione e il suo assenso alla nomina dei dirigenti;
c) le modalità per l'esercizio del ''controllo analogo'' sulla società, nel rispetto dei principi del diritto europeo e della relativa giurisprudenza comunitaria;
d) le modalità per l'esercizio dei poteri di indirizzo e controllo sulla politica aziendale;
e) l'obbligo dell'esercizio della attività societaria in maniera prevalente in favore del Ministero della difesa;
f) il divieto di chiedere la quotazione in borsa o al mercato ristretto.
13. Gli utili netti della società sono destinati a riserva, se non altrimenti determinato dall'organo amministrativo della società previa autorizzazione del Ministero vigilante. La società non può sciogliersi se non per legge.
14. La pubblicazione del decreto di cui al comma 11 nella Gazzetta Ufficiale tiene luogo degli adempimenti in materia di costituzione delle società previsti dalla normativa vigente.
15. Il rapporto di lavoro del personale dipendente della società è disciplinato dalle norme di diritto privato e dalla contrattazione collettiva.
16. Ai fini del funzionamento della società ''Difesa Servizi S.p.a.'', in deroga a quanto previsto dal comma 9, dell'articolo 23-bis del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, la società si avvale anche del personale militare e civile del Ministero della difesa, anche di livello non dirigenziale, in possesso di specifiche competenze in campo amministrativo e gestionale, da impiegarsi secondo le modalità previste dallo stesso articolo.
17. All'onere derivante dalla costituzione della società ''Difesa Servizi S.p.a.'', pari a 1.000.000 di euro per l'anno 2009, si provvede mediante corrispondente riduzione per l'anno 2009 della dotazione del fondo per gli interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5 del decreto legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito con modificazioni dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307».
Conseguentemente, alla rubrica, dopo le parole: «pesca professionale, » inserire le seguenti: «di attività funzionali alle Forze armate».

domenica 20 dicembre 2009

L'origine della ricerca sulla "salute


Il caduceo, noto come bastone alato, è il simbolo del dio Hermes (Mercurio per i Romani). Apollo glielo donò, in ringraziamento per il ritrovamento dei suoi 50 buoi e divenne poi simbolo dei suoi poteri. «La bacchetta mediante la quale il dio incanta al suo piacere gli occhi dei mortali o sveglia coloro che dormono». (Iliade: canto XXIV).
Il caduceo venne attribuito però, come emblema, ad Ermete Trismegisto, sintesi del sapere in ogni sua applicazione: medicina, morale, religione, matematica, scienze naturali. Dal nome di Ermete nasce il termine ermetismo, per indicare la conoscenza iniziatica, il cui apprendimento richiede studio profondo.
Il Caduceo ebbe anche un simbolo morale poiché rappresentava la condotta onesta e al tempo stesso la salute fisica della persona. Hermes è il messaggero degli dei ed è quindi il mediatore della loro volontà presso gli uomini. Hermes è il messaggero degli, è il mediatore della divina volontà presso gli uomini. Sa stare accanto ai comuni mortali e comprendere i loro desideri e necessità. È stato quindi incaricato di assistere gli uomini nel loro passaggio dalla vita alla morte. Il caduceo simbolo della guarigione è stato ritrovato anche nella cultura della antica India dove era costituito da due serpenti attorcigliati attorno ad un terzo serpente (alato) e tutte e tre le teste erano in contatto.
Questo era il Tridente di Siva: l'asta centrale era Asvatta, "Albero della Vita", e i due serpenti lo Spirito e la Materia. epire i loro desideri, le loro necessità.

Taumaturgo oppure cosa meravigliosa


Qualsiasi linguaggio che trasmette sentimenti ed emozioni costituisce un modo particolare per esprimere il ritmo della vita.

L'antica funzione di purificazione e rasserenamento delle passioni attribuita ai riti del mondo culturale greco, si ripete nell'attività artistica d’ogni epoca storica. Il risultato curativo si manifesta come effetto dei tempi scanditi dal gesto, dalla parola o dalla nota musicale sui ritmi affettivi interiori dell'uomo.

Questa è la teoria, nella pratica solamente la decisione nascente dal cuore di farsi coinvolgere dai suoni o dalle parole può accendere in noi la carica corretta che ci permette gi uscire dal guscio materiale per iniziare il percorso spirituale che improvvisamente permetti di aprire gli occhi ed eliminate tutto ciò che è fatuo, inutile e di poter apprezzare qualsiasi persona proprio per tale, e non per gli schemi imposti oggi dal “mercato”.

Come poter prendere questa decisione? Difficile farlo da soli. Più agevole quando qualche d’uno ci spinge a farlo.

Il guadagno, le concussioni, la salute


Usare il termine dare salute per ricavare soldi è lo scopo primario delle Industrie farmacologiche internazionali, un buon rappresentante è la Glaxo, una delle multinazionali farmaceutiche che fanno parte del grande gruppo denominato Big Pharma, otto società che da sole si spartiscono oltre la metà del fatturato complessivo mondiale.
In Europa, tale ditta, prende il nome di EuropaBio, un’associazione di industrie che ha lo scopo di promuovere la legalizzazione della produzione e dell’impiego di cibi geneticamente modificati. La multinazionale fra le mille attività è stata anche fra quelle contrarie alla “legge Mandela” che prevedeva per il Sudafrica l’importazione di farmaci contro l’Aids liberi dalle royalty e pertanto a basso costo. Nel 2001 la società è stata denunciata in Ghana poiché si sarebbe adoperata affinché fosse impedita la vendita del farmaco anti-Aids a marchio DUOVIR - prodotto dall’impresa indiana - per poter vendere il suo prodotto CUMBIVIR che costava dieci volte di più.
Ancora la Glaxo è stata chiamata a rispondere in corti penali per gli effetti collaterali dell’antidepressivo Paxil sui bambini. Nel 2004 la multinazionale viene messa sotto accusa dalla procura di New York per aver “deliberatamente tentato di insabbiare i risultati di alcuni studi scientifici, in base ai quali il Paxil non solo era inefficace, ma poteva spingere al suicidio”. La Glaxo, ovviamente, ha respinto le accuse, ma coi suoi numerosi avvocati ha ribaltato le tesi accusatorie.
Nell’ultimo decennio la GlaxoSmithKline ha subito più di una denuncia per presunti illeciti legati alla produzione di farmaci ad alto rischio per la salute pubblica, attualmente fa pensare la serie di accuse rivolte al vaccino contro l’influenza da virus A-H1N1. Tale mercato è particolarmente ambito, visto i battage dei media.
Ma perché più voci sostengono la pericolosità di tale prodotto? Se non fossero sufficienti le sostanze velenose - di cui il mercurio è solo la meno tossica aggiunte al vaccino in qualità di “potenziatori del sitstema immunitario”; i dati relativi ai decessi in Italia aggiornati al 14 dicembre scorso, dovrebbero per lo meno far riflettere sulla “reale pericolosità” dell’Influenza A.
La percentuale delle vittime correlate all’influenza A è stata aggiornata rispetto al numero totale di casi stimati da Influnet ed è pari a 0,0033 per cento dei malati, contro lo 0,2 per cento delle vittime correlate alla normale influenza. “Va considerato - aggiunge il ministero - che essendo la percentuale delle vittime calcolata considerando i casi clinici segnalati al sistema di sorveglianza, poiché questi sono molto probabilmente sovrastimati, il valore potrebbe essere addirittura inferiore alla stima sopra riportata”.
Eppure n non si capisce il perché, ma la campagnia d’allarme, anzi per essere corretti d’allarmismo prosegue e l’Oms concede la registrazione dell’additivo AS03 per potenziare l’efficacia del vaccino, cosi da poterne produrre più campioni a parità di principio farmacologico effettivamente compreso nel medicinale. Tale AS03 è composto da squalene [10,68 milligrammi)], DL-?-tocoferolo [11,85 milligrammi] e Polisorbato 80 [4,85 milligrammi]). Il vaccino contiene anche 5 microgrammi di mercurio etilico, così come Polisorbato e svariati sali inorganici.
Qualche sapiente luminare farmacologo obietterebbe che lo squalene è una molecola assolutamente innocua per l’organismo.
Errato!!!
Il nostro sistema immunitario riconosce si lo squalene come una molecola d’olio appartenente al corpo. Essa si trova in tutto il sistema nervoso e nel cervello, ma la differenza dipende però dal metodo attraverso il quale lo squalene è assunto.L’iniezione è una via d’ingresso anormale, brusca veicolata con sostanze estranee e ciò “incita” il sistema immunitario ad attaccare tutto lo squalene presente nel corpo e non solo quello contenuto nel coadiuvante inoculato. Il sistema immunitario, quindi, tenterà di distruggere la molecola ovunque si trovi, inclusi i luoghi in cui essa è vitale per lasalute.In una ricerca pubblicata dall’American Journal of Pathology, è stato dimostrato come una singola iniezione dell’adiuvante squalene sui topi, generi “una infiammazione cronica, mediata immunologicamente, sull’articolazione”, potenzialmente degenerativa in artrite reumatoide.Dagli inizi degli studi sull’immunologia ad oggi è risaputo che il grande lavoro copiuto dal vaccino è possibile solo grazie all’additivo. Ma ciò che si ignorava ai tempi di Pasteur sui pericoli di queste sostanze, oggi non può più essere ignorato.
Il dottor Moulden, in una recente intervista, ha spiegato, che i vaccini provocano una “iper-reattività” del sistema immunitario, nel corso della quale i leucociti (globuli bianchi) si precipitano ad attaccare i prodotti estranei presenti nel flusso sanguigno. Dato che questi ultimi sono troppo grandi per penetrare i piccoli capillari dove sono stati infiltrati i prodotti estranei, i leucociti finiscono per ostruire, bloccare e deteriorare questi capillari. Accade quindi che i fini capillari che ossigenano i vari distretti corporei siano intasati disturbando o impedendo la circolazione sanguigna, tutto ciò può provocare la morte improvvisa dei neonati e molte altre malattie dei bambini o degli adulti. Siamo in presenza, quindi, di una scoperta importantissima, di cui però si nega l’informazione a favore della disinformazione.
Tornando in Italia cosa si scopre se un cittadino leggesse i giornali con attenzione come ho fatto io?
Si scoprirebbe che il ministro Maurizio Sacconi (lavori pubblici e politiche sociali) ha concluso l’acquisto di circa 48 milioni di dosi di vaccino contro la febbre A, per un valore di 200 milioni di euro, un grande affare per le aziende e per Farmindustria. E allora?
Allora il direttore generale di Farmindustria Enrica Giorgetti e la moglie del ministro!
L’acquisto di 48 milioni di vaccini sarà una spesa non indifferente per le già malandate casse dello Stato e addirittura probabilmente inutile.
La rivista scientifica britannica Nature, in un dettagliato articolo dal titolo “Clean hands, please” (Mani pulite, per favore) così descriveva qualche tempo fa la situazione italiana: “…Per di più le connessioni tra i ministeri della sanità e del welfare con il sistema industriale sono sgradevolmente strette: per esempio la moglie del ministro Maurizio Sacconi è direttrice generale di Farmindustria, l’associazione che promuove gli interessi delle aziende farmaceutiche”
Cosa concludere di solito da lontano i generali comandavano le truppe cer controllare l’andamento delle operazioni, forse dall’estero emerge qualche spiacevole “inciucio” sulla nostra pelle.
Sarò al solito cattivo, ma leggo, io!

sabato 19 dicembre 2009

La bugia dietro le Energie Alternative

Innanzitutto quelle che sono definite come energie alternative o fonti rinnovabili , non esistono caso mai sarebbero da definire come una fonte di energia che deriva anch’essa da un diverso utilizzo del petrolio.
Se si ipotizza, ad esempio, l’utilizzo dei pannelli fotovoltaici senza poter disporre di una buona dose di petrolio per costruirli è folle.
Per rendere chiaro il concetto si provi a visualizzare brevemente l’evoluzione storica delle fonti energetiche utilizzate dall’uomo.
Per poter avere energia sufficiente alle necessità del periodo l’uomo ha sempre utilizzato ciò che poteva trovare con facilità ed a basso costo, via via quasto tipo di mentalità a prodotto un progressivo processo di sostituzione di una risorsa con un’altra a causa dell’esaurimento della prima e del lievitare del suo costo di approvvigionamento.
Così è successo quando si passò dal legno al carbone.
Inizialmente il legno era disponibile in quantità impensabili, era abbondante ed a buon mercato: basti pensare che la copertura forestale in Europa agli inizi del 1600 era quasi del 90 %. La necessità di avere terreni da coltivare, la richiesta di legna per il riscaldamento, la costruzione delle grandi flotte militari e commerciali di quel periodo, provocò un lento e progressivo disboscamento in tutta Europa. Quando anche la legna cominciò a diventare molto costosa (a causa della sua diminuita abbondanza), venne individuato il carbone come un sostituto: materiale inizialmente abbondante e poco costoso.
Il carbone era conosciuto sin dai tempi dell’impero romano, ma non veniva utilizzato perché sporcava sia quando bruciava e sia quando veniva trasportato.
All’inizio del diciassettesimo secolo il carbone diventa il vero e proprio componente energetico volano di un primo gradiente evolutivo: la nascita della civiltà industriale, trovando applicazione nel funzionamento delle macchine a vapore. Modificando l’economia da rurale a economia di mercato.
Il successivo passo ci porta allo svuotamento delle campagne.
L’industria tessile per prima si fa portavoce di questo mutamento: non si vive più per lavorare, ma si lavora per vivere. Le grandi città iniziano a trasformarsi dal punto di vista urbano con la costruzione dei primi quartieri dormitorio. Il carbone ha diversi usi: riscaldare le abitazioni, far funzionare fucine e macchine a vapore per tenere in movimento telai, motori e rotative. Le popolazioni hanno abbandonato una vita a contatto con la natura, per scegliere di passare la propria vita dentro uno stabilimento industriale.
Nel frattempo i giacimenti di carbone smettono di essere convenienti in quanto il carbone in superficie si era esaurito ed era necessario iniziare ad estrarlo: nascono le prime miniere di carbone. Accade che il carbone che ha propulso l’Europa nel secolo XIX inizia ad essere di difficile reperimento e soprattutto costoso.
In America ci si accorge che il petrolio un liquido oleoso, che sgorga relativamente in superficie, può dare energia soprattutto se raffinato. In un primo tempo è impiegato per illuminare le strade nelle grandi città metropolitane.
Poi è utilizzato per far fronte al problema della locomozione: infatti ancora nel’ottocento milioni di cavalli che erano utilizzati per trascinare carrozze, diligenze, carri merci e via così, a il cavallo sporca abbondantemente con le sue naturali deiezioni, ed è costoso, mangia e si ammala.
Si intuisce l’importanza di poter spostare uomini e merci velocemente ed a costi ragionevoli: dai derivati del petrolio. E a cavallo dei due secoli esplodono due tipo differenti d’industrie, la chimica per sintetizzare e ricavare più derivati possibili dal petrolio e quella dell’autolocomozione.

Due guerre mondiali stabiliscono il primato del petrolio. Vincono la II guerra mondiale quei paesi che hanno petrolio in abbondanza. Sono inoltre inventati materiali assolutamente rivoluzionari, poco costosi ed indistruttibili, come il nylon.
L’era della petrolchimica apre le porte ad una seconda rivoluzione industriale: quella dei personal computer che consentiranno in meno di vent’anni di sostituire l’uomo in molteplici mansioni di routine.

Ma il petrolio ha un utilizzo che nessuno riesce a vedere perché nascosto: quello agricolo.
I nuovi concimi sono derivati dal petrolio, appunto, così come i più potenti pesticidi utilizzati per allontanare gli insetti dalle colture stesse. Per fornire un esempio un secolo fa, da un ettaro coltivato a mais si ottenevano circa 20 quintali per ettaro, oggi si arriva ad oltre 120 quintali.
Questo strepitoso aumento di disponibilità alimentare al pari della superficie coltivata è stato possibile solo grazie al greggio ed a tutte le sue invenzioni collegate: i trattori, le mietitrebbiatrici, le pompe di irrigazione, i fertilizzanti sintetici ed i pesticidi, che per quanto possano essere denigrati, hanno consentito di soddisfare il fabbisogno alimentare della civiltà umana, man mano che questa cresceva esponenzialmente. Grazie al petrolio abbiamo potuto avere le coltivazioni intensive che a cascata alimentano gli allevamenti intensivi di bestiame (bovini, suini ed ovini). Pensate a quante volte mangiate carne durante il giorno: fino a 70 anni fa la carne si mangiava una volta ogni 15 giorni, in occasioni di feste e ricorrenze popolari.
Senza greggio questa catena alimentare (artificialmente sovralimentata) non potrebbe continuare a sostenersi, in quanto non potremmo avere raccolti abbondanti per alimentare la crescita, l’ingrasso ed il riciclo degli animali di allevamento. Non dimentichiamo inoltre il prolungamento della vita media provocato dalla capillare diffusione e produzione di farmaci da banco (pensiamo solo alla volgare aspirina o al paracetamolo).
Si comprende, allora come sia assolutamente fuori luogo pensare di poter sostituire una risorsa che ci ha trasformato. Non mi devo chiedere se in futuro ci sarà benzina per mettere in moto il mio suv, quanto piuttosto se il supermercato sotto casa verrà rifornito di ortaggi e alimenti preconfezionati, oppure se alcune aree metropolitane troveranno i mezzi per sostenersi dal punto di vista alimentare.
Le fonti di energia alternativa, anche se sono energie derivative, non risolveranno MAI totalmente e PER TUTTI i problemi e le difficoltà a cui stiamo andando incontro. In futuro l’energia, specialmente quella elettrica, ci sarà ancora, ma non per tutti e soprattutto non ai prezzi che conosciamo ora. Avrà una erogazione a singhiozzo, con periodi molto frequenti di blackout.
Se qualcuno pensa ai pannelli solari, è meglio che se li scordi: non si potrà mai avere pannelli fotovoltaici per tutti. Perché per fabbricarli, assemblarli e trasportarli occorre petrolio, proprio quello che dovrebbero sostituire in toto !Un pannello fotovoltaico è costituito di svariati elementi minerali: silicio, rame, cadmio, indio, gallio. Solo per estrarre una tonnellata di rame servono 8 barili di petrolio! Spero non penserete di spostare un trattore John Deere del peso di 10 tonnellate con i pannelli fotovoltaici sul tetto della cabina di pilotaggio ! E i fertilizzanti ed i pesticidi con che cosa li sostituite ? Gli aerei e le navi traghetto con cosa li spostate ? Con l’idrogeno ?
Una delle più grandi bugie che hanno raccontato sulla circolazione delle automobili è che i carburanti come la benzina ed il gasolio verranno sostituiti dalle cosi dette celle a idrogeno, ma quale fonte d’energia è tento potente da poter far avvenire l’idrolisi dell’aqua per avere idrogeno a sufficienza?
Ancora il futuro è nell’auto elettrica, falso! Chi, anzi cosa produrrà tanta elettricità da caricare le batterie delle auto?
Forse l’atomo se fosse degnamente studiato, se si investisse seriamente per la fusione. La fissione purtroppo lascia le scorie radioattive e il problema non dello stoccaggio, ma del trasporto e costruzione degli adeguati siti; come si può pensare di scavare il cuore di una montagne se non con la dinamite? Ma da dove deriva la dinamite? Dal pertrolio. E come muoveremo i fusti se non con TIR adeguati?
La nostra specie si è straordinariamente trasformata in meno di 100 anni, cambiando abitudini, stili di vita e regime alimentare. Sempre in questo lasso di tempo è esponenzialmente proliferata passando da un miliardo di persone a oltre i sei: tutto questo è stato possibile grazie ad un impareggiabile prodotto, il petrolio, che adesso sta iniziando a diminuire nella sua disponibilità.Le conseguenze del suo esaurimento saranno senza precedenti storici, perché con NULLA è possibile sostituire quello che ha fatto per noi e per il nostro stile di vita questo straordinario prodotto del nostro pianeta. E poi divenendo più raro lieviterà nel prezzo prima per la speculazione, poi per la pura richiesta di mercato.
Miope l’uomo che si è affidato esclusivamente al petrolio senza ricercare per tempo il suo sostituto, stolto l’uomo che quando nato l’atomo “sporco” non ha visto in lui l’inizio del cambiamento ma lo ha additato come una minaccia.

venerdì 18 dicembre 2009

Che cos’è il sacrificio?

Immolare est mola, id est farre molito et sale, hostiam perspersam sacrare, Festo, De verborum significatu
Ma che cos’è il sacrificio?
Nel senso più comune è un atto rituale col quale si offre alla divinità un bene per ringraziare, per soddisfare una regola, per espiare una colpa, per suscitare benevolenza da parte della divinità; il sacrificio mira a stabilire e a perpetuare con la divinità una speciale relazione di sinergia.
Proprio perché esso sfugge alla ragione, si può definirlo come la distruzione di un bene in onore di un dio, prassi religiosa caratterizzata dalla volontà di mettersi in rapporto col divino tramite un’eliminazione. Il senso del sacrificio è in linea ascendente, dalla sfera umana verso quella divina per stabilirne un legame. Gli scopi del sacrificio sono molteplici: i due principali sono la purificazione (ossia la liberazione da qualche colpa) e la consacrazione (ossia il tentativo di persuadere il dio a concedere la sua garanzia alla persona che si consacra, ad esempio, la prassi della circoncisione).
Spesso il sacrificio ha valore simbolico, e bisogna distinguere tra sacrificio cruento e sacrificio incruento, il secondo è più antico, perché il primo presuppone la pratica dell’allevamento (infatti, si sacrifica sempre l’animale allevato, mai quello cacciato).
Qual è il significato del sacrificio?
Tre sono le principali teorie in merito:
a) sacrificio di primizia, con cui si offrono alla divinità beni legati alla vita di cui l’ente supremo stesso è il possessore
b) sacrificio animistico, secondo cui il sacrificio è un dono ad un dio simile all’uomo (pensiamo ai Greci che sacrificano la carne a divinità in tutto e per tutto simili a loro)
c) sacrificio totemistico, dove un gruppo si ritiene discendente dal dio e uccide l’animale sacro per ristabilire il legame divino.
Il sacrificio è irreversibile e l’irreversibilità implica l’impossibilità da parte della ragione di recuperarne il significato. Si ha il sacrificio, quando ci sono un sacrificatore e un sacrificato in rapporto per sempre ambivalente; lo stesso termine, che deriva dal latino sacrum facere: rendere sacro ne dà ragione.
Quali che siano la natura e la modalità dell'offerta, il sacrificio si configura come un atto di rinuncia da parte dell'oblatore e afferma il principio che solo attraverso la privazione di un bene vitale è possibile l'accesso alla sfera divina.
Oggi alcuni teologi danno spiegazioni erronee del sacrificio in genere, anche rifiutando troppo frettolosamente, come se fosse sbagliata, la concezione del sacrificio nelle religioni. Così alcuni lo descrivono come dono di Dio, vale a dire "in linea discendente", confondendolo con i Sacramenti; altri riducono il concetto di sacrificio a quello di memoriale, liquidando con disinvoltura la teologia postridentina invece di approfondirla.
Ripeto il fine del sacrificio e il significato originario della stessa parola "immolazione" (proprio della religione romana: cospargere la vittima sacrificale con la mola salsa, mistura di farro tostato e sale preparata dalle Vestali in tre particolari giorni dell'anno sacrale), non è la distruzione, ma la trasformazione della vittima, renderla sacra (sacrum facere) trasferendola nella sfera divina; è un dono fatto in segno della propria assoluta sottomissione.
In ultimo il sacrificio nella pratica quotidiana dove chi si sapeva sacrificare per valori più alti del suo interesse individuale era considerato una persona superiore, un essere umano degno di stima e rispetto. Oggi si pensa che i sacrifici non siano più necessari e costituiscano un’abitudine superata Rinunce quotidiane che diventavano un modo di vita severo, che abituava le persone a dare molto senza aspettarsi che poco in cambio. Era anche qualche cosa di più: una pedagogia austera che spesso nobilitava le persone, le allenava all’altruismo e rafforzava il loro carattere. Tutt'oggi questi concetti sacri per me presenti intensamente sono scomparsi a fronte di un corollario di impulsi che spingono a nascondere la sacralità della sofferenza, il mistico senso dellaprivazione a fronte di un possesso materiale subitaneo compulsivo e immediato.

R. Girare: Il Sacrificio
R. Falsino: Vita Pastorale
J. Frazer: Il ramo d'oro

lunedì 14 dicembre 2009

De Brlusconii accidentes

Il Prof. S. Rodotà, il nostro Garante alla Privacy, che ha brillantemente esposto le sue teorie sulla Rete in un articolo di RAI Educational (http://www.emsf.rai.it/grillo/trasmissioni.asp?d=166), rilascia una intervista alla Repubblica e, dimenticando la sua carica super-partes, lancia una serie di accuse al Capo dell’Esecutivo.

Accuse che lette bene fomentano ancora di più il clima di astio e larvata violenza che impera ora in ogni angolo della vita politica italiana.
Politica sempre più lontana dall’esigenza reale del Cittadino (colui che è titolare di diritti e soggetto delle decisioni), sempre più fatto privato di Oligarchi, di reali Satrapi d’infelice provincia.

Ecco gli stralci più “eloquenti”

“…Siamo al punto: dopo aver praticamente chiuso il parlamento, dopo aver ridotto il Consiglio dei ministri a un comitato di affari del presidente del Consiglio, ecco che Berlusconi annuncia la sospensione dei diritti costituzionali. Perché è questo il significato dell'attacco alle istituzioni di garanzia.

Il discorso di ieri è chiarissimo: o si sta con chi ha vinto le elezioni ed è in testa nei sondaggi oppure si sta fuori. Ecco perché dice che è finita l'epoca della ipocrisia: è partito all'assalto delle istituzioni d garanzia”.

Fin qui un commento, ma ecco il punto sconcertante che considero indegno

“…con Berlusconi che segue questa linea devastante di politica istituzionale non si può avere nessun dialogo. Serve un cordone sanitario per isolarlo”.

Ma cosa!

Il presidente del consiglio è nominato dal Capo dello Stato e il Capo dello Stato è il garante della Carta Costituzionale e èuò sciogliere le Camere, ergo sfiduciare il Primo Ministro, senza violenze o appelli roboanti!

sabato 12 dicembre 2009

Ti piace vincere facile?


Le probabilità di vincere, prendiamo come esempio il Lotto, sono sempre bassa, ma ci siamo mai chiesti come la Lottomatica “onora” le vincite?
La probabilità d’indovinare un numero su una singola ruota e 1 diviso 18, la vincita pagata è di 11,32 volte la posta giocata.
Ambo le probabilità sono 2:801, quindi la vincita dovrebbe ammontare a 400,5 volte la posta giocata, invece quanto riscuote il fortunato giocatore corrisponda a 250 volte, l’importo.
Terno in questo caso la vincita esatta ammonterebbe 11.784 volte quanto giocato, invece si riscuote 4500 volte la posta.
La Cinquina, per arrivare subito alla vincita più alta del gioco del Lotto, ha una probabilità di vincita pari a 1:43.949.268 (la vincita equivale a quarantatremilioni, novecentomila e rotti volte), invece la Lottomatica “elargisce”solo SEI MILIONI di volte la posta.
La diversità fra quanto si dovrebbe vincere e quanto in realtà si può riscuotere è evidente e la differenza è tutta nelle tasche dello stato.
E allora “Ti piace vincere facile?” ti conviene non giocare, non solo considerando quanto bassa sia la probabilità di vincere, ma considerando anche la non equità dell’importo riscosso.


Eppure …


Eppure si gioca sempre di più e le sale scommesse proliferano, sulla Rete sono sempre più i siti di gioco d’azzardo colla roboante dicitura “Giochi soldi veri”, siti che permetto il gioco colla carta di credito che allontana la sensazione di perdere denaro reale.
Per finire i dati parlano di cinquanta miliardi d’Euro giocati e un incremento dell’82%...

12 Dicembre 1969-Piazza Fontana


La strage di Piazza Fontana fu conseguenza di un grave attentato terroristico avvenuto il 12 dicembre 1969 nel centro di Milano, quando, alle 16:37[1], una bomba esplose nella sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura in piazza Fontana, provocando la morte di diciassette persone ed il ferimento di altre ottantotto. Per la sua gravità e rilevanza politica, tale strage ha assunto un rilievo storico primario venendo convenzionalmente indicata quale primo atto della Strategia della Tensione.
Una seconda bomba fu rinvenuta inesplosa nella sede milanese della Banca Commerciale Italiana, in piazza della Scala, furono fatti i rilievi previsti, e successivamente fu fatta brillare distruggendo in tal modo elementi probatori di possibile importanza per risalire all'origine dell'esplosivo e a chi avesse preparato gli ordigni[2]. Una terza bomba esplose a Roma alle 16:55 dello stesso giorno nel passaggio sotterraneo che collegava l'entrata di via Veneto con quella di via di San Basilio della Banca Nazionale del Lavoro, facendo tredici feriti. Altre due bombe esplosero a Roma tra le 17:20 e le 17:30, una davanti all'Altare della Patria e l'altra all'ingresso del museo del Risorgimento, in piazza Venezia, facendo quattro feriti.
Si contarono dunque cinque attentati terroristici nel pomeriggio dello stesso giorno, concentrati, tra il primo e l'ultimo, in un lasso di tempo di soli 53 minuti, a colpire contemporaneamente le due maggiori città d'Italia, Roma e Milano.
Il periodo storico è quello della contestazione studentesca e segna l'inizio della strategia della tensione: tra il 1968 e il 1974 verranno compiuti 140 attentati, quello di Piazza Fontana è uno dei più gravi; verrà ricordato insieme alla strage di Bologna come uno dei peggiori eventi della storia italiana del dopoguerra.

Le indagini vennero orientate inizialmente nei confronti di tutti i gruppi in cui potevano esserci possibili estremisti, furono fermate per accertamenti circa 80 persone, in particolare degli anarchici del Circolo anarchico 22 marzo.
Lo stesso PCI pare fosse convinto che l'attentato fosse stato opera degli anarchici; lo ricorderà Bettino Craxi nel 1993, sostenendo che il principale teste d'accusa contro Valpreda, il tassista Rolandi, era iscritto al partito e questo avvalorò la sua deposizione tra molti esponenti del PCI.
A seguito della tragica morte di Pinelli, il commissario Luigi Calabresi, incaricato delle indagini, pur non essendo presente nella stanza dove era interrogato Pinelli al momento della sua caduta dalla finestra, in circostanze non ancora chiarite, sarà oggetto di una dura campagna di stampa, petizioni e minacce da parte di gruppi di estrema sinistra e di fiancheggiatori, che ebbero il risultato di isolarlo e renderlo vulnerabile. Oltre settecento tra intellettuali, scrittori, uomini di cinema e artisti (alcuni dissociatisi negli anni seguenti) firmarono una celebre petizione pubblicata dall'Espresso il 27 giugno 1971, che iniziava così: "Il processo che doveva far luce sulla morte di Giuseppe Pinelli si è arrestato davanti alla bara del ferroviere ucciso senza colpa. Chi porta la responsabilità della sua fine, Luigi Calabresi, ha trovato nella legge la possibilità di ricusare il suo giudice." La "petizione" contribuì ad isolare e colpevolizzare il commissario, già bersagliato da una ancor più feroce campagna di stampa, con minacce esplicite di morte, da parte del giornale "Lotta Continua". Eppure il commissario Calabresi riteneva che la strage fosse frutto di "menti di destra, manovali di sinistra" con il coinvolgimento dunque in sede di ideazione della strage di movimenti ed apparati di destra.
Il 17 maggio 1972 Luigi Calabresi fu assassinato da militanti di estrema sinistra membri di Lotta Continua.

Le indagini e i processi (sette) si susseguiranno nel corso degli anni, con imputazioni a carico di vari esponenti anarchici e di destra; tuttavia alla fine tutti gli accusati saranno sempre assolti in sede giudiziaria (peraltro alcuni vedranno condanne per altre stragi, e altri si gioveranno della prescrizione).
Alcuni esponenti dei servizi segreti verranno condannati per depistaggi.
In 38 anni, non è mai stata emessa una condanna definitiva per la strage. Il 3 maggio 2Le indagini e i processi (sette) si susseguiranno nel corso degli anni, con imputazioni a carico di vari esponenti anarchici e di destra; tuttavia alla fine tutti gli accusati saranno sempre assolti in sede giudiziaria (peraltro alcuni vedranno condanne per altre stragi, e altri si gioveranno della prescrizione).

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[1] Da notare che alle 16:37 l'orario di chiusura della banca era già passato, ma tuttavia vi erano ancora molte persone all'interno, in attesa di completare le loro incombenze.
[2] A spiegazione per tale brillamento è stata addotta una direttiva generale emanata per risparmiare la vita degli agenti, dopo che a Verona erano morti due agenti di pubblica sicurezza spostando una valigia contenente esplosivo (Commissione Stragi, seduta n.73 di mercoledì 5 luglio 2000).

venerdì 11 dicembre 2009

L'Unione Europea diventa maggiorenne.

18 anni fa, oggi a Maastricht nasce l'Unione Europea; l'organizzazione di tipo sovranazionale e intergovernativo caratterizzata una zona di libero mercato, detto mercato comune, aggregata da una moneta unica, l'Euro, regolamentata dalla Banca centrale europea, e da una unione doganale che garantisce libertà di movimento, lavoro e investimento ai cittadini europei all'interno degli stati membri.
L'Unione europea non è una semplice organizzazione intergovernativa (come le Nazioni Unite) né una federazione di Stati (come gli Stati Uniti d'America), ma un organismo sui generis, alle cui istituzioni gli stati membri delegano parte della propria sovranità nazionale. Le sue competenze spaziano dagli affari esteri alla difesa, alle politiche economiche, all'agricoltura, al commercio e alla protezione ambientale.
In alcuni di questi campi le funzioni dell'Unione europea la rendono simile a una federazione di stati (per esempio, per quanto riguarda gli affari monetari o le politiche ambientali); in altri settori, invece, l'Unione è più vicina ad una confederazione (per esempio, per quanto riguarda gli affari interni) o a un'organizzazione internazionale (come per la politica estera).
Queste le cose belle.

I Contro: l'Unione europea contempla 23 lingue ufficiali, lingue parlate in almeno uno degli stati membri (anche se solo l'inglese, il francese e in parte minore il tedesco, sono usate come lingue di lavoro all'interno della Commissione europea).
Il Parlamento europeo conta circa quattromila interpreti, per un costo stimato in quasi un miliardo di euro all'anno; mediamente un singolo documento può richiedere fino ad una settimana per essere tradotto in tutte le lingue dell'Unione, spesso per la necessità di passare attraverso lingue intermedie, data la mancanza di interpreti in grado di tradurre direttamente da una lingua all'altra (le possibili combinazioni delle lingue ufficiali dell'unione, prese a due a due, sono infatti 276). Oltre al dispendio di risorse umane ed economiche, il lavoro di traduzione può compromettere la chiarezza dei documenti o addirittura portare alla perdita di informazioni e a divergenze fra versioni in lingue diverse del medesimo documento.
Poi non vi è reale rappresentanza democratica, infatti le principali funzioni sono infatti attribuite al Consiglio dell'Unione europea e non al Parlamento europeo, che è investito di poteri relativamente più limitati. I lavori dell'Europarlamento sono inoltre scarsamente coperti dai mezzi di comunicazione della maggior parte degli stati membri, e di conseguenza l'opinione pubblica non è generalmente a conoscenza del funzionamento e delle decisioni dell'istituzione.
il testo della costituzione europea, per capire dove siamo.

giovedì 10 dicembre 2009

Oggi il gesto che apre alla Riforma

Ricorre oggi un anniversario simbolo: la scadenza della bolla papale emessa contro le tesi di M Lutero e il gesto pubblico della sua bruciatura.

Exurge Domine è il nome di questa bolla papale. Emessa da papa Leone X il 15 giugno 1520 era la risposta ufficiale della Chiesa di Roma alle 95 tesi di Martin Lutero; ivi si esigeva che fossero ritrattate 41 delle sue 95 tesi, così come altri errori specificati, entro sessanta giorni dalla sua pubblicazione.
Sebbene in tale Bolla fossero criticati direttamente tutti i punti toccati da Lutero, vi erano vietati in tutti i paesi cattolici la stampa, la vendita e la lettura di qualsiasi libro contenente gli errori e le eresie contenuti nelle 95 tesi e si richiedeva alle autorità secolari di far rispettare la bolla nei loro domini.

La data Odierna è quindi lo sparti acque dell’avvenuto scisma d’occidente e la nascita del Protestantesimo o per meglio dire Chiesa Riformista-
Lutero oltre che per il comportamento esteriore della Chiesa di Roma concepì la sua idea dallo studio della Bibbia, dalla preghiera e colla meditazione. Egli concepì un intendimento diverso di come Dio considera i peccatori. Da qui, derivò l'idea che il favore di Dio non è qualcosa che si possa guadagnare, ma viene concesso per immeritata benignità a coloro che manifestano fede.
Il succo delle sue concezioni risiedono nei seguenti passi di Paolo:
Poiché non c'è distinzione: tutti infatti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, essendo giustificati gratuitamente per la Sua grazia, mediante la redenzione in Gesù Cristo, che Dio ha esposto per espiazione col Suo sangue mediante la fede" (Romani 3, 23-25),
"Poiché noi riteniamo che l'uomo è giustificato per mezzo della fede, senza le opere della legge" (Romani 3, 28),
"Giustificati dunque per la fede, abbiamo pace con Dio, per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi e ci gloriamo, nella speranza della Gloria di Dio." (Romani 5, 1-2).
Lutero esaminò l'intera Bibbia per determinare se questa nuova conoscenza era in armonia con altre dichiarazioni bibliche, e ritenne di trovarne ovunque la conferma. La dottrina della giustificazione, o salvezza, per fede e non mediante le opere, o la penitenza, rimase il pilastro centrale dei suoi insegnamenti.
Fondamento della nuova dottrina è il dato che l'uomo è completamente immerso nel peccato e non ha alcuna possibilità di redimersi con le sue sole forze. Solo la fede (la giustificazione mediante la sola fede) lo può salvare. Poiché Dio ordina tutto, l'essere e l'agire umano compresi, non vi è posto per il libero arbitrio che comprometterebbe la meritorietà del credente.
L'arbitrio umano o è servo del demonio o è servo di Dio.
L'unico riferimento è la Bibbia, e nessuno può manifestarsi come privilegiato critico del sacro testo. Tra la Bibbia e il fedele non può sussistere alcun tramite Il Cristiano rafforza la propria fede studiando direttamente la Scrittura sotto la guida dello Spirito Santo. Oltre alle conseguenze di carattere teologico, questo principio mette in discussione il primato della chiesa e del Papa, che non risulta fondata né sul diritto divino né sul Vangelo, ma è istituzione umana, di origine storica.
Ogni credente è sacerdote di . Le comunità luterane sono guidate da pastori e vescovi eletti dalla comunità, che hanno il compito di istruire i fedeli, predicare e celebrare i sacramenti, e cioè Battesimo ed Eucarestia, da Lutero chiamata "Sacramento dell'altare"
Tale visione Rivoluzionaria portò a gravi tensioni, che n questa riflessione non trovano il giusto spazio (mi riprometto di elencare le guerre cha sconvolsero l’europa del Nord in nome della Vera Fede). Ricordo solo che in breve tempo la diffusione di tale Credo portò a tensioni tra gli intellettuali favorevoli o contrari aspre e di tale portata che si organizzo una sorta di lista fra le due parti; ne restò fuori la voce più autorevole del periodo: Erasmo da Rotterdam. Il doversi per forza schierare e la partigianeria erano contrarie sia al suo carattere sia ai suoi costumi. Nelle sue critiche alle follie clericali e agli abusi della Chiesa egli aveva sempre protestato di non volere attaccare la Chiesa come istituzione e di non essere mosso da inimicizia nei confronti del clero.
Erasmo condivideva, in effetti, molti punti della critica luterana alla Chiesa cattolica. Egli aveva il massimo rispetto per Martin Lutero e, rispettivamente, il riformatore manifestò sempre ammirazione per la superiore cultura di Erasmo. Lutero sperava di potere collaborare con Erasmo in un'opera che gli sembrava la continuazione della propria.
Erasmo, invece, declinò l'invito ad impegnarsi, affermando che se egli avesse seguito tale invito, avrebbe messo in pericolo la propria posizione di guida di un movimento puramente intellettuale, che egli riteneva essere lo scopo della propria vita. Soltanto da una posizione neutrale - riteneva Erasmo - si poteva influenzare la riforma della religione.

Concludiamo che la Riforma, promossa da uomini come Lutero e poi Giovanni Calvino e Zwingli, determinò la formazione di un nuovo movimento religioso nell'Europa Occidentale detto protestantesimo. Il maggiore contributo di Lutero fu il suo insegnamento principale: la giustificazione per fede. Nel giro di poco tempo ciascun principato tedesco si schierò per la fede protestante o per quella cattolica. Il protestantesimo si diffuse e ottenne larghi consensi in Scandinavia, Svizzera, Inghilterra e Paesi Bassi. Ancora oggi centinaia di milioni di persone, in tutto il mondo, si professano aderenti a questi insegnamenti.
Tutto per aver arso un foglio di pergamena.

Affinché ciò che ho scritto sia più approfondito ecco il testo delle 95 tesi

  1. Il Signore e maestro nostro Gesù Cristo dicendo: "Fate penitenza ecc." volle che tutta la vita dei fedeli fosse una penitenza.
  2. Questa parola non può intendersi nel senso di penitenza sacramentale (cioè confessione e soddisfazione, che si celebra per il ministero dei sacerdoti).
  3. Non intende però solo la penitenza interiore, anzi quella interiore è nulla se non produce esteriormente varie mortificazioni della carne.
  4. Rimane cioè l'espiazione sin che rimane l'odio di sé (che è la vera penitenza interiore), cioè sino all'ingresso nel regno dei cieli.
  5. Il papa non vuole né può rimettere alcuna pena fuorché quelle che ha imposte per volontà propria o dei canoni.
  6. Il papa non può rimettere alcuna colpa se non dichiarando e approvando che è stata rimessa da Dio o rimettendo nei casi a lui riservati, fuori dei quali la colpa rimarrebbe certamente.
  7. Sicuramente Dio non rimette la colpa a nessuno, senza sottometterlo contemporaneamente al sacerdote suo vicario, completamente umiliato.
  8. I canoni penitenziali sono imposti solo ai vivi, e nulla si deve imporre in base ad essi ai moribondi.
  9. Lo Spirito Santo dunque, nel papa, ci benefica eccettuando sempre nei suoi decreti i casi di morte e di necessità.
  10. Agiscono male e con ignoranza quei sacerdoti, i quali riservano penitenze canoniche per il purgatorio ai moribondi.
  11. Tali zizzanie del mutare una pena canonica in una pena del Purgatorio certo appaiono seminate mentre i vescovi dormivano.
  12. Una volta le pene canoniche erano imposte non dopo, ma prima dell'assoluzione, come prova della vera contrizione.
  13. I morituri soddisfano ogni cosa con la morte, e sono già morti alla legge dei canoni, essendone sollevati per diritto.
  14. La integrità o carità perfetta del morente, porta necessariamente con sé un gran timore, tanto maggiore quanto essa è minore.
  15. Questo timore e orrore basta da solo, per tacere d'altro, a costituire la pena del purgatorio, poiché è prossimo all'orrore della disperazione.
  16. L'inferno, il purgatorio ed il cielo sembrano distinguersi tra loro come la disperazione, la quasi disperazione e la sicurezza.
  17. Sembra necessario che nelle anime del purgatorio di tanto diminuisca l'orrore di quanto aumenti la carità.
  18. Né appare approvato sulla base della ragione e delle scritture, che queste anime siano fuori della capacità di meritare o dell'accrescimento della carità.
  19. Né appare provato che esse siano certe e sicure della loro beatitudine, almeno tutte, sebbene noi ne siamo certissimi.
  20. Dunque il papa con la remissione plenaria di tutte le pene non intende semplicemente di tutte, ma solo di quelle imposte da lui.
  21. Sbagliano pertanto quei predicatori d'indulgenze, i quali dicono che per le indulgenze papali l'uomo è sciolto e salvato da ogni pena.
  22. Il papa, anzi, non rimette alle anime in purgatorio nessuna pena che avrebbero dovuto subire in questa vita secondo i canoni.
  23. Se mai può essere concessa ad alcuno la completa remissione di tutte le pene, è certo che essa può esser data solo ai perfettissimi, cioè a pochissimi.
  24. È perciò inevitabile che la maggior parte del popolo sia ingannata da tale indiscriminata e pomposa promessa di liberazione dalla pena.
  25. La stessa potestà che il papa ha in genere sul purgatorio, l'ha ogni vescovo e curato in particolare nella propria diocesi o parrocchia.
  26. Il papa fa benissimo quando concede alle anime la remissione non per il potere delle chiavi (che non ha) ma a modo di suffragio
  27. Predicano da uomini, coloro che dicono che subito, come il soldino ha tintinnato nella cassa, l'anima se ne vola via.
  28. Certo è che al tintinnio della moneta nella cesta possono aumentare la petulanza e l'avarizia: invece il suffragio della chiesa è in potere di Dio solo.
  29. Chi sa se tutte le anime del purgatorio desiderano essere liberate, come si narra di S. Severino e di S. Pasquale?
  30. Nessuno è certo della sincerità della propria contrizione, tanto meno del conseguimento della remissione plenaria.
  31. Tanto è raro il vero penitente, altrettanto è raro chi acquista veramente le indulgenze, cioè rarissimo.
  32. Saranno dannati in eterno con i loro maestri coloro che credono di essere sicuri della loro salute sulla base delle lettere di indulgenza.
  33. Specialmente sono da evitare coloro che dicono che tali perdoni del papa sono quel dono inestimabile di Dio mediante il quale l'uomo è riconciliato con Dio.
  34. Infatti tali grazie ottenute mediante le indulgenze riguardano solo le pene della soddisfazione sacramentale stabilite dall'uomo.
  35. Non predicano cristianamente quelli che insegnano che non è necessaria la contrizione per chi riscatta le anime o acquista lettere confessionali.
  36. Qualsiasi cristiano veramente pentito ottiene la remissione plenaria della pena e della colpa che gli è dovuta anche senza lettere di indulgenza.
  37. Qualunque vero cristiano, sia vivo che morto, ha la parte datagli da Dio a tutti i beni di Cristo e della Chiesa, anche senza lettere di indulgenza.
  38. Tuttavia la remissione e la partecipazione del papa non deve essere disprezzata in nessun modo perché, come ho detto [v. tesi n°6], è la dichiarazione della remissione divina.
  39. È straordinariamente difficile anche per i teologi più saggi esaltare davanti al popolo ad un tempo a prodigalità delle indulgenze e la verità della contrizione.
  40. La vera contrizione cerca ed ama le pene, la larghezza delle indulgenze produce rilassamento e fa odiare le pene o almeno ne dà occasione.
  41. I perdoni apostolici devono essere predicati con prudenza, perché il popolo non intenda erroneamente che essi sono preferibili a tutte le altre buone opere di carità.
  42. Bisogna insegnare ai cristiani che non è intenzione del papa equiparare in alcun modo l'acquisto delle indulgenze con le opere di misericordia.
  43. Si deve insegnare ai cristiani che è meglio dare a un povero o fare un prestito a un bisognoso che non acquistare indulgenze.
  44. Poiché la carità cresce con le opere di carità e fa l'uomo migliore, mentre con le indulgenze non diventa migliore ma solo più libero dalla pena.
  45. Occorre insegnare ai cristiani che chi vede un bisognoso e trascurandolo dà per le indulgenze si merita non l'indulgenza del papa ma l'indignazione di Dio.
  46. Si deve insegnare ai cristiani che se non abbondano i beni superflui, debbono tenere il necessario per la loro casa e non spenderlo per le indulgenze.
  47. Si deve insegnare ai cristiani che l'acquisto delle indulgenze è libero e non di precetto.
  48. Si deve insegnare ai cristiani che il papa come ha maggior bisogno così desidera maggiormente per sé, nel concedere le indulgenze, devote orazioni piuttosto che monete sonanti.
  49. Si deve insegnare ai cristiani che i perdoni del papa sono utili se essi non vi confidano, ma diventano molto nocivi, se per causa loro si perde il timor di Dio.
  50. Si deve insegnare ai cristiani che se il papa conoscesse le esazioni dei predicatori di indulgenze, preferirebbe che la basilica di S. Pietro andasse in cenere piuttosto che essere edificata sulla pelle, la carne e le ossa delle sue pecorelle.
  51. Si deve insegnare ai cristiani che il papa, come deve, vorrebbe, anche a costo di vendere - se fosse necessario - la basilica di S. Pietro, dare dei propri soldi a molti di quelli ai quali alcuni predicatori di indulgenze estorcono denaro.
  52. È vana la fiducia nella salvezza mediante le lettere di indulgenza. anche se un commissario e perfino lo stesso papa impegnasse per esse la propria anima.
  53. Nemici di Cristo e del papa sono coloro i quali perché si predichino le indulgenze fanno tacere completamente la parola di Dio in tutte le altre chiese.
  54. Si fa ingiuria alla parola di Dio quando in una stessa predica si dedica un tempo eguale o maggiore all'indulgenza che ad essa.
  55. È sicuramente desiderio del papa che se si celebra l'indulgenza, che è cosa minima, con una sola campana, una sola processione, una sola cerimonia, il vangelo, che è la cosa più grande, sia predicato con cento campane, cento processioni, cento cerimonie.
  56. I tesori della Chiesa, dai quali il papa attinge le indulgenze, non sono sufficientemente ricordati né conosciuti presso il popolo cristiano.
  57. Certo è evidente che non sono beni temporali, che molti predicatori non li profonderebbero tanto facilmente ma piuttosto li raccoglierebbero.
  58. Né sono i meriti di Cristo e dei santi, perché questi operano sempre, indipendentemente dal papa, la grazia dell'uomo interiore, la croce, la morte e l'inferno dell'uomo esteriore.
  59. S. Lorenzo chiamò tesoro della Chiesa i poveri, ma egli usava il linguaggio del suo tempo.
  60. Senza temerarietà diciamo che questo tesoro è costituito dalle chiavi della Chiesa donate per merito di Cristo.
  61. È chiaro infatti che per la remissione delle pene e dei casi basta la sola potestà del papa.
  62. Vero tesoro della Chiesa di Cristo è il sacrosanto Vangelo, gloria e grazia di Dio.
  63. Ma questo tesoro è a ragione odiosissimo perché dei primi fa gli ultimi.
  64. Ma il tesoro delle indulgenze è a ragione gratissimo perché degli ultimi fa i primi.
  65. Dunque i tesori evangelici sono reti con le quali un tempo si pescavano uomini ricchi.
  66. Ora i tesori delle indulgenze sono reti con le quali si pescano le ricchezze degli uomini.
  67. Le indulgenze che i predicatori proclamano grazie grandissime, si capisce che sono veramente tali quanto al guadagno che promuovono.
  68. Sono in realtà le minime paragonate alla grazia di Dio e alla pietà della croce.
  69. I vescovi e i parroci sono tenuti a ricevere con ogni riverenza i commissari dei perdoni apostolici.
  70. Ma più sono tenuti a vigilare con gli occhi e le orecchie che essi non predichino, invece del mandato avuto dal papa, le loro fantasie.
  71. Chi parla contro la verità dei perdoni apostolici sia anatema e maledetto.
  72. Chi invece si oppone alla cupidigia e alla licenza del parlare del predicatore di indulgenze, sia benedetto.
  73. Come il papa giustamente fulmina coloro che operano qualsiasi macchinazione a danno della vendita delle indulgenze.
  74. Cosi molto più gravemente intende fulminare quelli che col pretesto delle indulgenze operano a danno della santa carità e verità.
  75. Ritenere che le indulgenze papali siano tanto potenti da poter assolvere un uomo, anche se questi, per un caso impossibile, avesse violato la madre di Dio, è essere pazzi.
  76. Al contrario diciamo che i perdoni papali non possono cancellare neppure il minimo peccato veniale, quanto alla colpa.
  77. Dire che neanche S. Pietro se pure fosse papa, potrebbe dare grazie maggiori, è bestemmia contro S. Pietro e il papa.
  78. Diciamo invece che questo e qualsiasi papa ne ha di maggiori, cioè l'evangelo, le virtù, i doni di guarigione, ecc. secondo I Corinti 12 [1COR, 12].
  79. Dire che la croce eretta solennemente con le armi papali equivale la croce di Cristo, è blasfemo.
  80. I vescovi i parroci e i teologi che consentono che tali discorsi siano tenuti al popolo ne renderanno conto.
  81. Questa scandalosa predicazione delle indulgenze fa si che non sia facile neppure ad uomini dotti difendere la riverenza dovuta al papa dalle calunnie e dalle sottili obiezioni dei laici.
  82. Per esempio: perché il papa non vuota il purgatorio a motivo della santissima carità e della somma necessità delle anime, che è la ragione più giusta di tutte, quando libera un numero infinite di anime in forza del funestissimo denaro dato per la costruzione della basilica, che è una ragione debolissima?
  83. Parimenti: perché continuano le esequie e gli anniversari dei defunti e invece il papa non restituisce ma anzi permette di ricevere lasciti istituiti per loro, mentre è già un'ingiustizia pregare per dei redenti?
  84. Parimenti: che è questa nuova di Dio e del papa, per cui si concede ad un uomo empio e peccatore di redimere in forza del danaro un'anima pia e amica di Dio e tuttavia non la si redime per gratuita carità in base alla necessità di tale anima pia e diletta?
  85. Ancora: perché canoni penitenziali per se stessi e per il disuso già da tempo morti e abrogati, tuttavia a motivo della concessione delle indulgenze sono riscattati ancora col denaro come se avessero ancora vigore?
  86. Ancora: perché il papa le cui ricchezze oggi sono più opulente di quelle degli opulentissimi Crassi, non costruisce una sola basilica di S. Pietro con i propri soldi invece che con quelli dei poveri fedeli?
  87. Ancora: cosa rimette o partecipa il papa a coloro che con la contrizione perfetta hanno diritto alla piena remissione e partecipazione?
  88. Ancora: quale maggior bene si recherebbe alla Chiesa, se il papa, come fa ogni tanto, così cento volte ogni giorno attribuisse queste remissioni e partecipazioni a ciascun fedele?
  89. Dato che il papa con le indulgenze cerca la salvezza delle anime piuttosto che il danaro perché sospende le lettere e le indulgenze già concesse, quando sono ancora efficaci?
  90. Soffocare queste sottili argomentazioni dei laici con la sola autorità e non scioglierle con opportune ragioni significa esporre la chiesa e il papa alle beffe dei nemici e rendere infelici i cristiani.
  91. Se dunque le indulgenze fossero predicate secondo lo spirito e l'intenzione del papa, tutte quelle difficoltà sarebbero facilmente dissipate, anzi non esisterebbero.
  92. Addio dunque a tutti quei profeti, i quali dicono al popolo cristiano "Pace. pace", mentre non v'è pace.
  93. Valenti tutti quei profeti, i quali dicono al popolo cristiano «Croce, croce», mentre non v'è croce.
  94. Bisogna esortare i cristiani perché si sforzino di seguire il loro capo Cristo attraverso le pene, le mortificazioni e gli inferni.
  95. E così confidino di entrare in cielo piuttosto attraverso molte tribolazioni che per la sicurezza della pace.


Estratto dalla Bolla Exurge Domine


Errori di Martin Lutero
1. E’ sentenza eretica, ma largamente seguita, che i sacramenti della Nuova Alleanza danno la grazia giustificante a coloro che non vi pongono ostacolo.
2. Negare che il peccato rimane nel bambino dopo il battesimo, significa disprezzare insieme Cristo e Paolo.
3. Il fomite del peccato, anche se non c’è nessun peccato attuale, trattiene l’anima che esce dal corpo dall’ingresso nel cielo.
4. La non perfetta carità di colui che sta per morire porta necessariamente con sé un grande timore, che di per sé è solo sufficiente a ottenere la pena del purgatorio, e impedisce l’ingresso nel regno.
5. Che le parti della confessione siano tre: contrizione, confessione e soddisfazione non è fondato nella Sacra Scrittura, nè negli antichi santi dottori cristiani.
6. La contrizione che si ottiene con l’esame, la ricapitolazione e la detestazione dei peccati, e con la quale si ripensa alla propria vita nell’amarezza della propria anima [cf. Is 38,15], soppesando la gravità, la moltitudine, la turpitudine dei peccati, la perdita della beatitudine eterna e il conseguimento dell’eterna dannazione, questa contrizione rende ipocrita, anzi addirittura peccatore.
7. Verissima e più perfetta in tutto della dottrina fino a questo momento proposta sulla contrizione è la massima: "Non farlo più è la migliore penitenza; una nuova vita è l’ottima penitenza".
8. Non presumere in alcun modo di confessare i peccati veniali, ma neppure tutti i mortali, perché è impossibile che tu conosca tutti i peccati mortali.Per questo motivo nella chiesa primitiva si confessavano soltanto quelli mortali manifesti.
9. Quando vogliamo confessare tutto in modo completo non facciamo altro che questo: non vogliamo lasciare nulla da perdonare alla misericordia di Dio.
10. A nessuno sono rimessi i peccati, se non crede che gli sono rimessi dal sacerdote che assolve; anzi il peccato rimane, se non lo crede rimesso: non sono sufficienti infatti la remissione del peccato e il dono della grazia, ma bisogna anche credere che è stato rimesso.
11. Non confidare in nessun modo di essere assolto a motivo della tua contrizione, ma per la parola di Cristo: "Tutto ciò che scioglierai" ecc. [Mt 16,19]. In questo confida, io dico: se tu hai ottenuto l’assoluzione del sacerdote, e credi fermamente che tu sei stato assolto, sarai stato assolto davvero, qualsiasi cosa sia in quanto alla contrizione.
12. Se, per assurdo, colui che si confessa non fosse contrito, oppure il sacerdote assolvesse non sul serio, ma per gioco, se tuttavia egli si crede assolto, è assolto con assoluta certezza.
13. Nel sacramento della penitenza e nella remissione della colpa, il papa o il vescovo non fanno nulla di più di un semplice sacerdote: anzi, dove non c'è un sacerdote, può fare ugualmente un semplice cristiano, anche se fosse una donna o un bambino.
14. Nessuno deve rispondere al sacerdote di essere contrito e il sacerdote non lo deve domandare.
15. È grande l'errore di coloro che si accostano al sacramento dell'eucaristia fidandosi del fatto di essersi confessati, di non essere consapevoli di nessun peccato mortale, di aver premesso preghiere personali e preparatorie: tutti questi mangiano e bevono la propria condanna. Ma se credono e confidano che qui essi conseguiranno la grazia, questa fede sola li rende puri e degni.
16. Risulta come deciso, che la chiesa abbia stabilito in un concilio universale che i laici debbono comunicarsi sotto le due specie: e i Boemi che si comunicano sotto le due specie, non sono eretici, ma scismatici.
17. I tesori della chiesa, da cui il papa trae le indulgenze, non sono i meriti di Cristo e dei Santi.
18. Le indulgenze sono dei pii inganni dei fedeli, e dispense dalle opere buone; e appartengono al numero delle cose che sono permesse, e non al numero di quelle che sono utili. [cfr. ICor 6,12; 10,23].
19. Le indulgenze, per coloro che veramente le acquistano, non hanno valore per la remissione della pena dovuta alla giustizia divina per i peccati attuali.
20. Si ingannano coloro che credono che le indulgenze sono salutari e utili per il bene dello spirito.
21. Le indulgenze sono necessarie solo per le colpe pubbliche, e vengono propriamente concesse solo ai duri di cuore e agli insensibili.
22. Per sei categorie di uomini le indulgenze non sono né necessarie nè utili: e cioè per i morti o per quelli che stanno per morire, per i malati, per i legittimamente impediti, per coloro che non hanno commesso peccati, per coloro che hanno commesso peccati, ma non pubblici, per coloro che compiono cose migliori.
23. Le scomuniche sono soltanto pene esteriori, e non privano l'uomo delle comuni preghiere spirituali della chiesa.
24. Bisogna insegnare ai cristiani più ad amare la scomunica che a temerla.
25. Il pontefice romano, successore di Pietro, non è il vicario di Cristo sopra tutte le chiese del mondo intero, dallo stesso Cristo costituito nel beato Pietro.
26. La parola di Cristo a Pietro: "Tutto ciò che scioglierai sulla terra" ecc. [Mt 16,19] si estende soltanto alle cose legate dallo stesso Pietro.
27. È certo che non è affatto in mano della chiesa o del papa lo stabilire gli articoli di fede, e anzi neppure le leggi morali o delle opere buone.
28. Se il papa con una gran parte della chiesa pensasse in un modo o nell'altro, e inoltre non sbagliasse, non è ancora peccato o eresia pensare il contrario, soprattutto in cose non necessario per la salvezza, finché da un concilio universale una cosa non è stata respinta e l'altra approvata.
29. Ci è stata aperta la via per svuotare l'autorità dei concili e per contraddire liberamente le cose da loro compiute, per giudicare i loro decreti e per confessare con confidenza qualsiasi cosa sembri vero, sia che sia stato approvato, sia che sia stato respinto da un qualsiasi concilio.
30. Alcuni articoli di Jan Hus condannati nel concilio di Costanza sono cristianissimi, verissimi ed evangelici, e neppure la chiesa universale potrebbe condannarli.
31. In ogni opera buona il giusto pecca.
32. L'opera buona compiuta nel modo migliore, è peccato veniale.
33. È contro la volontà dello Spirito che gli eretici siano bruciati.
34. Combattere contro i Turchi è opporsi a Dio, che visita le nostre iniquità per mezzo loro.
35. Nessuno è certo di non peccare sempre mortalmente, a motivo del segretissimo vizio della superbia.
36. Dopo il peccato, il libero arbitrio è una realtà in modo solo apparente; e quando compie ciò che gli compete, pecca mortalmente.
37. Il purgatorio non può essere provato mediante la sacra Scrittura che si trova nel canone.
38. Le anime nel purgatorio non sono sicure della propria salvezza, almeno non tutte; e non è provato da nessun argomento razionale né dalle Scritture, che esse si trovano al di fuori della condizione di meritare o di accrescere la carità.
39. Le anime del purgatorio peccano in modo continuo finché cercano il riposo e hanno orrore delle pene.
40. Le anime liberate dal purgatorio per i suffragi di coloro che sono vivi godono minore beatitudine che se avessero soddisfatto da se stesse.
41. I prelati ecclesiastici e i principi secolari non farebbero male, se eliminassero tutte le sacche di mendicità.
[Censura:] Tutti e ciascuno gli articoli o errori sopra elencati, Noi li condanniamo, respingiamo e rigettiamo totalmente, in conformità a quanto detto sopra, rispettivamente come eretici, scandalosi, falsi, offensivi per le orecchie pie, o in quanto capaci di sedurre le menti degli uomini semplici e in contraddizione con la fede cattolica.

martedì 8 dicembre 2009

Il femminile nella natura della Divinità



Diciamo la verità: qualunque sia la nostra posizione nei confronti del concetto di "Dio", viene molto più spontaneo pensarlo "al maschile".
Anche coloro che, culturalmente e filosoficamente, sono in grado di comprendere l'inconsistenza di questo assunto, per pigrizia tendono a considerare Dio "al maschile".
I cattolici, poi, hanno alle spalle duemila anni (solo per limitarci alla Chiesa cristiana e non considerare i vari demiurghi antico testamentari) di rappresentazioni divine al maschile anche se potremmo considerare il culto verso la Madonna come la trasposizione cattolica della sacralità femminile. Sacralità, quest'ultima, che affonda le sue radici con buona probabilità, ben oltre il Dio maschile che è arrivato fino a noi.
Credo che possiamo ritenerci su un pianeta "femminile",per usare un'espressione provocatoria.
L'idea che voglio rendere è quella di una somma di fattori, che fanno della nostra Terra qualcosa di profondamente "ricettivo", "germinativo" e "generativo"; insomma, un grande grembo naturale che rispecchia, in senso sacrale, il principio della maternità.
Per questa ragione, il Dio dei popoli più remoti era femmina. Per questa ragione, la vera forza sta nel Principio Femminile, non in quello maschile.
Le conoscenze esoteriche più profonde conoscono bene l'importanza dell'armonia derivante dal corretto equilibrio dei due princìpi e postulano un carattere "riflessivo-generativo" a quello femminile perché non è solo la Terra a rappresentare la Grande Madre ma anche la Luna ci ricorda, riflettendo la luce solare, la fondamentalità del "principio ricettivo" che è, al tempo stesso, generativo di vita e custode di conoscenza.
La dea è sempre TRIPLICE - trinità, è una in tre, e viene rappresentata iconograficamente dalla Luna:- Luna crescente, la vergine, giovane fanciulla- Luna piena la madre, colei che dispensa la vita, Luna calante la vecchia, la menopausa, la saggezza, la morte.
Consideriamo, poi, il mito di Eva e vediamo che si tratta di un qualcosa di multiforme: donna e serpente, dunque, materna e assassina, solare e lunare allo stesso tempo. Le popolazioni di tutto il globo che la veneravano, con una sorprendente similitudine da un estremo all'altro del pianeta - andate a vedere ancora oggi la simbologia della Dea Madre e del serpente tra i nativi dell'isola di Pasqua - erano fondamentalmente pacifiche, tolleranti, basate su sistemi matriarcali.
La religione maschilista c'impone di conquistare le cose con il sudore, il dolore, il sangue.
Durante il Medioevo migliaia di donne innocenti vennero arse vive sui roghi dell'Inquisizione con l'accusa di stregoneria, semplicemente per aver seguito le vie della Dea, o per aver messo a frutto le loro doti di guaritrici e druide.
In verità, l'adorazione dell'elemento femminile possiede radici molto antiche.
Eppure... Nel Vangelo di Tommaso Gesù dice:"Chiunque bestemmia contro il Padre sarà perdonato, e chiunque bestemmia contro il figlio sarà perdonato, ma chiunque bestemmia contro la madre non sarà perdonato, né sulla terra né in cielo." (ricordate che la ruah o sophia in ebraico è di genere femminile). Molti i simboli che la rappresentano, il cerchio, la conchiglia, la spirale, il labirinto, l'acqua, il vaso e per estensione il Graal, che sembra sia l'espressione del corpo della Madre che contiene la vita. Sacro era il sangue mestruale, legato alla simbologia lunare dei 28 giorni; nel paleolitico i defunti venivano colorati d'ocra rossa, a simboleggiarne la rinascita.
Quando l'Europa fu cristianizzata dai missionari che, sistematicamente, sovrapposero il culto del Giudeo alle più antiche forme di venerazione cosmica che si praticavano nel nostro continente, alcuni di essi si stupirono nel sorprendere, in Gallia, gruppi di druidi che adoravano una figura femminile nell'atto di dare alla luce un bambino. I missionari cercarono di convincere quelle genti che stavano solo venerando una raffigurazione della Madonna e, con la forza dei nuovi movimenti, sempre supportati, purtroppo, da caratteri di intolleranza, si cominciarono a costruire le chiese e, in esse, a venerare la trasposizione cristiana del Principio Femminile. E, se vogliamo considerare qual nucleo della società che è la famiglia, avete mai pensato al fatto che la parola "matrimonio" deriva da "madre", non da "padre"? Eppure è così.
Ai nostri tempi, sopravvive un movimento-religione che, del Principio magico del Femminile, fa un perno della propria spiritualità: la Wicca, per la quale così parla la Dea:

"Io sono la Grande Madre, venerata da tutte le creature e in essere prima che esse prendessero coscienza.
Sono la forza femminile premeva, illimitata ed eterna.
Sono la casta Dea della Luna, la Signora di ogni magia.
I venti e il fruscio delle foglie cantano il mio nome.
Porto la Luna Crescente sulla fronte e i miei piedi Poggiano sui cieli stellati.Sono un campo che l'aratro non ha toccato.
Gioite in me e conoscete la pienezza della gioventù.
Sono la Madre benedetta, la graziosa Signora del raccolto.
Indosso la meravigliosa profonda composta della Terra
E l'oro dei campi ricolmi di grano.
Le maree della Terra governo; ogni cosa raggiunge
La maturazione in base alle mie stagioni.
Sono rifugio e guarigione.
Sono la Madre che dona la vita.
Meravigliosamente fertile.
Veneratemi come Anziana, latrice del ciclo ininterrotto di morte e rinascita.
Sono la ruota, l'ombra della Luna.
Governo le maree di donne e uomini e arreco sollievo
E rinnovamento alle anime stanche.
Benché l'oscurità della morte sia il mio regno, la gioia della nascita è il mio dono.
Sono la Dea della Luna, della Terra, dei Mari.
Innumerevoli i miei nomi e i miei poteri.Infondo magia e potere, pace e saggezza.
Sono l'eterna Fanciulla, Madre di ogni cosa, e l'Anziana dell'oscurità.
A voi le mie benedizioni di infinito amore."
Tutto questo mi sembra l'espressione di una spiritualità tutt'altro che superficiale e condannabile ma, anzi, fondamentale e preesistente, privo di orpelli particolari e da pretese di peculiare superiorità rispetto ad altre forme di fede. E, quando ci addentriamo in questo aspetto primevo e globale della spiritualità, non possiamo non ricordare, come abbiamo visto, che Dio, con ogni probabilità, è femmina ma anche che c'è un Principio Maschile, l'altra metà dell'energia divina che la equilibra e la rende completa; un Principio che dice pressappoco così:

"Sono il radioso Re dei Cieli, inondo la Terra di calore e incoraggio i semi nascosti della creazione a manifestarsi.
Sollevo la mia lancia spendente per illuminare la vita di tutti gli esseri e ogni giorno riverso il mio oro sulla Terra, mettendo in Fuga i poteri delle tenebre.
Sono il Signore delle bestie selvagge e libere.
Corro con l'agile cervo e come un falco sacro mi libro nel cielo spendente.
Le antiche foreste e le terre selvagge irradiano i miei poteri e gli uccelli dell'aria cantano la mia santità.
Sono anche l'ultimo raccolto, grano e frutti offro sotto la falce del tempo, sicché tutti possano essere nutriti.
Perché senza semina non può esservi raccolto; senza inverno nessuna primavera.
Veneratemi come il Sole della creazione dai mille nomi, lo spirito del cervo cornuto nella foresta, il raccolto senza fine.
Osservate la mia nascita, morte e rinascita nel ciclo naturale delle feste, e sappiate che tale è il destino di ogni cosa creata.
Sono la scintilla di vita, il Sole raggiante, il latore di pace e riposo, e mando i miei raggi di benedizione a riscaldare i cuori e rafforzare la mente di tutti."
In conclusione, solo per riferirci alla civiltà Egizia, facciamo un salto indietro nel tempo, a questa meravigliosa civiltà fiorita sulle rive del Nilo e vediamo alcuni dei titoli conferiti da questi antichi sapienti a Iside, la Dea Madre:Ankhet (produttrice e dispensatrice di vita); Anqet (colei che abbraccia la terra, produttrice di fertilità nelle acque);Base del più bel triangolo; Colei che abbraccia la terra: Comprensiva, Consacrata , Cornucopia di tutti i nostri beni; Creatrice, Datrice di luce del cielo; Datrice di vita; Dea della pace, Divina Grande signora, Grande vergine.
Khut - la dispensatrice di luce, Madre degli dei, Madre divina, Mediatrix tra il celestiale e il terreno; Phronesis-personificazione della sapienza; Placidae Reginae-la Regina della pace; Potere che guarisce il mondo; Potere che sorge dal Nilo; Primo principio femminile in natura; Regina del cielo; Regina della pace; Regina del sole; Regina della terra; Risurrezione e vita; Salvatrice dell'umanità; Signora su un carro a forma di fuoco; Sophia-Iside come sapienza divina; Sovrana del mondoSposa di Dio; Usert-Iside dea della terra, dispensatrice di vita.
Raffigurata con un manto azzurro, cosparso di stelle, una falce di luna ai piedi, la corona, mentre allatta Horus.
Insomma, c'è di che riflettere quando, affrontando il tema della divinità, ci dovessimo domandare di quale sesso essa sia.
Il concetto più profondo, come abbiamo visto, è proprio quello dell'eterna Creazione, in un ciclo continuo di riflesso e generazione quale solo il principio femminile, a volte estremamente crudele ma spietatamente giusto, può incarnare per la perpetrazione eterna della vita.